martedì 11 luglio 2023

(Polaroid IV): Luisa Delle Vedove

 

Polaroid: istantanee di poesia è una rubrica a cura di Luca Pizzolitto
Foto in copertina di Luca Pizzolitto


"È così che si può immaginare la fine di tutto:
interni vuoti, armadi a muro.
Ordine nelle cose, tutto è immobile."


(Emidio Clementi, "Manhattan di notte")


"Tu scrivi poesie, come dipingi. E dunque dovrei chiedere a loro la risposta, ma soffermandomi un attimo a pensare, posso dire che effettivamente c’è qualcosa di simile in pittura e in poesia per me ed è il processo creativo, la tecnica. In pittura creo delle macchie o anche le fotografo e poi osservandole cerco di fare emergere da esse l’immagine che mi suggeriscono. In fondo questo portare dall’indistinto al distinto un’immagine è quello che faccio anche in poesia con la parola. La mia predilezione per figure distinte, ma non definitive, che si impongono su uno sfondo che resta comunque incerto, penso sia effettivamente ciò che può essere visto nei miei testi. Sono immagini attraversate dal tempo, mobili e in divenire."

(Frammento di intervista di Gianluca Garrapa su Satisfiction. L'articolo completo al seguente link)




Poesie da "Nella consuetudine del tempo" (Samuele Editore, collana Scilla, 2021)




sapere le intemperie
le grandi notti, le albe
intraducibili

e non prendere fiato

non prendere fiato,

non prendere più fiato

in quel nevicare

l’erba cresce a dismisura
poco rimane del cortile di allora

**

non posso dire delle foglie
dei giri ampi prima del cadere
di quel secco lieve sull’asfalto,
ho visto un ramo tremare
giovane nelle foglie
la luce metterlo in disparte,
come dire “è l’autunno”
ai gridi alti degli uccelli
anche se il morire
è in qualcosa di grande?

**

in questa notte disabitata
– in questo luogo –
guardo le luci accese:
non dureranno molto,
il buio qui è più denso
e sulla riva più stretta del giorno
non so quanto di sabbia rimane

**

potrei dire che davanti a me
c’è una bellezza rara,
che lì si alza maestoso un pino,
là una teoria bianca di case

potrei anche dirlo il luogo
farlo ricordare,
ma sarebbe solo moltiplicarne
in un prisma il nome

di certo però questo paesaggio
somiglia a uno qualunque
che vedi adesso,
adesso che ti sei fermato al bordo
della strada e guardi stupefatto

adesso, che qualcosa s’ingrandisce
in te ed è un posto che trema e dice

– sì, solo adesso
quel posto in te
è uguale al mio paesaggio –


**

la finestra all’urto dei paesaggi
s’intorbida di una luce opaca:

potessi alla terra
al vento nel seme dei prati,
potessi la foglia
la carne del tronco
il ramo!

io che dico che le foglie sono rosse
che le foglie sono gialle
e stringo d’autunno un nome
che mai accade,
non vedo metafore nel cielo
né in fuga lo spazio
contenuto negli esseri e nelle cose:

è il corpo, il corpo che comunque accade!

e tu dimmi:
la vita è l’altra metà di Dio?

e io... io sono qui per dire che ho visto?





La casa – suggerisce l’autrice – è il luogo interiore della ferita, non sappiamo quale. Nei versi c’è un blocco di buio che pronuncia stentatamente una sola parola: madre. Il presente sembra riflettere il disfacimento, ma al lettore arriva un’emozione innocente che si perde nel ricordo emozionale di un microcosmo di neve visto fuori. Il paesaggio di luce è un bagliore bianco che copre ogni cosa. Le frasi tronche sono il riconoscimento di una grande morte che ingrandisce il buio dentro la casa. (...)

(Luigia Sorrentino, dalla prefazione)






Luisa Delle Vedove è nata a Cordenons (PN) nel 1951, laureata in Pedagogia, ex insegnante, si dedica al mondo dell’arte dagli anni ‘90.
Partecipa dal 2002 a mostre di pittura sia personali che collettive in Italia e all’estero (Lewisburg-Virginia, Lubiana, Vienna, Parigi ecc.) Articoli e recensioni su di lei si trovano in riviste e quotidiani come: Arte, Boè, Juliet, ecc. è presente nel catalogo Arte Mondadori 2006 e Europa In
Arte 2007.
Fa parte di alcune associazioni artistico culturali del territorio e partecipa attivamente alle diverse iniziative delle stesse (pubblicazioni, letture poetiche, mostre di pittura). Appassionata di poesia e autrice, ha pubblicato due raccolte intitolate Il Tempo Ritrovato (Moro Edizioni,
2003) e Il Mio Cuore Di Piuma (La Grafica Edizioni, 2011).
Libro quest’ultimo che ha ricevuto un giudizio più che positivo, tra gli altri, da Giorgio Barberi Squarotti e Paolo Ruffilli, ed è stato pubblicato nel blog di poesia della Rai condotto da Luigia Sorrentino.

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