martedì 28 aprile 2020

“Ancora sto cercando la mia casa…”

su Nuove anime di Vincenzo d’AlessioFara Editore 2019

recensione di Claudia Piccinno



Mi fu donato dal mio amico Alessandro Ramberti questo libro di poesie, durante la convention letteraria dello scorso 15 febbraio.
Lo avevo impilato sul comodino con l’intenzione di leggerlo con calma. Ho appreso qualche settimana fa che Vincenzo è diventato un puntino di luce, come egli stesso definisce chi è passato a miglior vita.
Non avevo mai incontrato Vincenzo, ma ricordo che quel giorno molti lo nominarono.
Così ho scelto di incontrarlo nei suoi versi e in questa raccolta dal titolo Nuove anime, ho ascoltato la sua voce. Mi faccio di lui un’idea buona, di un uomo saggio, che malgrado i rimpianti, sa apprezzare le piccole cose. Intuisco che come me, avesse lasciato il suo sud per cercare lavoro al nord, leggo la nostalgia e un poco di amarezza per quella terra rubata, ma anche la consapevolezza che la vita vera è questa mia / che canto canzoni qui in periferia / scrivo versi / bevo accanto al fuoco / e piango quando mi ritrovo solo. Una poesia del dialogo accanto al focolare, che celebra la presenza nei piccoli gesti e si rammarica per l’assenza di un rapporto di qualità nella caotica routine delle metropoli: nell’angolo morto della casa / l’aspirapolvere aspetta / per il dialogo con il pavimento
Il nostro si interroga sul buio e sulle stelle, attribuisce loro facoltà di pensiero e mi commuove questo animismo panico, sapendo che ora anche lui può essere diventato stella parlante di luce e pensieri.
ancora sto cercando la mia casa… Questo lincipit di una sua poesia in cui si rivolge alla casa dei sogni e così la esorta: portami al confine della vita…
Quel confine lo ha superato per cause di forza maggiore, ma sono certa che ha trovato la giusta dimora per la sua anima inquieta. Da cosa deduco tale caratteristica? 
Dalla bellezza del verso, non esiste poesia senza inquietudine, e soprattutto è indispensabile denudare la propria anima per essere pronti al cambiamento.
Il poeta lo sa, ce lo conferma quando scrive: anima mia, poesia / né occhi né bocca / nuda al mondo

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