venerdì 18 aprile 2008

Vicino alle nubi sulla montagna crollata a Pavia 20-4-08


Domenica 20 aprile, ore 20.00

nell'ambito di Pavia Slam Poetry
Piazza San Marino-Sottovento a Pavia

Aperitivo e presentazione di:

Vicino alle nubi sulla montagna crollata
Campanotto editore
curata da Luca Ariano ed Enrico Cerquiglini con prefazione di Leonardo Mancino.

«Questa antologia è nata con spirito pasoliniano, mi spiego meglio. Il nostro obiettivo non è certo “scimmiottare” le battaglie politiche e culturali di Pasolini né osiamo considerarci suoi eredi o vediamo nella figura di Pasolini un profeta, solo vorremmo che quello spirito critico del poeta friuliano e di tanti altri intellettuali della sua generazione come Volponi o legati a quella stagione come Fortini, Vittorini, Alfonso Gatto ed altri fosse presente in questo lavoro. [...] Non siamo certo così ingenui da pensare che un'antologia (che non ha nelle nostre intenzioni valenza critica, ma di sensibilità verso una certa situazione) possa modificare nell'immediato le cose, ma ci piace credere, pensare e tentare di fare in modo che attraverso una poesia, un semplice verso qualcuno possa accorgersi che i poeti non vivono nel loro mondo, ma sono parte attiva e con la loro voce cercano di migliorare, far riflettere e cambiare le cose. [...]»
(Luca Ariano e Enrico Cerquiglini)

«L’invettiva è un genere piuttosto particolare. Essa consiste in un testo che aggredisce con ira, o con tagliente sarcasmo, persone o istituzioni. Come tale, essa può presentarsi non solo in forma versificata, ma anche in prosa. E va anzi precisato che l’invettiva non compare necessariamente come forma autonoma, ma può essere contenuta (e spesso lo è) all’interno di un testo più ampio. Il motivo di ciò è abbastanza evidente: non è certo facile sostenere per molte pagine il tono aggressivo che si richiede ad un’invettiva. Pertanto, quest’ultima tende ad essere un testo alquanto breve, oppure un passo contenuto entro un’opera più vasta. L’invettiva più famosa della nostra letteratura è forse quella che si legge nel canto XXXIII dell’Inferno, dalla Divina Commedia di Dante.» (Leonardo Mancino)

1 commento:

Fabio Paolo Costanza ha detto...

Splendido blog,
complimenti.