venerdì 23 febbraio 2007

Animaelegentes (fragmenta) (Chiara Daino-Massimo Sannelli)


Attrice: Massimo?
Poeta: Mi chiamano.
Attrice: Che lavoro fai?
Poeta: Prego?
Attrice: Parli mai?
Poeta: Preferisco scrivere.
Attrice: Sai quando ti chiedono: che lavoro fai?
Poeta: So, ma non ti rispondo. Tanto non mi ascolti.
Attrice: (continuando nel suo discorso come se nulla fosse) E tu che ti sgoli, fremente di passione: attrice, poeta, pittore e quelli… Quelli ridono e ti chiedono ancora e ancora e ancora… Che lavoro fai? Seriamente? Seriamente. Non è un hobby. Vivo di questo.
Poeta: Seriamente: moriamo per questo.
Attrice: Basta!
Poeta: Basta che?
Attrice: Basta tutto.
Poeta: Monastero io, convento tu?
Attrice: No e niente silicone e niente compromessi e… ‘fanculo!
Poeta: Dlin Dlon! No, decisamente, niente convento.

[…]

Shakespeare, Riccardo III, ultimo monologo di Gloucester

Datemi un altro cavallo! curatemi!
Gesù, pietà di me… No, era un sogno.
La fiamma brucia, è blu. La notte è piena.
Sulla carne che trema sudo freddo.
E ho paura? Paura di me?
Sono solo. E Riccardo ama Riccardo:
io sono io. C’è un assassino? No.
Sì: io. Allora fuggi. Da me stesso?
La vendetta è migliore? Io su di me?
Ma io mi amo. Perché? Per qualche bene
che io mi sono dato? Veramente
odio me stesso per i delitti e l’odio.
Sono un uomo cattivo. Non è vero!
Parla bene di te, pazzo; e, da pazzo,
non ti gonfiare. La coscienza ha mille
lingue, ogni lingua ha una storia diversa,
ogni storia mi chiama criminale.

Non ho l’amore di nessuna anima,
né la pietà del cuore, se muoio oggi.
E mi è dovuta? Io stesso non la trovo,
qui in me. Prima, sembrava che ogni anima
di ogni ucciso fosse in questa tenda:
giuravano vendetta, sul sangue di Riccardo.

[fuori campo: Signore, via! Vi troverò un cavallo!]

… sei Richmond sopra il campo. Cinque uccisi;
e Richmond vive. Un cavallo! Un cavallo!
Il mio regno per un cavallo!

[…]

Poeta: (Tra il gaio e l’esaurito) C’era una volta un’attrice dalla pelle bianca come la neve che viveva con alcuni nani…
Attrice: (Lo interrompe) Sì, Grappolo e Luppolo! Lo vedi che non mi aiuti?
Poeta: Tanto tu non mi ascolti.
Attrice: Non è vero (sospira e, tutto d’un fiato, sciorina): vuoi fare la parte di un trans che si chiama Simone e vive in un soppalco, ma scopre di essere allergico alle rime baciate e per questo si chiude in un convento a distillare birra per amore di Riccardo III che voleva fare il comico, ma amava Leopardi e si rifece le tette per non andare ad un sistema reggae dove spacciavano aulin recitando Emily Dickinson che aveva la bolla papale conferita da Garibaldi mentre uccideva Jim Morrison, per sfuggire alla peste portata in Sicilia da un ranocchio infetto dalla pioggia di “Ed” impestati che hanno seminato terrore in Danimarca rendendo Tristano malinconico perché Lucia era scappata sugli elefanti di Annibale con Palazzeschi, coadiuvata da una certa Berté, approfittando della gioia generale per il goal su rigore segnato da Eschilo, dopo aver tramortito con rabbia una velina di nome Archiloco, usando il giambo chiaro ereditato dal Gladiatore con l’hobby della poesia, che si diede ai reality orgiastici con Laura e Beatrice, su consiglio di Baraldi, nel nefasto giorno in cui Agamennone cavò l’occhio di bue trovandosi a gridare dlin dlon, dopo essere inciampato.
Poeta: Manca qualcosa…
Attrice: E che cazzo!
Poeta: (Fiero, battendo il pugno sulla scrivania) Si va in scena!
Attrice: Banale
Poeta: Chi? Io? Simone? Riccardo?… Manzoni?
Attrice: Il titolo!
Poeta: Quale titolo?
Attrice: Si va in scena!
Poeta: Non era il titolo!
Attrice: È brutto lo stesso!
Poeta: Ci rinuncio…
Attrice: Il solito decadente: troveremo un titolo, non ti abbattere (Lo abbraccia e poi inizia a passeggiare con l’atteggiamento del filosofo pensatore)



Animaelegentes è il titolo di un libro delle Edizioni di Cantarena (Genova, 2006), che riunisce la commedia Permis de traduir di Chiara Daino (da cui sono tratti il primo e il terzo brano) e una riduzione per due attori del Riccardo III di Shakespeare, in versi italiani di Massimo Sannelli (il monologo al centro, come parte cupa, qui). La commedia originale di Daino – costruita con frammenti orali e «piccoli fatti veri» – e la tragedia tradotta da Sannelli si pongono in dialogo: ossimorico, biografico, biologico, autoironico, fantastico. I libri non sono tutti uguali. In ogni caso, come sempre – anche se non sembra e non ci si crede – habent sua fata libelli.

www.chiaradaino.blogspot.com
www.massimosannelli.splinder.com

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