lunedì 22 gennaio 2007

È proprio in domeniche come questa (di Stefano Bianchi)

Rondini?

Ci sono ancora rondini su questi cieli
le ho viste, non ci credi?
Ieri
c’eri
dove sciupavi gli occhi?

Non l’han persa la strada
allora.

C’è ancora il tempo giusto di partire?
Dicono che no, che solo partire
conta.

Camminiamo
una strada di ciechi
segnata da chi regge le sorti
senza un dubbio,
ne manca il tempo,
da che tutto quanto è

soldi.

E in tutto questo andare…
... rondini.

Non l’han persa la strada
allora.


****

dalla raccolta Le mie scarpe sono sporche di sabbia anche d'inverno


Giornata n° 7


È proprio in domeniche come questa
quando l’ansimo del lavoro s’allontana
e un sole freddo e novembrino
d’un tratto al risveglio – ed eran giorni! –
fa capolino
sulle case sgocciolanti della festa
che son lini e panni ad asciugare.

È proprio in domeniche come questa
quando i ragazzi che rincorrono il pallone
nei prati del paese,
le melodie e le parole belle non bastano più.

È proprio in domeniche come questa
quando le sbornie della notte prima,
i cari compagni
rari
e gli occhi belli della femmina
cara
che ho scoperto vicina stamattina
sono chiusi nel sonno della festa.

È proprio in domeniche come questa
mentre due compagni
della strada bella che s’è percorsa
salgono sull’auto per Milano
senza il tempo
di un saluto
nella furia del weekend che va a morire.

È proprio in domeniche come questa
che la tua assenza mi viene a trovare
e un’altra volta – quando l’ultima? –
ritorna accanto a me
mi cammina al fianco
e mi prende la mano
la sinistra
ovviamente
come sempre.


Due vecchi

Camminano.
La testa trema lei del male che la porta
la schiena lui non leva
dagli anni che ha in cartella
assieme ai libri e le merende delle dieci.

Camminano.
E il male che li porta
è questo tumore d'esser nati
che tutti ci accompagna.

Camminano due vecchi

i volti son sereni
e si tengono la mano.


Quando ammetterai che

Il gioco più bello non ti serve più
se non hai con chi giocarlo.

Le ore più serene, serene non son più
se non hai con chi passarle.

La cena più buona non ti sazia
se non hai a chi offrirne.

Le parole più belle sono sorde
se una volta una non le dici a chi può ascoltarle.

Il vestito più elegante non ti abbellisce affatto
se nessuno te l’ha detto.

I soldi e la casa muoiono con te
se non hai a chi lasciarli.

Il viaggio più bello ti annoia
senza chi guardi fuori il finestrino
le montagne che scappano lontano.

Aver ragione è stupido
se non hai chi ti dà torto.

Quel che sei non è
se non riflette gli occhi di chi guarda.

Quando lo ammetterai…

Sta’ allegro amico
è solo la vita che ricomincia
i tuoi sogni che iniziano ad avverarsi.


Vederti la sera

Il solo vederti la sera
è quanto rimane di giorni
di vento e d’aria fresca
non so poi se felici
di più
trascorsi ad aspettare un futuro
che all’improvviso – chi l’avrebbe creduto?
– è tutto qui.

Il solo vederti la sera
è la piccola gioia di cui vivo adesso
così grande da colmare i giorni
di verità
non dico di un senso
che non si può ma della mano che tiene la mia
e la porta in giro con sé
incurante – quanto sa – delle ingrate parole
che non so trattenere
e dello sguardo triste
che mi porto appresso da sempre
come l’ombra della mia serenità.


Spille

Mi mancano perfino le spille
pure quella che sfilasti dalla coda dei capelli
raccolti col gesto più banale
che non so dimenticare
a chiudere la giacca difettosa
e la mia valigia piena
di quei pochi giorni
belli
di vedersi ogni mattina.


L'usato sogno

A volte la sera
mi si spalancano gli occhi sul cuscino della notte
e mi scuotono come da un sogno – la vita?
D'un tratto mi chiedo "Perché non sei qui adesso?"
poi però mi addormento
ancora una volta
e ancora una volta
ti dimentico.

Il mattino mi sveglia,
il lavoro e le altre cose mi chiamano
di corsa coi compagni
dell'usato sogno
che da sempre ci imprigiona.


Novembre – secolo 21

Già stelle di natale
grandi
pendono dal cielo della città
non ancora illuminate, ma son qua.
Novembre ci ha da poco regalato il suo novello
vino
le castagne adornano le tavole dei ricchi e della
povera gente.
È già l’ora triste del commercio del figlio
dell’uomo?
Dei negozi e delle luci per gli allocchi
dell’invidia o la bestemmia di chi non entra
nel paese dei balocchi?
Denaro decide il tuo giorno – figlio dell’uomo –
apre le porte agli uni e le sbarra agli altri
decide l’uomo giusto dall’ingiusto.
Non certo tu figlio dell’uomo – se mai esisti –
ed io che aspettavo ignaro e infreddolito di San
Martino un raggio,
regalo da niente che quasi da sempre mi
vergogno a desiderare tanto,
d’un tratto m’accorgo che è natale – dicono
– auguri e buone feste –
dicono a tutti noi
le stelle di natale.


Alcune delle poesie qui sopra ed altre inedite sono state pubblicate nelle antologie tematiche Il desiderio, Sogno, Il Ricordo, Nella notte di Natale. Racconti e poesie sotto l'albero (presentata alla fiera Più libri più liberi 2007) edite da Perrone Editore, Roma, tra il 2007 e il 2009 e nella raccolta Poeti romagnoli d'oggi e Federico Fellini, Società Editrice «Il Ponte Vecchio», 2009.



*****


(altre poesie dalla prima raccolta La bottiglia)

VIII

Tieni come il più caro tesoro
La verginità dei tuoi sogni
Un giorno la perderai
E da quel triste momento
Non soffrirai più.


Piove

Piove
di gocce leggere
fresche di vita al caldo della sera
acqua, acqua
e io dormo sogni lontani
e ascolto fuori la vita che scorre
come un solletico sulla mia pelle
e io dormo la pace
delle sere d'estate
dormo la pace
d'esser bambini
e quell'eterna vacanza
di essere veri
acqua, acqua
e io dormo al suo ritmo costante
veloce
per una musica che tarda a venire
o forse chissà
è già nelle cose
acqua, acqua …
… arriva qualcuno
una luce
una voce
e non sento la pioggia
più


III

A volte basta un raggio di sole
A volte no.


Nato nel 1972 a Rimini, Stefano Bianchi ha pubblicato le raccolta La bottiglia (Edizioni Pendragon, 2005), Le mie scarpe son sporche di sabbia anche d'inverno e Sputami a mare – Le voci (Fara Editore, 2007 e 2010), quest'ultima segnalata al Premio internazionale Città di Marineo 2011. Ha presentato le sue poesie in vari contesti pubblici, tra cui la radio e la televisione. Alcune poesie sono in rete sul blog farapoesia e sul sito della Fara Editore. Altre sono presenti nelle antologie Il desiderio, Sogno, Il Ricordo, Nella notte di Natale – Racconti e poesie sotto l’albero edite da Perrone Editore, Roma, tra il 2007 e il 2009, e nella raccolta Poeti romagnoli d’oggi e Federico Fellini, Società Editrice “Il Ponte Vecchio”, Cesena, 2009.


10 commenti:

Alessandro Ramberti ha detto...

Stefano sarà lieto di ricevere critiche e commenti alle sue poesie. Direi che gli è congeniale la misura della ballata (facilmente i suoi testi potrebbero essere musicati): "dormo la pace / d'esser bambini / e quell'eterna vacanza / di essere veri". Forse a volte dovrebbe osare scoprirsi di più, raccontarsi senza immagini o filtri letterari e in maniera più asciutta, ma dai suoi versi emerge uno sguardo sensibile e soffertamente ironico sui casi della vita e l'uso di un lessico privo di aulicismi è un pregio.

Paola Castagna ha detto...

La misura della ballata o del canto come un ode ritmata dal sentire.
Un poeta che ascolta e per una ragione, di cui solo lui ne conosce l'origine, necessita di semplicità.
La semplicità della parola per riuscire attraverso la poetica a dire...
Un bisogno di raccontare, di lasciare l'emozione impressa tra le righe.
...A volte basta un raggio di sole
A volte no.
Si, Stefano Bianchi, a volte basta, benvengano queste tue in domeniche ...come questa, tra le parole e Baker di sottofondo.

VIII

Tieni come il più caro tesoro
La verginità dei tuoi sogni
Un giorno la perderai
E da quel triste momento
Non soffrirai più.

Grazie.

Stefano ha detto...

Paola non immagini la sorpresa e l'emozione nel leggere il tuo commento, nel sapere che le mie parole sono "arrivate" a te, che nemmeno conosco.
Grazie a te!
Ho stampato alcune tue cose di cui ho letto ottimi commenti, le leggerò presto "per conoscerti un po'", grazie ancora non sai quanto è importante per me.

Paola Castagna ha detto...

Caro Stefano
il grazie in questi casi va sempre a chi genera un emozione e tu lo fai con la scrittura, Per cui grazie a te.
Ti ho scritto via mail ma ho idea che l'indirizzo abbia un errore.
Fammi sapere, buon proseguo.

Chiara Inesia ha detto...

Ciao Stefano, complimenti per i tuoi versi!
Ti ho citato introducendo i commenti alle mie poesie che ieri Alessandro ha inserito nel Blog, ho pensato di comunicartelo, magari ti fa piacere. Se vuoi andare a vedere vai a Sampaolesi Chiara Inesia.
Cordiali saluti.

Chiara Inesia

Stefano ha detto...

Ciao Chiara! Benvenuta nel blog!
Ho fatto appena a tempo a leggere l'introduzione alle tue poesie e ti confesso che, anche se paradossalmente mentre scrivo non penso mai a se e quando qualcuno mi leggerà, mi fa tantissimo piacere che tu abbia trovato in qualche modo vicine proprio le parole di una mia poesia per questa tua occasione e sì, è proprio vero che, come dici, alla fine il senso e la verità di un verso si scopre o si riscopre ogni volta proprio attraverso gli altri che lo leggono sennò, per quanto nobile in sè, rimarrebbe tutto solo un gioco privato.
Appena ho un attimo leggerò con grande piacere e curiosità le tue poesie.
Intanto grazie!
E certo che mi hai fatto piacere!
A presto
Stefano

Chiara Inesia Sampaolesi ha detto...

Ciao Stefano,

ho comprato il tuo nuovo libro, complimenti!
Volevo sottolineare in particolare la bellezza di Sono qui per deluderti e Normalità, ma mi è anche piaciuto ritrovare tra le tue parole comunque qualcosa che mi appartiene ...gli stessi gabbiani e lo stesso mare, gli stessi luoghi in cui il sole svanisce o ritorna ...mi ha fatto sentire in compagnia.
Complimenti ancora, alla prossima!

Chiara

Stefano ha detto...

Ciao Chiara,

che bella sorpresa risentirti!!
Ti ringrazio tanto per il libro ed i complimenti ed ancora di più per le tue altre parole sulle due poesie che hai citato. A tua volta così fai sentire in compagnia pure me e ti confesso che è una gran bella sensazione, ancora di più poi trattandosi di mie poesie: mi fa molto piacere, davvero, che ti abbiano coinvolto.
Sì, quelli sono proprio anche i miei luoghi...pensa che, tranne gli anni dell'università, non son mai riuscito a lasciarli e vivo a Rimini da sempre. A volte penso a cosa succederebbe se per lavoro dovessi lasciare il mio mare e i miei gabbiani...ma semmai ci penserò se e quando capiterà:)!! Bè ora ti saluto, ho già scritto un romanzo.... A presto e grazie ancora, mi ha fatto tanto piacere quello che hai scritto.

Ciao,
Stefano

Francesca ha detto...

La tua poesia, "il sogno usato"....quando l'ho letta ho pensato: "ah, allora non capita solo a me!"
…e poi ho pensato al fatto che spesso si ascolta questa sensazione dalle bocche dei pazzi o di colori i quali si pongono l'interrogativo piú vecchio del mondo "Chi Sono Io?"

due gruppi che non per caso hanno qualcosa in comune. Entrambe per "costituzione" diversi dalla moltitudine, e “non in grado” di credere che tutto sia qui

....l'albatros sul peschereccio e i gabbiani di Rimini; la vita fuori e la vita dentro...

Non è un viaggio da nulla, quello che ti porta a vedere la vita "da" fuori (uguale se volontariamente o meno),
e a riconoscere come tutto ció, a volte piú e altre meno, non paia altro che un film, pare girato con precisi scopi, pare da un regista che di noi ne sappia piú di noi....come se fossimo stati noi, in altri tempi, a chieder di esser lasciati a quei bivi.….

qual'é il sogno? qual'é lo scopo di "questa" realtá? Farci dormire su cuscini di soldi e di su(l)ccesso? O dimostrarci, tramite la povertá di quei certi sguardi, che non è tutto qui!

Forse sogno troppo.....ma di un sogno dolce…

Stefano ha detto...

Francesca,
no, non credo affatto che tu sogni troppo, anzi...certo che detto da me che spesso (involontariamente o perchè a volte ne ho davvero bisogno) confondo un po' realtà e sogno...non so quanto mi puoi credere...:) Mi piace la storia del "regista" e di noi che in altri tempi...forse è così chissà, io non son credente, almeno non in senso cattolico, però effettivamente in certi momenti, di fronte ad un paesaggio, ad uno sguardo e a certe persone, mi sembra impossibile sia tutto casuale.L'unica cosa di cui son certo è che se c'è uno scopo non si tratta di soldi e successo, anche se senza un minimo di soldi non si può campare, ma questo si sa...Sai cosa mi fa più contento? Che il tuo sogno sia dolce! E poi che magari (ma forse qui esagero!), almeno in piccola parte, sia un po' anche merito mio...