"Esercizi quotidiani di compassione"di Grazia Procino, Puntoacapo edizioni è una raccolta poetica intensa, emotivamente stratificata e profonda, che si articola come un lungo diario dell’anima. Il testo che vanta la prefazione di David La Mantia e la postfazione di Grazia Frisina, alterna prosa lirica, versi liberi e riflessioni introspettive, costruendo un mosaico di esperienze intime eppure universali. La Procino ci guida attraverso un itinerario esistenziale fatto di fragilità, rinascite, amori vissuti o perduti, osservazioni sul mondo e momenti di intensa spiritualità quotidiana.
Protagoniste la fragilità umana e la resilienza. L'opera è intrisa di un senso profondo di vulnerabilità. I versi mettono in scena la fatica dell’esistere (“il tuo lavoro è stancarti nel provare e riprovare ad essere felice”), ma allo stesso tempo affermano la possibilità della rinascita (“atti di rinascita”, “a testa alta”). Il dolore non è negato, bensì trasformato in strumento di consapevolezza. Abbiamo poi l’amore nelle sue molteplici forme. Centrale è il dialogo sull’amore, spesso vissuto come “bruciare insieme”, ma anche come cura, presenza e memoria (“dialoghi nell’assenza”). L’amore emerge come forza salvifica, una sorta di àncora contro l’apatia e l’erosione del tempo. È sia eros che philia, e spesso assume una dimensione spirituale. Il titolo è perfettamente coerente con uno dei fili conduttori del libro: la compassione come esercizio quotidiano. Il gesto semplice, la cura per l’altro, l’attenzione agli “attimi di gioia” diventano atti rivoluzionari. In “Benedetto” e “Ogni grazia”, questa compassione si fa concreta, tangibile, e si oppone alla “fiera della vanità”.
"... perché chi vive in empatia con l'altro accoglierà malinconia e ne farà primavera."
La consapevolezza del tempo che scorre, della vecchiaia (“Senilità”) e della morte (“La fine tocca a tutti”, “Ai non più vivi”) si intreccia con il desiderio di lasciare una traccia (“vivere per lasciare qualcosa di buono”). Ma il testo rifiuta ogni retorica del lutto: anche l’epilogo è una celebrazione della possibilità di trovare bellezza nel dolore.
C'è una profonda attenzione alla dimensione del vivere quotidiano, soprattutto al vissuto femminile, in versi che parlano di città afose(l'afa non teme l'asfalto nell' estate che divora ogni fiato), lavatrici sbagliate, biscotti ai semi, e sandali all’uscio. Una poetica dell’ordinario che diventa sacra e politica, dove anche l’accudimento e il gesto domestico si caricano di significato.
Lo stile è essenziale, spesso minimalista, con un uso libero della punteggiatura e della struttura tipografica. L’andamento è musicale, ma mai forzato. La voce narrante è tenera e al tempo stesso consapevole. In certi passaggi affiora una vena filosofica o spirituale, senza mai diventare dogmatica.
"Impegnarmi a non avere paura/questo devo a me stessa."
O ancora si legga:"verso sera facciamo i conti/ con la nostra giornata e pensiamo :/fatti non foste a viver come bruti.."
Per concludere che"dovremo imparare a farci bastare il poco che resta".
"Esercizi quotidiani di compassione" è un’opera di grande maturità espressiva. La Nostra riesce a trasfigurare l’ordinario in una lingua poetica capace di accogliere il dolore e celebrarne la trasformazione. Una raccolta che non si legge solo con gli occhi, ma anche con la pelle, il cuore e la memoria.
Vivamente consigliato.
Qui la dedica autografa della poetessa
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