martedì 13 maggio 2025

“Non so resistere”

recensione di Flavio Vacchetta

Nella prefazione al libro di Alessandro Ramberti, Luigino Bruni ci dà l’esatta dimensione dello spirito dell’Autore che attraverso la poesia s’interroga sui grandi misteri della vita e scopre interminabili spazi dove corpi umani riflettono i desideri e passioni del cuore.
Forse per ognuno di noi c’è una stella che al momento opportuno rende partecipe la nostra esistenza e ci fa capire quanto è grande il pensiero umano alla ricerca di un giustificato equilibrio dove la fragilità del vivere trova propria collocazione inventando o forse diventando storia.
Spiega l’autore:


Da chi dipende

il mio destino

quanto da me

quanto dal fuori


dove mi colloco

per valutare

l’area di scelta

di libertà?


Siamo compagni

di Giobbe d’Uz

scoordinati

da fatti alterni


siamo in balia

di quanto accade

ma c'è un messaggio

che abbraccia tutto.


Dall’interno dell’anima nasce una sensazione di incertezza che diventa spesso fatalismo e domanda sulle verità della vita e lo scopo di quel lungo ed incessante orientarsi dell’universo sempre più misterioso. 
Il silenzio copre sempre solitudine e sofferenza, ma la luce di tanto in tanto attraversa il corpo incapace di raggiungere oasi di tranquillità:


Devo buttare

giù queste righe

niente di nuovo

ma devo farlo


mi urge qualcosa

a proclamare

un’amicizia

in contumacia


la dedizione

richiede un io

disposto a darsi

prodigalmente


il vero dono

è smisurato

senza bilancia

avendo già


nell’aver dato

il suo compenso

non computabile

misteriosissimo.


La luce dei versi di Ramberti stimola e fa meditare sulla condizione umana che vive in apparente realtà, immanente rappresentazione in cui il poeta rimane con lo sguardo fisso e allargato sulla bellezza del mondo.
Non sa resistere, dice Alex, e quasi vorrebbe potersi creare un universo tutto suo attraversando con le stelle e Dio l’amore che regna sovrano tra cielo e mare, superando il sogno in cui umana tristezza appaga finalmente il suo desiderio di libertà e di visione in quel suo mondo di mirabile grandezza cosmica.


Gli occhi si staccano

dal cuore quando

il male è ovunque

nella catastrofe


ma a volte colgono

bagliori intimi

si fanno ciechi

per ascoltare


si gela il sangue

ma giunge in petto

il gran silenzio

in cui ti sciogli


così converti

quello che senti

al congiuntivo

che si fa strada.


La maestosa poesia di Alex scorre veloce accompagnata da una soave musica che si percepisce e che fa brillare gli occhi e trasporta in un’atmosfera fantastica ove tutto è luce e la bellezza ingrandisce l’ansia di conoscenza per tutto ciò che riguarda turbamento e maestosità: più lo si guarda, l’autore, più lo si sente e più pare vicino in un alternarsi di felicità ed appagante dolcezza.
Ecco perché il sottoscritto ha dovuto scrivere qualcosa sull'autore facendo riferimento alla sua prima poesia di questo avvolgente libro.
E con lui accogliamo la voglia di seguire, intraprendere il suo viaggio poetico che tanta soddisfazione porge ai suoi innumerevoli fans.
Grazie Alessandro.

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