venerdì 15 settembre 2023

IT'S FRIDAY! sei poesie inedite di Anna Rita Merico

 


It's friday! è una rubrica a cura di Annalisa Ciampalini


Dal fuori al dentro

Miriam dentro quel gruppo scampato e in fuga

Miriam con il mare dietro e bianco di deserto avanti

Miriam lasciaci nascere a sguardo nuovo

Miriam levatrice di linguaggio

Miriam che nasce a sé nel lasciare nascere popolo

suona il timpano    Miriam

lascia Miriam che gesto e canto riscrivano corpo

Miriam stana tempo di canto e danza vittoria

che sia passo di ritmo nello spaziotempo della vita che viene

Miriam lascia cantare il nuovo nell’universale che abiti

che il corpo preghi all’unisono d’ogni cellula ora nata

Miriam tieni ancora filo che lega noi all’immenso

Miriam mostraci la nostra creaturalità nel Cosmo affinché misura ci limiti

Miriam che creazione e Sua fonte ci tengano, oggi

Miriam ampiezza di gesto

**


Di Chiara rammento la notte 

l’andare incontro 

quel suo perdersi per trovarsi

di Chiara rammento i racconti

tutte nascoste ad ascoltare parola che nutre

Francesco la riconobbe sorella consegnandola al dentro di muraconchiglie

così si proteggeva anima dolce nella visione di un nuovo a venire

 

Francesco parole guerriere

tu   Chiara combattente nel chiuso

ti vedesti negata viandanza fuori dalle mura

Chiara hai insegnato misura e norma

Chiara hai tessuto annullamento e libertà

guardo cosa genera il comando sotto la tua pelle

ogni imposizione lavora e forgia capovolgimento

ogni imposizione ti ha consegnata al trascendimento di te

attratta dalla parola autorevole che hai figliato

osservo il tuo fare

hai sciolto mura hai generato sentire

    sentire giunto sino a me

hai digiunato per nutrire altro

lo hai fatto per tutte

verso e trama dell’inaudito

Miriam tessiamo canto di libertà nelle memorie che dicono il domani

Miriam tu che hai riconosciuto Fonte consentici la preghiera della conoscenza

quella che tiene noi unite e prossime ad ogni essere del Cosmo nel compimento

nel riconoscimento

**


Mi ascendo
trasparente nebbia
fuga in autostrada
la luce s’appoggia lenta
 
Mi ascendo
nell’attimo d’una durata
che accoglie pensieri
carezza d’alba
 
Mi ascendo
nitore d’umido
ponte di lento
agonia di un dio
 
Mi ascendo
fedele ad un’incarnazione
che mi pone a terra
al centro di determinazione di me
 
Mi ascendo
accoccolandomi in minute veline
strappate ai bordi
d’incontrollati rientri

**

Condusse a noi una sporta
in essa un filo lacerato
-ecco- disse -sfilacci dell’interruzione-
oggetti scheggiati
capezzoli vuoti
il tuo soffio perduto
 
ne stringemmo memoria
cosa ti aveva strappato respiro?
una dea antica mostrò come il dentro debba lasciar crescere ciò che contiene e nutre
questo corpo è abitabile
ematico della struttura temporale
caos d’origine
 
sono scesa nei cunicoli del dentro
nell’impuro pulsante
in cui iniziare prima di cominciare
ho tessuto quel vuoto in cui ho spiato nascere l’essere
un contatto semplice e inesprimibile
ha indicato visione
e          ho trasceso quanto conosciuto
di ciò dico
**

Dettarono una Genesi altra
all’inizio non v’era più separazione ma rotondità d’amore
nutrite d’acqua d’acero e uova per narrare un’origine generata da corpo di donna
dissero d’un filo che unisce trasformazioni e esili rendendoli luogo
dissero di parola nascente nell’alveo di una fragilità che teneva forte
riscrissero testi tratteggiando aurore di spiritualità
ritorni a sé
unirono frammenti
teologia e poesia si sfecero l’una nell’altra mostrando altro
voli tubarono
venne tramonto e pigolii rossi sbeccarono le anfore
nuova acqua scorreva
ora
occhi chini e mani aperte al cielo sussurravano l’andare
**


Ci additò
maternità simbolica
 
s’era sdoppiata
mettendo al mondo se stessa
**



Commento a cura di Anna Rita Merico

Il rapporto con il divino segna molto pensiero contemporaneo. Quando utilizzo il termine “divino” mi riferisco all’umana capacità di trascendersi per poter stabilire connessioni tra la propria natura e quella divina, tra sé e il creato con il suo respiro.
All’interno di tale alveo di indagine le donne hanno aperto crepe produttive in quanto era già stato  codificato. Molto interessanti, nelle diverse epoche storiche, le figure delle Fondatrici: profete, iniziatrici di ordini, teologhe, badesse, mistiche…
Ne nominiamo alcune perché è bene attraversare la parola e la simbologia dei loro gesti fondanti: Miriam, Debora, Ruth, Chiara… Ricevere la parola senza alterarla, abitare la prossimità alla propria intimità volgendola in spiritualità, rendere armonia nella relazione tra pensiero e vita sono piani di legami fondamentali che hanno storicamente mostrato profonde discipline e autenticità del sentire.
Tutte ci dicono, al di là dei differenti percorsi, di una messa al mondo di sé che è rottura e nuovo inizio. In ciò la testimonianza della  grande attualità che Le lega a noi. In ciò la continuità del viaggio nel più profondo dell’anima e della parola.

Biografia dell'autrice

Anna Rita Merico è Nata a Nola (Na); formazione presso Università Federico II Napoli con Laurea in Filosofia; attività di ricercatrice presso M.C.E. (sedi Roma e San Giorgio a Cremano) su innovazioni didattiche e metodologie laboratoriali facilitanti apprendimento attraverso attivazione dell’intelligenza emotiva; attività di ricerca presso dipartimenti universitari nel settore degli studi di genere con riferimento all’età classica (culture mediterranee) e contemporanea (Italia e cultura anglosassone).

Pubblicazioni:

  • Era un raggio…entrò da Est, Musiacaos ed. 2020 (silloge)
  • Fenomenologia del Silenzio (Segnate pietre, In the process of writing, Dall’angolo bucato entra memoria, Una parola si bea, al sole, pulsando infinita), raccolta 2004/2021, Musicaos ed. 2022  


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