La dicitura blindata delle cose
è una forma d’imperfezione
- come nei diamanti-
più preziosa della perfezione stessa.
E’ questa che i poeti cercano
col cuore rarefatto
la combinazione
di essere e di apparire
il farsi verità
di una menzogna.
***
Trema chi dell’abisso fa suo seme
e teme sia tenebra il raccolto,
ma poi la luce viene
a raggi o a perturbazioni
ed è una forma di limpida materia
l’amore che ne scaturisce
e sgrana le ore nell’opera del tempo
ma non è questo ad invecchiarci
è quanto tratteniamo
- tutto ciò che non lasciamo andare.
***
E ora che anzitempo si è attraversato
il guado del secolo
il limite inatteso del nostro abitare
ci avviamo verso la soglia di qualcosa
che più non somiglia a ciò che eravamo.
***
E’ tornato maggio coi suoi deserti asili
e gli impensati vuoti
abbracciati al silenzio dei cortili
quando non c’è altra musica
che lo sfrecciare alto delle rondini
il loro garrito che rammenda l’aria
lacerata dalla paura di chi tra quattro mura
sente che la vita è vita condensata
e come gli atomi perdendo energia
emette luce. E luce allora sia
e illumini ciò che ci fa umani
mostri che non è radice il male
ma lo recide l’essere amati e amare
- l’impegno quotidiano
di chi con le parole dalle cose
estrae splendore.
***
Se è distanza uguale
a quella tra la rosa e il suo profumo
non temo lo stare nel silenzio
dove l’attesa è certezza del bello che viene
e del bene vivo nella materia del nostro risveglio
nel mattino imbastito di voli e del mio quotidiano
prestargli il cuore per un canto spezzato
dall’abbaiare di cani senza pietà
e ricomposto nell’attimo preciso
del traboccare delle ore
da un tempo che più non le contiene.
**
Fa le notti alle aurore avare di luce
la pazienza ribelle
a un silenzio acquiescente
scavalca la storia ammutolita
per lei cerca nuove parole e di gioia
accende il tempo dei cortili
perché avvampi ciò che è tiepido
e sia tracciato il segno tra il limite e l’oltre
così che noi si stia nell’aldiquà
dell’infinito.
Le poesie che avete letto sono tratte dalla raccolta inedita di Lucianna Argentino, "Appunti di un canto controverso"
Lucianna Argentino è nata a Roma nel 1962. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: “Gli argini del tempo” (ed. Totem, 1991) con la prefazione di Gianfranco Cotronei; “Biografia a margine” (Fermenti Editrice, 1994) con la prefazione di Dario Bellezza; “Mutamento” ((Fermenti Editrice,1999) con la prefazione di Mariella Bettarini e postfazione di Plinio Perilli; “Verso Penuel” (edizioni dell’Oleandro 2003) con la prefazione di Dante Maffia; “Diario inverso” (Manni editori, 2006), con la prefazione di Marco Guzzi; “L'ospite indocile” (Passigli, 2012) con una nota di Anna Maria Farabbi; il poemetto “Abele” (Ed. Progetto Cultura, Le gemme 2015) con la prefazione di Alessandro Zaccuri; “Le stanze inquiete” (Edizioni La Vita Felice, 2016); “Il volo dell’allodola” (Edizioni Segno, 2019) con la prefazione di Gianni Maritati; “In canto a te” (Samuele Editore, 2019) con la prefazione di Gabriella Musetti. “La vita in dissolvenza” (Samuele Editore, 2022) con la prefazione di Sonia Caporossi. Il 29 settembre del 2019 le è stato assegnato il Premio Caro Poeta 2018 durante la quinta edizione di “La parola che non muore” Festival a cura di Massimo Arcangeli e Raffaello Palumbo Mosca.
La foto di copertina è una foto di Luigi Ghirri.
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