Marco Marchi, A i sarèm sèmpra (Ci saremo sempre), Fara 2022
recensione di Alessandro Vannini (Università di Bologna)
La lettura della raccolta è stata piuttosto impegnativa; soprattutto per il testo, oltre che per i contenuti. Ho infatti riscontrato (mia impressione?) un’evoluzione nella terminologia dialettale, tale da rendere meno fluida la lettura stessa (che del resto, purtroppo, ne costituisce una delle maggiori difficoltà). Ho infatti dovuto ricorrere assai spesso alla traduzione. Pazienza. Tanti in ogni caso gli spunti per una meditazione: una caratteristica che a mio avviso accomuna i vari lavori è l’emergere, a volte in modo potente, di un’arguzia e di un’ironia nostalgica che avvolgono i tanti ricordi legati indissolubilmente all’amatissima terra dell’autore, la Romagna. La galleria dei personaggi e degli stati d’animo risulta assai vasta, ognuno tracciato in modo molto efficace. Ovviamente, questo ha generato nel sottoscritto notevoli difficoltà nel raggiungere l’obiettivo posto da Leslie, ovvero l’identificazione delle tre poesie maggiormente piaciute. Ci ho provato ed il risultato è il seguente. Per tale scopo ho utilizzato una metodologia che definirei “ad eliminazione “, non so fino a che punto idonea per questo tipo di scelta: metodo che in ogni caso mi ha permesso di ridurre gradualmente il numero dei componimenti, fino a pervenire al risultato desiderato (anche se con alcune rinunce sofferte). Marco mi perdoni! Dalla prima scrematura di quindici sul totale di sessantanove, sono passato a dieci poi a sei: cinque poesie relative a “Dentro l’anima”, una sola ai “Ritratti” (non saprei dare una spiegazione precisa sul motivo di questo divario). L’ultimo “strappo”, forse il più crudele, ha portato al seguente risultato: La mi moi, pag. 43 (arguzia, ammirazione, grande affetto); Mélanóvzéntequarèntasét, pag. 63 (nostalgia, affetto, rimpianto); Reghèl, pag. 90 (introspezione, fatalismo e humor). Grande sofferenza per l’esclusione di Lóu (pag. 87), magnifico autoritratto riportato anche sul retro di copertina del volume e di un divertentissimo L’Inféran (pag. 85). È tutto. Mi scuso ancora con Marco per il sistema usato nella scelta, piuttosto empirico ma efficace. Un caro saluto da
Van Ales
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