Al centro di ciò che non si dice
il mare aperto
l’abisso e il naufragio
le rive desolate
la palude delle stagioni
dove maggiore è il suono 𝘕𝘶𝘭𝘭𝘢
e si trema
balbettando lamelle
di fiato – appena
sull’enigma cosa 𝘕𝘶𝘭𝘭𝘢
**
Pietra su pietra su pietra
Così il muretto a secco
Così la casa
la pieve e la piramide
Sasso dopo sasso
Strato dopo strato
Come crinale di monte spinto al cielo
di gradino in gradino
costruire un credo
con occhi calati e braccia alzate
La povertà in mano
**
Nessuna rete o radice
a frenarli
hanno pendii scoscesi
fatiche respiri e pensieri
E pure ancora
nei dirupi
stupenda
la vita
m’afferra
**
Frattanto
attorno al tumulto
soffusamente
come un niente
il più muto
Grazia Frisina vive in Toscana. Già docente di Lettere nelle scuole superiori.
Le sue pubblicazioni: il romanzo A passi incerti (2009 finalista “Premio Firenze” 2009), il dramma poetico sulla Shoah Cenere e cielo (2015- rappresentato al museo della Deportazione di Prato), e Madri (2018), prefazione di Marinella Perroni, (tre pièces su alcune figure femminili del mondo biblico, dalla pièce Stabat Mater è stato realizzato un corto, girato nel carcere di Pistoia); le raccolte poetiche Foglie per maestrale (2009), Questa mia bellezza senza legge (2012), Innesti (2016 – opera vincitrice alla XVI ed. Contropremio Carver, 2018), Pietra su Pietra (2021).
Ha ideato e curato i dialoghi poetici: Ricordi come raccoglievamo i narcisi sulla storia d’amore fra Sylvia Plath e Ted Hughes (presso la biblioteca San Giorgio, Pistoia 2015) e Il mare nel vento – Una voce dentro l’altra, sull’amore fra Elizabeth Barrett e Robert Browning (presso la casa-museo Guidi, Firenze 2017).
È presente, con alcuni suoi componimenti, in varie riviste letterarie nazionali e
internazionali.
Ha partecipato al festival di poesia Notturni di versi di Portogruaro (2016 - 2021).
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