che si fa sollievo, cristallo liquido
quando docile si fa contenere
dai palmi e dalla brocca
e generosa tutti ci contiene
antica come le prime cose dette.
Paziente acqua, ti fai carezza
leggera soltanto
quando tutto intorno si addensa cupo
per il troppo rumore
rumore di disattenzione, rumore di tanti
io frammentati, rumore di memoria
spezzata, trafitta e calpestata
ecco che ti fai piuma, nitore d’anima
silenziosa arrivi e porti a noi
un sorso della tua quiete.
**
Grazie per la scrittura
per il segno, antico tratto
di parola taciuta, calco dell’umano
nera carezza di muro
soffio eterno di cenere e grafite
memoria di carbone e pigmento
diario primitivo
pulviscolo universale
divina narrazione
grazie per questa incontentabile
tenerezza e insoddisfazione nel sapere
che si fa disarmo e sguardo alto senza fine
grazie per l’arte ed il linguaggio
che obbedienti seguono il destino
grazie per la tenacia del fusto
e la veemenza del tuono
per la perfetta geometria della neve
per il dono del riposo
e il mistero del sonno
per tutte le fragilità che siamo
pieghe millenarie di sorella imperfezione
grazie per l’infinito cosmo
che portiamo dentro come un segreto
minerali e geografie celesti
tracciati nelle vene, noi stelle domiciliate
in attesa del ritorno, sfere cadute
e claudicanti nella perfetta nostalgia del rincasare
grazie per la notte e la sua pazienza di candela
per il suo silenzio di madre che ninna
dopo le faccende e a tutti rimbocca la fatica
grazie per il mattino e la sua luce di promessa
per gli incontri voluti e inaspettati
per il cielo, maestro alto di sguardi
per la terra che lenta accoglie e ospita
manto gravido di fiore e di lava
per il fuoco vivo dell’ingegno
e il suo bagliore primordiale
di creazione e di progetto
grazie per i nostri cari
dai quali discendiamo e senza i quali
non saremmo. Per tutto questo e molto altro
di meraviglioso e caro
occorre ora e sempre ringraziare.
**
Amare è questa fame degli occhi
e delle mani, senza risparmio
l’eterna ferocia del dare
perché da un preciso momento
non ci sei più tu, ma un altro ti viene dato
e il mondo si rovescia e fuoriescono
cose_case_maglioni_decisioni.
In questa disumana logica del dono
anche l’universo si inchina davanti a un sì.
**
Io imparo le cose più care
quelle che rimangono nel tempo
sempre le stesse
voce, faccia, madre, padre, figlio
e quelle che mutano di senso e di sostanza
casa, tavolo, letto, cassetto.
Io imparo l’aria asciutta del pianto
quando si secca d’improvviso
al sole del perdono.
Paola Mancinelli (Taranto, 1974) approfondisce gli studi filosofici e teologici, ottenendo il titolo di Magistero in Scienze Religiose. È poeta e artista visuale. Ha esposto in mostre personali, collettive e di gruppo. È presente nel volume Secolo Donna 2021. Almanacco di poesia italiana e nel volume Sud. Viaggio nella poesia delle donne (Volume secondo) a cura di Bonifacio Vincenzi, Macabor Editore, 2020. Suoi inediti sono presenti nelle antologie poetiche Le biglie fanno rumore, a cura di Lorenzo Mele, Il Visionario Poesia (2020); Pensieri, versi, echi di emozioni, testo che raccoglie le opere dei premiati e dei selezionati per il VII Concorso Internazionale di Poesia «Parasio – Città di Imperia» (2020); nell’antologia poetica virtuale Transiti Poetici, Vol. XVIII, a cura di Giuseppe Vetromile (2020). Ha pubblicato il libro di poesie La resa del grazie, Giuliano Ladolfi Editore (2019). È presente nelle raccolte poetiche Sud. I poeti (Volume sesto), a cura di Bonifacio Vincenzi, Macabor Editore (2019), Il corpo, l’eros, Giuliano Ladolfi Editore (2018), Close up. 0.10 Atti introspettivi di Sara Liuzzi, Gangemi Editore, Collana Contemporanea (2018), Parole Sante, Kurumuny Edizioni (2015). Ha pubblicato il libro d’artista Poesia, tempo presente. La parola e il tempo, Print Me Editore (2014). Fa parte della redazione online della rivista Atelier, trimestrale di poesia, letteratura e critica, per la quale cura il progetto di arte e poesia «Visuale sul Novecento».
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