______________________________
Giancarlo Baroni
Lo sguardo contro il Tempo
*
Airone cenerino *
Ogni anno mi aspetti
in questo laghetto alpino
sei tu davvero
o un altro somigliante? Solitario
airone cenerino che sali
dove i compagni
non si arrampicano. Ai bordi
dell’acqua sembri
non un predone di trote
e di lumache ma quasi un dio egizio.
Il collo lungo e dritto
il profilo del becco a lancia
grigio indovino attento
ai tremori dell’acqua. Al minimo
rumore voli via.
(* Due Laghi, Val di Non)
Commento.
Un'aerea delicatezza, un senso di inatteso stupore. Una carezza che dona un risplendente e acuto squarcio che pare attraversato, con tutta la sua dolcezza melodiosa, da una ridente e fugace illusione di felicità. È ciò che il lettore può avvertire in questo canto adamantino, edenico e trascendente, di Giancarlo Baroni (Parma, 1953), tra i più sensibili e ispirati poeti che, negli ultimi tempi, hanno amorosamente interrogato i piccoli e i grandi prodigi del mondo degli animali (e, in particolare, del luminoso universo degli uccelli). È, in questi versi, una soavità gentile e una calma ristoratrice che danno l'idea di un'alta visione nobilmente trasumanata, in cui la stessa Natura è avvertita come una ciclica promessa di eterna e di sempre rinnovata letizia: qui tutto è lieve e docilmente canta e risuona; tutto rifulge e sale; tutto vola e s'inazzurra in una contemplazione pura che fa della stessa parola poetica un'occasione per esprimere, con la beatitudine di uno sguardo divenuto quasi fanciullo, lo struggente desiderio di interdire, anche per pochi istanti, la piaga mortale del Tempo.
In alto, un’opera di Ely Martini.