Mi
chiedo se ci sia abbastanza ossigeno
Per
il respiro dei nostri corpi
In
questa piccola stanza dove dormiamo
Da
pochi nuovi giorni o forse da sempre.
Noi
ancora paralleli - questa volta da sud a nord
Mentre
prima giacevamo da ovest verso est
In
un’altra latitudine che aveva sentore di eternità.
Ti ho perso
nell’inventario del prima e del dopo;
Quello delle cose già
fatte e quelle ancora da farsi.
Questo è un profumo
oriundo con accento straniero
Che ci ricorda di noi,
di chi eravamo,
Di quello che credevamo
di essere,
Di quello che volevamo
sfuggire,
Per sopravvivere.
E ho scritto liste su
liste - causa della tua derisione -
Per non dimenticare, per
accordare le chitarre,
Per impostare lo
scenario,
Per essere in sintonia
con tutto quello che sfugge,
Malgrado il tempo, o
proprio per quello,
Nonostante il rammarico,
Espresso in frasi
ipotetiche al passato e
Costellato di “se...” e
“avrei dovuto...”.
Ma anche la pioggia ha
il suo sapore di nostalgia del futuro,
In quell’odore di strade
bagnate
E di taverne appena
chiuse,
Dopo l’ultimo conto
pagato e le sedie sui tavoli,
Il pavimento pronto per
le pulizie.
Il sartiame dei nostri
pensieri,
Il proscenio dei nostri desideri,
Le quinte del nostro
inconscio.
Eppure, tu c’eri, e
avevi l’aria di voler vivere,
Sfoggiando un sorriso
ammaliatore,
Seduta davanti a quel
caffè francese al confine
Tra Gallia e Albione ...
Combattuta tra patria e
libertà,
Tra regno e
repubblica.
Il giardino di casa dove
tuo padre coltivava
il rabarbaro e le
fragole.
E la voglia del mondo
dall’altra parte.
Ma ogni tazza di tè ha
un sapore diverso
Che adesso mai ti
soddisfa.
E così ritorno a
comporre liste
Di quello che è stato
conquistato
E di quello che ancora
occorre.
L’anello nel dito delle
promesse.
Penna e carta alla mano,
nel camerino,
Davanti alle luci dello
specchio,
Trucchi, matite per gli
occhi, fondotinta,
Prima di andare in
scena,
di là, sul palcoscenico.
I’ve lost you in the
before and after inventory;
That of the things
already done and those still to be done.
This is a native scent
with a foreign accent
Which reminds us of us,
of who we were,
Of what we thought we
were,
Of what we wanted to
escape,
To survive.
And I’ve written lists
upon lists - origin of your mockery -
Not to forget, to tune
the guitars,
To set up the scenario,
To be in tune with all
that escapes,
In spite of time, or
just for time’s very reason,
Despite the regrets,
Expressed in
hypothetical sentences in the past tense and
Studded with "if
..." and "I should have ...".
But even the rain has
its own taste of nostalgia for the future,
In that smell of wet
streets
And of just closed
taverns,
After the last paid bill
and the chairs on the tables,
The floor ready for
cleaning.
The rigging of our
thoughts,
The stage of our desires,
The scenes of our
unconscious.
Yet, you were there, and
you had the air of wanting to live,
Showing off a charming
smile,
Sitting in front of that
French border cafe
Between Gaul and Albion
...
Torn between homeland
and freedom,
Between kingdom and
republic.
The home garden where
your father used to grow
rhubarb and strawberries.
And the desire of the
world on the other side.
But now each cup of tea
tastes in a way
That never satisfies
you.
And so I keep going back
to making lists
Of what has been
conquered
And what is still
needed.
The ring is on, in the
promises finger.
Pen and paper in hand,
in the dressing room,
In front of the mirror
lights,
Make up, eye pencils,
foundation cream,
Before going
Just out there, on
stage.
Un’altra
casa e un altro caso, per caso.
La
testa che guarda verso i piedi
E
si illude che quella sia la direzione.
Quale
errore! Quale orrore! credere al “sempre”
Quando
nemmeno i sepolcri sono per sempre.
E
tra i molti dubbi continua ad assillarci
Una
domanda:
“Ma Dio, sarà
felice?”
I
wonder if there is enough oxygen
For
the breathing of our bodies
In
this little room where we’ve been sleeping
For
a few new days or perhaps for an eternity.
We’re
still lying parallel - this time from
south to north
While
previously we lay from west to east
In
another latitude that had a hint of eternity.
Another
house and another situation, by chance.
The
head looking towards the feet
And
getting deluded that this is the direction.
What
an error! What a horror! believing in "forever",
When
not even graves are forever.
And
among the many doubts,
a
question continues to haunt us:
“Is God really happy?”
Tra
noi e la città che si fingeva distratta,
Addormentata
ai tuoi occhi
Noncurante
dei tuoi gesti.
Aspettavamo
un segno
Che
ci portasse via
Come
un autobus
Su
una rotta determinata e precisa,
Allo
stesso modo di un tragitto già scritto
Nelle
stelle - un destino fermo e irripetibile
Fino
all’ultima goccia.
E
adesso è il presente che ci rimane,
Nient’altro
che l’adesso. L’ora delle ore.
Il
Sancta Sanctorum che contiene il mistero
E
il miracolo della transustanziazione.
Sapessi
quanta stanchezza occorrerà ancóra
Per
dimenticarsi di tutto e di tutti,
Per
non credere più,
Per
non curarsene e lasciar perdere.
Per
essere soltanto quello che siamo stati,
Niente
di meno, niente di più.
If
you only knew how much weariness got in the way
Between
us and the city that pretended to be distracted,
Asleep
in your eyes
Indifferent
to your gestures.
We
used to wait for a sign
To
take us away
Like
a bus
On
a determined and precise route,
In
the same way as an already written path
In
the stars - a firm and unrepeatable fate
Till
the last drop.
And
now it's the present that we have left,
Nothing
but now. The hours’ hour.
The
Sancta Sanctorum that contains the mystery
And
the miracle of transubstantiation.
If
you only knew how much weariness it will still take
To
forget about everything and everyone,
Not
to believe anymore,
To
not care and let it go.
To
be just what we have been,
Nothing
less, nothing more.
Sapessi
quanta stanchezza si è intromessa
Tra
noi e la città che si fingeva distratta,
Addormentata
ai tuoi occhi
Noncurante
dei tuoi gesti.
Aspettavamo
un segno
Che
ci portasse via
Come
un autobus
Su
una rotta determinata e precisa,
Allo
stesso modo di un tragitto già scritto
Nelle
stelle - un destino fermo e irripetibile
Fino
all’ultima goccia.
E
adesso è il presente che ci rimane,
Nient’altro
che l’adesso. L’ora delle ore.
Il
Sancta Sanctorum che contiene il mistero
E
il miracolo della transustanziazione.
Sapessi
quanta stanchezza occorrerà ancóra
Per
dimenticarsi di tutto e di tutti,
Per
non credere più,
Per
non curarsene e lasciar perdere.
Per
essere soltanto quello che siamo stati,
Niente
di meno, niente di più.
If
you only knew how much weariness got in the way
Between
us and the city that pretended to be distracted,
Asleep
in your eyes
Indifferent
to your gestures.
We
used to wait for a sign
To
take us away
Like
a bus
On
a determined and precise route,
In
the same way as an already written path
In
the stars - a firm and unrepeatable fate
Till
the last drop.
And
now it's the present that we have left,
Nothing
but now. The hours’ hour.
The
Sancta Sanctorum that contains the mystery
And
the miracle of transubstantiation.
If
you only knew how much weariness it will still take
To
forget about everything and everyone,
Not
to believe anymore,
To
not care and let it go.
To
be just what we have been,
Nothing
less, nothing more.
Max
Mazzoli è nato a Parma nel 1963. Vive tra Parma, Londra e Cambridge. Sì è
laureato in Linguistica e Letteratura Italiana presso UCL (University College
London); ha ottenuto un PGCE (Post Graduate Certificate in Education) per
l’insegnamento al London Institute of Education (UCL); poi all’Università di
Cambridge ha conseguito un Master (MPhil) in Latin American Studies con una
laurea su Pablo Neruda e il realismo sociale. Pur rimanendo cittadino
italiano, ha conseguito la cittadinanza inglese. È insegnante di English
for Academic Purposes (EAP) e prepara studenti per l’accesso a università
anglofone. Dal 1989 a oggi ha pubblicato 7 raccolte di poesie in italiano
e in inglese con Book Editore: In La Minore; Dissepolta Polvere; Nella
Flagranza dell’Istante; L’Altra Metà del Tempo; The Bosphorus Poems / Poesie
del Bosforo; Prima ch’io ti tocchi (100 Sonetti e una Canzone) / Before I
May Touch You (100 Sonnets and a Song); Oltre Questi Luoghi (Spazio e
Tempo di un Luogo Presente) / Beyond These Places (Space and time of a Present
Place). Alcuni dei sui versi sono stati letti su Rai Radio Uno nel
programma Zapping. Ha collaborato con racconti e poesie in antologie
curate da Epika Edizioni, Puntoacapo Editrice e Bertoni Editore. Ha tre
raccolte inedite di poesie e una di racconti nel cassetto. E si ripromette di
continuare a scrivere.
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