martedì 20 luglio 2021

RIFLESSIONI SULLA SILLOGE DI ALI AL HAZMI "UNA FARFALLA TATUATA"

 




Dopo l'attenta lettura della pregevole introduzione di Enzo Bacca al testo e, nella parte finale, delle sensibili note di Claudia Piccinno, a cui va attribuito il merito dell'insigne lavoro dell'accurata traduzione dall'inglese in italiano, ho avviato la mia personale analisi della raccolta poetica di "LA FARFALLA TATUATA" di ALI AL HAZMI,  poeta di meritati riconoscimenti a livello internazionale.

Nella letteratura greca compare spesso un riferimento alle Muse, un' invocazione alle dee delle arti, figlie di Mnemosine, sia nei proemi, sia nel corso delle opere, elemento che diverrà un topos letterario per gli scrittori successivi. Così la musa della poesia, Calliope, inizialmente canta attraverso il poeta che mantiene l'anonimato, nascosto dietro questa figura; nel tempo, poi, il poeta, attraverso un processo d'interiorizzazione, si inserisce in prima persona e, accanto alla divinità,  appare l'uomo con il suo canto. Si assiste così  ad una specie di sdoppiamento nel poeta, dell'ispirazione, divina o meno, attenta e vigile da un lato, e dell' "IO" che canta ciò che gli detta il cuore. 

Nel testo "UNA FARFALLA TATUATA", il poeta ALI AL HAZMI non appare sotto l'investitura mimetica di una divinità.  Nonostante "il desiderio metafisico" presente nel suo animo, si rivolge ad una donna e nella forma di un "tu"  interlocutorio, afferma di essere "il sole" della sua pazienza e di non attenderlo. Con l'incipit al sole, emblema di luce nella mitologia, il poeta intende esordire, aprire il suo canto, che deve essere un canto di rinascita e di abbagliante splendore. Così, come un sole, come un "principe della luce", il poeta inizia il suo viaggio introspettivo, analizza, verifica,  mentre l'ombra dell'altro "sé " langue nell'assenza dell'amore.

In sintesi prendono via via vita nel cuore con il canto le "Memorie incise con l'argento del gelo"( lirica  "Una farfalla tatuata" ,pag 10). Esse sono: le ombre che hanno ostacolato i passi lungo il cammino; la fase del "lutto" con il ritorno alle origini; il dolore per la perdita dei genitori; la stasi dell'animo con il silenzio; l'isolamento; infine la ripresa del cammino.

Il titolo dell'opera,"UNA FARFALLA TATUATA", sottolinea l'immagine di una farfalla in atterraggio, ma non su un fiore, come di solito avviene in natura, bensì, come metafora, sulla pelle e il tatuaggio implica l'impronta indelebile, il segno, il risvolto profondo che lascia nell'animo. Così la farfalla, simbolo di bellezza e di leggerezza, di amore, determina il percorso di uno scavo interiore visto nelle varie sfumature che la sofferenza determina.

Circa la struttura del testo, la raccolta si presenta composta da 11 liriche iniziali, in cui si delineano le tappe della storia d'amore, e una seconda sezione, dal titolo "Nei margini della città", composta da 16 liriche. Le strofe, di diverse lunghezze, presentano  versi in metro libero e senza rima. Ricercato, a volte prezioso, il lessico presenta ricchezza di termini esotici desunti dal paesaggio ed esposto con varie figure retoriche, tra cui preminenti sono  le  metafore, i paragoni, le metonimie, gli ossimori, le assonanze, l'uso dell'enjambement. Si sottolinea la forma interlocutoria rivolta a un "TU" e un "IO" che rappresenta lo sdoppiamento  del poeta in un altro da sé  (poesia "In compagnia  di me stesso", pag 15, <" In compagnia di me stesso/ due metà  allo specchio/ due sogni rubati/ un unico sé. Due opposti che si attraggono/ nella melodia del canto/ due silenziosi sognatori">).

 Il poeta indica i diversi stati d'animo che prova dopo la rottura del rapporto con una donna, che chiama "Laila", e che definisce <Sogno infranto nei miei occhi, flebile voce oltre il recinto di tormentate attese>. Sottolinea i risvolti dell'abbandono, in particolare la solitudine, lo smarrimento, l'assenza di conforto, di obiettivi, il senso di estraneità, il rimpianto, la fragilità, il blocco nelle emozioni che sfocia nell'indifferenza con i dubbi e i quesiti sui motivi della fine. 

Con la memoria il poeta ripercorre le tappe felici e sofferte di un amore: l'origine della storia, il loro primo incontro al mare, l'incompatibilità e il contrasto delle diverse visioni di vita  definite  "orbite differenti "( lirica "Laila" pag.16). La passione travolgente che li ha uniti diventa, poi, motivo di dolore, di silenzio, di stasi, di isolamento nel "grigio dei desideri" che rallentano la capacità di avvertire emozioni successive. Poi il tempo ha apportato, con la caduta dei veli dallo sguardo, la conquista progressiva di chiarezza e di verità, la consapevolezza di non essere amato dalla donna con la stessa intensità del sentire del poeta. Così  prende vita la ripresa di un sogno da sempre perseguito, quello del canto dell'anima, del canto della poesia.

Il poeta non senza difficoltà ha rivolto il suo sguardo all'ambiente circostante, avvertendo un senso di estraneità "Oltre le Alte Mura" quando afferma:< Straniero oltre le porte della città / smemorato il passo / anni irrequieti inquietano l'anima/ gioventù  bruciata> ( pag .18).

La sua voce avverte gli aneliti che provengono dalle piazze, dai problemi sociali e ne coglie il palpito, le proteste, le frustrazioni dei <"giovani corpi in fiamme nel gelo della notte/ prima dei diletti sogni[...] sconfitti nello spirito./Soli in attesa del giorno>.

Ha sottolineato la violenza e il degrado sociale nelle <"donne che appoggiano le spalle ai lampioni,/ sull'uscio, al terminar del vicolo/ nei traviati amori, nel riscatto / oltre le sbarre di uomini al tramonto/ nelle gabbie, nelle illusioni nello spezzare catene. (poesia "Schiavitù  dell'istinto" pag. 35). Voce bella che inneggia alla libertà è quella ricerca di un riscatto nelle donne nell'illusione di spezzare le catene, in donne rese prigioniere da uomini rissosi. Il poeta ha poi contratto matrimonio, ma l'amore che traspare nella poesia "La sposa" non è  l'amore con l' "A" maiuscola, quello che dà  i brividi, quello che fa tremare il cuore, quello che fa soffrire nel crogiolo  di emozioni contrastanti che danno la vita e la morte. La sposa, nonostante metta a fuoco le sue migliori armi seduttive, non raggiunge, né ha riflessi nel cuore del poeta e il suo amore non viene neppure notato. Lo sguardo del poeta cerca l'acqua, da sempre fonte di vita,  e il fiume umanizzato diventa la sua memoria e il suo confidente a cui trasporre le sue esitazioni, la sua angoscia e al fiume rivolge lungo le rive i desideri della luna.

Alle soglie dei quaranta anni fa il punto della situazione e avverte che senza la poesia è difficile vivere. Affida  al sole la funzione di vita, di riscaldare con la rugiada la crosta di muschio sulle rocce che la sofferenza ha determinato nell' "Io" ( <Noi muschio sulle rocce> nella bellissima lirica "il sole di agosto ", pag 44). Il ritorno alla vita è sancito, come in apertura,  dal sole affinché muti <"il cielo in argentate notti/ per destarci all'alba/ nel miele delle api/ sulle bacche di loto/">, mentre, <"La farfalla[...] leggera e soave /verseggiava  sui primordi di un amore"> e il sentimento si trasformava in poesia.

Nella parte finale è al ricordo dei genitori che il poeta rivolge la sua voce accorata, in particolare al padre che perde la vita in mare e, insieme al suo, rappresenta anche il dolore della madre dopo la scomparsa. La consapevolezza porta il poeta a rendersi conto, in un appuntamento che si svolge in un angolo appartato, dell'indifferenza della donna nei suoi confronti che non si accorge, né della solitudine dell'uomo, la cui tensione lo porta tra i cerchi di fumo a tenere una avida sigaretta tra i denti, né della farfalla d'amore che l'uomo aveva tatuato per lei nel suo cuore.

Il testo  offre lo spunto per una serie di considerazioni.

Si presenta come un viaggio di sofferenza e di redenzione, viaggio che il poeta percorre all'interno di sé stesso e dei bisogni della sua anima. Il percorso vede l'inizio in una "eterna fame",  perviene poi nel desiderio celato nell'animo in seguito alla consapevolezza della assenza "nell'altro da sé", del sentimento sperato, sentimento che è stato intenso e profondo solo nel poeta. Si sottolinea l'ambivalenza del sentire nell'animo umano, lo sdoppiamento  della personalità in due metà allo specchio ( pag 15). Entrambi (TU e IO) i protagonisti della storia, sono definiti <"fragile onda anomala, un significato e il suo contrario, /[...]la tua voce emersa dal labirinto/ come grappolo di inviti/ sulle praterie del nuovo orizzonte"> ( pag 20, in "La mia voce mi riporta a te"). Qui il poeta accenna alla potenza della seduzione determinata dalla fragilità. Calzante a questo proposito è la riflessione che emerge dal seguente passo: < "Sedurre - dice Jean Baudrillard in "Il destino dei sessi e il declino dell'illusione sessuale" - significa rendere fragili. [...] Seduciamo con la nostra fragilità  e mai con poteri o segni forti. È questa fragilità che mettiamo in gioco con la nostra seduzione.         Seduciamo con la nostra morte, con la nostra vulnerabilità, con il vuoto che incombe su di noi. [....]La seduzione non si basa sul desiderio o sull'attrazione. [...] La posta in gioco è  provocare e deludere il desiderio, la cui unica verità  è brillare e restare deluso">.

Alla fine della lirica il poeta si pone una domanda importante relativa al senso dell'esistenza e con voce accorata si chiede: <"Cosa rimane dell'argento vivo del racconto, della fantasia, di noi, di me, di te, dei desiderio...se ci incontriamo  non  troviamo altro che il vuoto">?     Non c'è alcuna indicazione da parte del poeta, che lascia a chi legge una possibile risposta. 

A conclusione della mia analisi,  mi sento di delineare  una possibile riflessione. Non il vuoto resta, dopo questa esperienza, ma la lotta per la vita, con la parola che diventa strumento per cogliere i barlumi dell'indicibile, per dare forma all'informe e voce al silenzio; resta il percorso di maturazione, di crescita interiore e, con la crescita, la consapevolezza della propria fragilità e di quello che si considera importante da raggiungere. < "Essere  presenti -dice Heidegger in una sua citazione - significa tenersi fermi nel nulla">



Lidia Loguercio


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