Va’, mia piccola barchetta
sii più forte del vento contrario.
Non aver paura
se l’onda scura t’agita, minacciosa.
Lasciati andare, non opporre resistenza.
Getta nel mare in tempesta
la tua antica zavorra.
Ammaina le bianche vele.
Sii leggera e fluttua
disarmata, ma non vinta.
Che farò, se ti perderò, dopo che la notte
sarà scivolata via, lontano?
Dove andrò, se tu non mi porterai?
Guarda: sto seduto e fermo
non mi agito né tremo.
Sono come chi, partendo
già vede in lontananza il sospirato porto.
Va’ e non fermarti, per nessun motivo!
Ho grandi occhi per metterli
dove l’orizzonte si scolora
e mani per afferrare il battito delle ali.
Tu, sii nel cuore impavida, io ti sosterrò
incline come sono a sguainare la spada.
Tu, spingi la prua con fermezza
sii virile nel tuo incedere mosso
e guarda dove ti sta portando
il tuo ultimo destino.
Come il giovanotto che beve
sfiorando le ombre del pomeriggio
ti canterò, mia bella, tutta spumeggiante
cinta di quel turbamento
che si lascia mortalmente ferire.
E tu, mia bella compagna, dove te ne vai
sola, col tuo piccolo cuore tra le dita smorte?
Non lasciare ch’io pianga.
Il giorno ancora è alto e i suoi colori
son tutti molto capricciosi.
Ah no! non è questo né il giorno né l’ora
di scherzare con le violette
sui cigli dei viottoli, presso il ponte di legno.
Compagna dei miei dubbi
non sei più forte del cavallo che scalpita
dentro la stalla, mentre un raggio di luna
si specchia nel secchio dell’acqua che mormora.
Oh mia compagna, vieni! vieni e parlami
del bel principe e del suo anello magico.
Raccontami e svelami il segreto dell’incantesimo.
Ti metterò come sigillo sulla fronte alta
ti accarezzerò i lunghi capelli e darò molto oro
a chiunque vorrà baciare la tua mano, tremante.
Ma tu, vieni, non tardare
io più non posso attenderti.
Il mio digiuno ormai è terminato.
Stanotte berrò tutti i miei rubini
e giacerò sugli smeraldi.
Se verrai, ti farò dormire accanto a me.
Ho la malsana intenzione di donare
tutti i mei tesori a chi, dopo di te
saprà mostrami l’ultima stella
l’infinito candore del riposo eterno.
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