domenica 23 agosto 2020

Mario Fresa, Bestia divina



«A parlare sono dei personaggi che più che esseri umani sono ipotesi semantiche, in lotta tra loro e sempre minacciati dal rumore, ossia dal caos, dal non senso, dalla morte, che è nuovamente silenzio. L’inarticolazione verbale è scacco all’esistenza. Essi escono, allora, dalla spirale del linguaggio; si sospendono “in punta di lingua” (appunto) tra il tragico e il grottesco. E forse, e dico forse, quest’ultima oscillazione è il filo d’Arianna che attraversa tutto il libro, e che permette al lettore di non smarrirsi nei labirinti verbali che Fresa costruisce con sempiterna maestria». 

Stelvio Di Spigno analizza Bestia divina di Mario Fresa (La scuola di Pitagora editrice) su Civiltà Magazin: