Recensione/intervista di Giovanni Fierro pubblicata in Fare Voci Novembre 2017
Quasi Partita
Alberto Mori e la poesia del tennis
di G.F.
È a dir poco intrigante la raccolta poetica Quasi Partita che Alberto Mori dedica al tennis.
Sono pagine dove la bellezza di questo sport si racconta anche con le trame della propria filosofia,
del suo pensiero applicato all’attesa del colpo giusto che va a punto, dell’equilibri tattico da
adottare nei confronti dell’avversario, dello spazio che anima il campo tracciato, del corpo del tennista che è azione e decisione.
Alberto Mori in queste pagine trova la sospensione del tempo in cui far accadere tutto questo.
Il campo e il tempo diventano anche un luogo dove l’autore lavora sul proprio linguaggio poetico, nel suo scegliere e calibrare parole, metterle al servizio della sua ricerca, farle respirare l’intensità di uno scambio, di una volée, di un diritto e di un rovescio.
E mette in moto un ulteriore tempo frazionato dove il raccontare di Mori si spiega e si mostra, in ogni suo possibile angolo di significato e di evocazione.
Quasi Partita è immergersi in una dimensione affascinante, che regala momenti di rara e spontanea capacità poetica. Dove lo sguardo scrive ancora prima della parola.
In queste pagine il fare poesia arriva fino al tie-break.
Sono pagine dove la bellezza di questo sport si racconta anche con le trame della propria filosofia,
del suo pensiero applicato all’attesa del colpo giusto che va a punto, dell’equilibri tattico da
adottare nei confronti dell’avversario, dello spazio che anima il campo tracciato, del corpo del tennista che è azione e decisione.
Alberto Mori in queste pagine trova la sospensione del tempo in cui far accadere tutto questo.
Il campo e il tempo diventano anche un luogo dove l’autore lavora sul proprio linguaggio poetico, nel suo scegliere e calibrare parole, metterle al servizio della sua ricerca, farle respirare l’intensità di uno scambio, di una volée, di un diritto e di un rovescio.
E mette in moto un ulteriore tempo frazionato dove il raccontare di Mori si spiega e si mostra, in ogni suo possibile angolo di significato e di evocazione.
Quasi Partita è immergersi in una dimensione affascinante, che regala momenti di rara e spontanea capacità poetica. Dove lo sguardo scrive ancora prima della parola.
In queste pagine il fare poesia arriva fino al tie-break.
dal libro:
Anche il tempo cambia campo
Apposta preparazione per ricominciare
la prospettiva dal punto presunto
Vincente nello scambio
*
Questa curva da destra
appoggiata estensiva al braccio
inaugura consecuzioni intatte del punteggio
trova la strada portata a casa dalla sfida
il tragitto vincente delle spinte precise
concluse dagli angoli del gioco
*
Senza chiusura del campo aperto
Scivolando indietro
Allungato a ribattere ancora in avanti
nell’altra prospettiva laterale del colpo
concluso violento sulla barriera elastica
dove impatti assordati
raddoppiano e muoiono attutiti
*
Decentra lo spazio possibile
Non avvantaggia
Ma appare
Quasi partita
Apposta preparazione per ricominciare
la prospettiva dal punto presunto
Vincente nello scambio
*
Questa curva da destra
appoggiata estensiva al braccio
inaugura consecuzioni intatte del punteggio
trova la strada portata a casa dalla sfida
il tragitto vincente delle spinte precise
concluse dagli angoli del gioco
*
Senza chiusura del campo aperto
Scivolando indietro
Allungato a ribattere ancora in avanti
nell’altra prospettiva laterale del colpo
concluso violento sulla barriera elastica
dove impatti assordati
raddoppiano e muoiono attutiti
*
Decentra lo spazio possibile
Non avvantaggia
Ma appare
Quasi partita
Intervista ad Alberto Mori:
Molto originale la scelta, e la scrittura, di questo libro. Da cosa nasce?Il libro nasce dall’osservazione degli Australian Open, l’ultimo grande slam della stagione tennistica, da spettatore televisivo attento al linguaggio poli sensoriale che esprime il tennis, grazie alle inquadrature televisive multiangolari ed all’utilizzo dello still frame della TV satellitare che mi ha permesso di selezionare icone visive che ho iniziato a tradurre in parole, organizzare in linguaggio e ritmo. In campo di forze attrattive fra lettera/senso/movimento.
Perché proprio il tennis?Il tennis è sport sublime e crudele: una via di mezzo fra la scherma ed il pugilato come base che ha affinato nei suoi interpreti colpi che si adattano alle strategie ed all’intelligenza dell’antropologia umana. Ci si affronta sempre individualmente e con se stessi durante la sfida con l’avversario. Nella sua durata gioca un’altra “quasi partita”, all’interno del vero e proprio challange, composta da variazione e molteplicità di elementi rituali, emotivi e psicologici. Vi è poi, genericamente, ma di rilievo primario, l’indubbia seduzione visiva del gioco: primissimi piani e dettagli, replay, slow motion delle riprese, tecnologia digitale, etc. lo rendono prodotto globale che coinvolge attivamente nella partecipazione anche il puro e semplice fruitore.
È un libro che indaga il tempo e la sua durata, una sua sospensione. È così?Il tempo è variabile che ha economia sempre efficace per la comunicazione in poesia. “At the still point of the turning wheel”, nel punto fermo della ruota che gira, li lo collocava T.S. Eliot: Nel mio libro viene tracciato dalle prospettive di sguardo percepite dalle linee, dagli sforzi del giocatore, dalle esitazioni, dalla rete, dai suoni ovattati dei cliff hangers quando la palla esce dal campo.
C’è quasi un nervo metafisico a nutrire questi scritti…Credo che la tensione irrisolta del suo sforzo sia quella del destino implicito nel match: anche la pianificazione organizzata meglio del gioco deve avere la aleatorietà esplosiva dei colpi vincenti per far sua la partita, arrivare a quel “quasi”, dove la differenza minima cambia in sorte... così direi probabilmente, è anche la vita. La sua preparazione continua per apprenderla durante gli accadimenti e contemporaneamente, alla Shakespeare, cercare di parare “i colpi” della sorte.
E quindi, che tempo è questo, così frazionato, misurato? E il suo spazio, che si mostra nelle lunghezze e nelle linee di un campo da tennis?È il tempo ”prossimo al rovesciamento dove preme assoluto recupero” scrivo a pagina 28. Quello dell’evento e dell’azione, precario, ma con l’atto della concentrazione che lo rende qualitativo. Lo spazio è campo dove il corpo rapporta le sue tensioni tecniche e creative e dunque rappresenta la sua partita.
È un qui ed un ora? O ha anche a che fare con il tempo passato? O addirittura anche quello a venire?Nessuna di queste categorie o meglio se vogliamo è vicino all’accezione della contemporaneità che li contiene, li combina e dissolve allo stesso tempo.
A cosa desideri che il lettore partecipi, entrando nelle pagine di “Quasi Partita”?Suggerisco traiettorie percettive all’occhio ed ai sensi in lettura: il lettore può mettersi in gioco mentre “gioca” i games dei versi nelle #9 partizioni in cui è suddiviso il libro stesso, il quale è evento in presa diretta che integra nei suoi elementi visivi l’esserci del giocatore/lettore.
E quindi, che tempo è questo, così frazionato, misurato? E il suo spazio, che si mostra nelle lunghezze e nelle linee di un campo da tennis?È il tempo ”prossimo al rovesciamento dove preme assoluto recupero” scrivo a pagina 28. Quello dell’evento e dell’azione, precario, ma con l’atto della concentrazione che lo rende qualitativo. Lo spazio è campo dove il corpo rapporta le sue tensioni tecniche e creative e dunque rappresenta la sua partita.
È un qui ed un ora? O ha anche a che fare con il tempo passato? O addirittura anche quello a venire?Nessuna di queste categorie o meglio se vogliamo è vicino all’accezione della contemporaneità che li contiene, li combina e dissolve allo stesso tempo.
A cosa desideri che il lettore partecipi, entrando nelle pagine di “Quasi Partita”?Suggerisco traiettorie percettive all’occhio ed ai sensi in lettura: il lettore può mettersi in gioco mentre “gioca” i games dei versi nelle #9 partizioni in cui è suddiviso il libro stesso, il quale è evento in presa diretta che integra nei suoi elementi visivi l’esserci del giocatore/lettore.
L’autore:Alberto Mori (Crema 1962), poeta performer e artista, sperimenta una personale attività di ricerca nella poesia, utilizzando in interazione altre forme d’arte e di comunicazione.
Dal 1986 ha all’attivo numerose pubblicazioni. Nel 2001 Iperpoesie (Save AS Editorial) e nel 2006 Utópos (Peccata Minuta) sono stati tradotti in Spagna. Per Fara Editore ha pubblicato: Raccolta (2008) Fashion (2009) Objects (2010), Financial (2011), Piano (2012) ed Esecuzioni (2013), Meteo Tempi (2014), Canti Digitali (2015).
La produzione video e performativa è consultabile nell’archivio multimediale dell’Associazione Careof / Organization for Contemporary Art di Milano.
Dal 2003 partecipa a Festival di Poesia e Performing Arts fra i quali: V Settimana della Lingua Italiana nel Mondo (Lisbona, 2005),
Biennale di Verona (2005 e 2007), IX Art Action International Performance Art Festival (Monza, 2011), Bologna in Lettere (2014, 2015 e 2016).
Negli ultimi anni è stato più volte finalista al premio di poesia “L. Montano” della rivista Anterem di Verona.
Dal 1986 ha all’attivo numerose pubblicazioni. Nel 2001 Iperpoesie (Save AS Editorial) e nel 2006 Utópos (Peccata Minuta) sono stati tradotti in Spagna. Per Fara Editore ha pubblicato: Raccolta (2008) Fashion (2009) Objects (2010), Financial (2011), Piano (2012) ed Esecuzioni (2013), Meteo Tempi (2014), Canti Digitali (2015).
La produzione video e performativa è consultabile nell’archivio multimediale dell’Associazione Careof / Organization for Contemporary Art di Milano.
Dal 2003 partecipa a Festival di Poesia e Performing Arts fra i quali: V Settimana della Lingua Italiana nel Mondo (Lisbona, 2005),
Biennale di Verona (2005 e 2007), IX Art Action International Performance Art Festival (Monza, 2011), Bologna in Lettere (2014, 2015 e 2016).
Negli ultimi anni è stato più volte finalista al premio di poesia “L. Montano” della rivista Anterem di Verona.
(Alberto Mori Quasi Partita, Fare Editore, pp.52, 8 euro, 2016)
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