mercoledì 4 ottobre 2017

Resta umano con noi, Riese Pio X dal 4 ottobre 2017

a cura di Massimo Parolini



Negli ultimi anni sono state pubblicate varie antologie di poesia civile e politica attenta alla polis, a ciò che accade nelle città, nella vita sociale, economica, culturale del nostro Paese (ma anche del mondo intero), una poesia quasi sempre non propagandistica e di critica libera, che mira a smuovere le coscienze (anche se in Italia, a differenza di Paesi come ad esempio la Grecia, la poesia non riesce, e non è mai riuscita, ad avere una funzione attiva e fortemente condivisa nella popolazione: funzione che è stata in parte assolta nei decenni scorsi dai nostri grandi cantautori, da Guccini a De Gregori a De André): l’ingiustizia sociale, il razzismo, i profughi, la violenza mafiosa, il vuoto dei massmedia, la precarietà del lavoro e dei rapporti umani, la violenza di genere, la crisi dei valori etici e civili, le persecuzioni nei Paesi privi di libertà, sono i temi di maggiore attenzione da parte di alcuni poeti – anche giovani – che mirano a smuovere le coscienze e ad opporsi al dilagante menefreghismo individuale che inaridisce le anime e le consegna all’insicurezza, all’ansia, alla paura (tra le raccolte poetiche più recenti, ricordiamo almeno Ditelo a mia madre (Fara Editore) di Vera Lúcia de Oliveira dedicata alla memoria di Giulio Regeni, il friulano barbaramente torturato e ucciso in Egitto, per il quale la famiglia chiede ancora Verità e Giustizia. Bene comune, uguaglianza sociale, cittadinanza attiva, ascolto – pur problematico e non ingenuo – dell’altro, del diverso, del marginale e disagiato, critica sociale, archivio di memoria di eventi e soggetti di rilevanza collettiva, devono a nostro avviso tornare ad attraversare il dire poetico, luogo esperienziale e magmatico del linguaggio e del pensiero. Abitare il mondo poeticamente, per dirla con Heidegger, deve dedicare –nel luogo della presenza umana- una via anche a tale funzione.

In tale direzione abbiamo inteso dedicare il percorso del Parco letterario Andrea Zanzotto alla memoria civile che dalla Grande guerra, attraversando la Seconda guerra mondiale e la Resistenza, la Shoah, la Liberazione ed Hiroshima, i disastri ambientali, le mafie e la strategia stragista del terrore degli anni Settanta e Ottanta, giunge fine alla guerra nella ex-Jugoslavia e al dramma attuali dei profughi. Ma questo parco vuole anche custodire la memoria recente dei due giovani della nostra terra veneta che dal fuoco londinese sono tornati a risvegliare col loro sorriso luminoso un paesaggio che ha bisogno di diradare le nebbie e rinvigorire la fiducia nel futuro della propria gente: Gloria Trevisan di Camposampiero e Marco Gottardi di San Stino di Livenza. A loro e al loro ritorno a casa dedichiamo l’intero percorso poetico sulla Memoria civile.

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