mercoledì 6 settembre 2017

Affidarsi al tempo che resta


http://www.faraeditore.it/nefesh/gymnoarch.htmlNadia Chiaverini Notturni e Ombre 
in  Gymnopedie
FaraEditore 2017



recensione di Vincenzo D'Alessio


La raccolta Notturni e Ombre di Nadia Chiaverini è inclusa tra i vincitori, nell’Antologia  Gymnopedie edita da FaraEditore di Rimini, del Concorso Letterario Pubblica con noi 2017.
L’epigrafe apposta all’inizio della raccolta è ripresa dal teatro shakespeariano “… la vita è un ombra che cammina” (Macbeth).
In quale direzione volge la poetica dell’Autrice?
Chiuso il XX secolo, il Novecento delle guerre e delle violenze, si è aperta la strada del XXI secolo ricca di trasformazioni rapide, liquide, evanescenti, troppe immagini e pochi contenuti reali perché distanti dagli occhi che seguono attraverso gli smartphone.
I versi, che sono nel cuore dei poeti che hanno vissuto l’ultimo quarto del secolo trascorso, si alimentano alle fonti ermetiche, neorealistiche, dissacranti, trasumanar e organizzar.
Le strade che si aprono ai giovani autori oggi si presentano come una stanza piena di specchi deformanti: le stesse immagini deformate dagli specchi del web.
La Nostra ha scelto la strada della sincerità poetica: affidarsi alle ombre dei notturni vissuti e a quel tempo che le resta da vivere.
I testimoni degli eventi esistenziali in questa raccolta sono gli oggetti, le cose.
Vengono presentati al lettore nei versi che seguono: “… il mistero presente nelle cose” (a pag. 82); “… e il corso delle cose / insofferente all’agonia dell’attesa” (a pag. 82); “… e racchiudo il grido / in un barattolo di vetro / trasparente” (a pag. 83).
L’uso della callida iunctura aiuta la Chiaverini a sversare l’energia della ricerca esistenziale nei suoi versi liberi: “Stanotte trattenevo il fiato / mentre strappavo l’afa con le mani” e di seguito “… Stamani troverò le tracce / nel terreno smosso dalla bestia / che azzanna l’alba” (a pag. 82).
L’inquieto spirito guerriero che ruggisce nel petto della Nostra è alla ricerca di una risposta millenaria: il mistero dell’origine della nostra esistenza, immersa in questo azzurro pianeta e nell’Universo.
La musicalità del verso induce il lettore a seguire il cammino tattico della poetica che, proprio dalla notte richiamata in quasi tutte le poesie e dalle ombre delle cose e degli uomini che la falsa luce genera, raggiunge una possibile soluzione al dolore persistente nella ricerca: “… Invertire l’equazione / accelerare i poteri di guarigione / minaccia la situazione di partenza / questa vita rivoltata ch’esalta / il segno dei tempi: sconfinamenti” (a pag. 85).
Come ha scritto “il saggio” Stefano Martello nella postfazione a questa Antologia poetica: “Ho paura. Per la prima volta. Che le parole, quelle stesse che ho sempre rispettato e a cui mi sono ciecamente affidato, mi abbandonino” (a pag. 198), noi temiamo lo svuotarsi della parola per cedere il posto all’immagine.
Dunque questa è una raccolta poetica di attese, di pronunciamenti, di liberazione dall’assillo della quotidianità, che le cose e gli uomini che ci circondano producono nel poeta e in noi che leggiamo.
La notte è riposo, dormiveglia, consigliera. Per chi soffre è il sopraggiungere della paura della fine e del regno delle ombre che ci accoglie dopo la nostra scomparsa dal mondo che abitiamo.
La Poesia è un canto.
La Poesia è la voce della Speranza che supera lo sconforto della disillusione nella caduta dei sogni.
Nadia Chiaverini porge a noi questo biglietto poetico per un viaggio insieme a lei sulle note del “ Notturno” di F. Chopin, per vincere le paure generate dalle ombre e dal mistero del post morte che il buio comporta, richiamando la bellezza del ritrovare il proprio Io lontani dal frastuono del corrotto mondo: “… Lo sento / il battito del cuore / mentre m’afferro alla prua del vascello / e riaffioro” (a pag. 88).

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