Caro Alessandro e carissimi amici poetesse e poeti,
mi rallegro per la buona novella che annuncia i vincitori del concorso poetico di quest'anno. Quando la poesia parla con la onesta dei sentimenti vince sempre la musa.
Grazie a te Alex per continuare a spronarci a dare del nostro meglio e grazie a tutti voi fratelli e sorelle artisti e compagni di viaggio nella vita dell'essere e del divenire. Per colui che crede e anche per tutto loro che non credono
nella magica natura del Natale, possa tuttavia il nascente bambino portare PACE NEL CUORE, AMORE PER TUTTI, E TANTA MA TANTA GIOIA PER OGNI NAUFRAGO SALVATO DALLE GRINFIE DEL MARE NOSTRUM E DONATO A VITA NUOVA.
Con affetto,
Adeodato Piazza Nicolai
p.s. Allego alcune poesie per il piacere di condividerle e basta... Grazie
mi rallegro per la buona novella che annuncia i vincitori del concorso poetico di quest'anno. Quando la poesia parla con la onesta dei sentimenti vince sempre la musa.
Grazie a te Alex per continuare a spronarci a dare del nostro meglio e grazie a tutti voi fratelli e sorelle artisti e compagni di viaggio nella vita dell'essere e del divenire. Per colui che crede e anche per tutto loro che non credono
nella magica natura del Natale, possa tuttavia il nascente bambino portare PACE NEL CUORE, AMORE PER TUTTI, E TANTA MA TANTA GIOIA PER OGNI NAUFRAGO SALVATO DALLE GRINFIE DEL MARE NOSTRUM E DONATO A VITA NUOVA.
Con affetto,
Adeodato Piazza Nicolai
p.s. Allego alcune poesie per il piacere di condividerle e basta... Grazie
UN GRASPOL DE UA
Il Battista ci spronava a spianare
le vie del deserto poiché il Redentore
bussava alle porte del nostro cuore…
ringraziamolo ed ascoltiamolo…
Amelia cara, dalla prima
volta
che ho ascoltato la tua
poesia
“un graspol de ua” ti ho
voluto tanto
tanto bene. La sinfonia di
due cori
che volevano cantare in
sintonia
nella propria lingua
materna (tuo il
Padovan e io in Ladin-Cadorin).
Al Vecchio Ghetto insieme quasi ogni
anno per celebrare la nostra festa con
poesie: poeti e poetesse
nel piccolo
cerchio condividiamo
le nostre più belle
canzoni e col passare delle
stagioni
ho meglio studiato,capito ed
apprezzato
le schiette tue parole
schiett limpide e
colme di complici significati
che pochi
sanno raccogliere decodificare
e poi
amare. Hai seminato tanta inaudita
bellezza. Non so veramente se questo mio
“Grazie” saprà dirti quello
che scotta nel
cuore di tuo fratello
poeta. Come nessuno
hai esplorato e scavato nel
microsolco
piccolo/vasto, dolce e
sincero come se
sempre il più bavessi colto il più bel fiore,
il più prezioso per poi regalarlo
alla gente.
Soltanto dopo, leggendo i
tuoi versi guidati
da San Agostino, sono rimasto in silenzio, incantato. Sei veramente la maga del verso
breve, pregno di perle rare e cristalline che
infiammano di luce. La tua voce è l’antica
“cetra” che pizzica gli occhi di ogni lettore
lasciandogli il pegno che nulla al mondo
saprà né potrà cancellare. La musa ti ha
benedetta. Continua a sussurrarti i suoi
progetti. Mia dolce amica, ancora Grazie
“forever and one day…”[1]
Copyright dicembre 12, 2016
di
Vigo di Cadore, ore 21,17 –
23,32
[1] Augurio
ebraico antico: “forever and one day” significa letteralmente, “Che tu possa
essere felice “per sempre”, (cioè “forever”) con in più “un giorno”
cioè “one day””: la somma totale diventa l’augurio che dovrebbe durare
“un giorno di più dell’eternità….” .Nota dell’Autore.
I.
vince. “Lavoreremo tutti insieme” proclama l’appena
eletto Presidente degli Stati Uniti ai
cittadini della
nuova Gerusalemme. Putin manda subito
il tele-
gramma a donald duck: “mi auguro che
lavoreremo
bene insieme, per il benessere dei due paesi (s’
è forse
scordato del popolo?) … e sui mercati
internazionali
un movi-mento spietato: un girotondo
fetale.
Ma la Vita vince sempre, sconfigge
anche la morte
del globo stellare. Dal primo scoppio
del teorizzato
Big Bang all’avvento del redux Trump
(un nuovo traghet-
tatore del ciclo umano, infinito)
ridiscendiamo all’Inferno
dantesco girando sempre alla destra
-- accompagnati
non da Virgilio bensì dall’italico
Giuliani … insieme
al novello Comandante Supremo delle
Forze Armate
Americane. Non reciteremo “O Capitano
mio Capitano”
di Whitman. Nel background musicale la canzone
degli Stones sembra inceppata in
ripetizione:“You
can’t
always get what you want…[1]” Povera Hillary,
caduta
di nuovo e per
la terza volta, forse la finale. Telefona
al rivale, ripete sommessa e sconsolata: “Congratulazioni
al vincitore … poi si
ritira di nuovo nell’anonimato.
II.
Chi è Donald Trump? Quello crudo, rude,
male-
ducato, razzista, antifemminista della
campagna
presidenziale oppure un imprenditore
sposato
almeno due volte, fallito sette volte
(?) e resuscitato
più fedelmente della sacra Fenice
veneziana ? “Sarò
il Presidente
di tutti…” ma poi non ha specificato
Dove. Come. Quando e perché … ci sarà
il tempo
la voglia e lo spazio e soprattutto la
resilienza
in Congresso per fare tutto che ha
promesso ? Non
credo proprio. Trump è di destra o di
sinistra? Del
Nord oppure del Sud ? Per il Sole o per
la Luna ?
Corteggerà soltanto la dea Fortuna che
gira sempre
mei suoi casinò. Qualcuna di cui avrà
conosciuto …
informalmente, per usa e getta.
Conta pure l’essere stata
l’eletta per 10 secondi e poi basta:
almeno per lui padre/
padrone in regali poltrone. Donald
Trump farà spesso
il pretendente in cielo o in terra? Ci
sarà più pace
che guerra? Non so. Prego soltanto che
qualche volta
preghi anche lui a qualche divinitas che
lo ascolta:
prima di tutto a se stesso e poi alla
sua moglie/compagna.
III.
A livello subliminale ascoltando il
ronzio delle
multivoci trasmesse dai vari canali
televisivi
sull’argomento delle elezioni
statunitensi pre-
silenziali, dall’inconscio s’è alzato
il sospetto
parallelismo D. T. è troppo vicino all’
E. T.
spilberghiano. Anche l’ultimo è un
alieno?
Può darsi, speriamo di no. Nell’ Address ai
Suoi fedeli ha urlato felicemente: “Sarò di tutti
e di nessuno …[2]”
Ma durante la lunga e sanguinosa
campagna elettorale ripeteva ad nauseam “Faremo
un muro fra il Messico e gli Stati Uniti. Nessun
mussulmano passerà i nostri confini. Donne e bam-
bini saranno protetti ugualmente
(eccetto per certi
diritti costituzionali …). E che ne
pensa del pre-
cetto ideale essere “politically
correct?” Cosa pensa
del dover pagare le tasse statali e
federali? Trump
s’è definito Post Brexit, che
cosa intende ? Uscire
dal girotondo globale ? Non credo le
multinazionali
statunitensi (come il tabacco, la
National Rifle
Association, le Nazioni Unite, le Tribù Farma-
celtiche, etc., etc., ) saranno
d’accordo con lui.
Riguardo all’inquinamento geopolitico
sembra
convinto che sia una bufala orientale
per continuare
a carbonizzare il loro paese come il
resto del
mondo; esperimentare con balene
giapponesi; cambiare
automobili e altri giocattoli almeno
ogni 6 mesi …
Nel suo Discorso della Vittoria (parla
Donald): “La
nostra non è stata una campagna elettorale bensì un
Movimento Statunitense mai successo dopo la Guerra
per l’Indipendenza del 1876. La libertà tuonò allora
a Filadelfia e suona tuttora nel nostro Paese.”[3]
In neo Presidente ha continuato che gli
USA a livello
locale, statale e federale rifarà le
infrastrutture che
hanno bisogno: ponti, dighe, strade,
scuole, ospedali
ecc., ecc- poi anche aeroporti e altre
strutture. Così
il PIL raddoppierà. Lo stesso vale per
l’occupazione
(un nuovo progetto, modificato da
quello del President
Franklin Delano Roosevelt durante la
Crisi del 1924-
28, seguita dal Black Friday del ’38
con il crollo della New
York Stock Exchange e tante persone
lanciatesi dalle
finestre purtroppo senza “golden
parachutes.”[4]
I sopra-
vissuti hanno imparato a sopravvivere e
lo faremo di nuovo,
sempre di nuovo …
IV.
A livello di rapporti
internazionali/intergalattici voglio
Muraglie con tenaglie agguerrite e
aguzzi cocci con filo
Spinato per qualsiasi immigrato nato
non sul nostro
Terreno (niente Jus Solis e neanche de Sanguinis)…voglio
La razza pura americana (che mito
innocente.fatale !.
E su per le scale del Campidoglio
ascoltanto le oche nel
Concord schittare, stramazzare, cantare
, giocare, ballare
e poi di notte, davanti alla statua
dell’Illinoisiano Abraham
Lincoln, farsi uno spinello, abbozzare
una legge Ad
personam,
andare a letto con la segretaria o
almeno qualche splendida
infermiera di passaggio involontario:
pronta a qualsiasi cal-
vario pur di scalare verso la vetta, ed
oltre il tetto di vetro.
Né Clinton né Trump avranno mai toccato
né leccato una
tenera/dolce puella, sia sposata oppure zitella, ma pur sempre
pronta al suo dovere incivile. Putin ha
subito imbucato un
telegramma per congratularsi con Donald
Trump. Formulerai-
no una nuova asse e/o giocheranno a
qualche partita di bridge ?
Chi azzeccherà il prossimo checkmate
prettamente post
nucleare?
© Copyright Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 9 novembre (dalle 7,30 alle 13,40)
Ogni Diritto è Riservato all’Autore. Questa opera è
artistica, creativa e fittizia. Qualsiasi riferimento a persone e/o personaggi
attuali è pura-mente causale; mai consciamente intenzionale. (Nota d’Autore).
[1] Nota canzone dei Rolling Stones: You can’t always get what you want…” “non puoi sempre avere quello che vuoi …” [traduzione in
italiano dell’Autore]
[2] Ironia voluta
dall’autore… Nell’originale, “Sarò per tutti o per nessuno….” (NdA).
[3] Donald Trump, “Discorso
della Vittoria” alle presidenziali americane, letto il mattino del 9 ottobre ai
suoi fedeli radunati in un grande hotel di New York. Alcune parole sono state modificate per essere inserirsi
correttamente nel contesto; alcune
brevi frasi sono state “inventate” dalla fantasia dell’Autore.
[4] Per la
correttezza delle date storiche di questi eventi particolari l’autore prega il
lettore di rivolgersi a una buona enciclopedia, per esempio la Treccani. I
“golden parachutes” sono i soldi che le internazionali danno come premio di
pensionamento e/o di mutuamente acconsentita rottura del contratto economico,
ai grandi managers.
IL MARTIRIO DEL BOSCO
Boscaioli postmoderni, come
Attila
mettono a ferro e fuoco,
radono a terra
la foresta; camminando in
Palù Grande
mi sembra arrivata l’apocalisse,
l’inverno-inferno
post-nucleare.
A fatica, la rabbia in
gola, passeggio
tra le macerie: ramaglie,
sterpaglie
pezzi di tronchi come bestie ferite
affogano il sottobosco. Un
macello.
Mi fa ricordare la Grande
Guerra
ma siamo adesso in tempo di
pace:
ferite inutili, assurde,
barbariche
senza alcuna giustificazione.
Perché
quest’ assurdo massacro,
questo disastro
ambientale senza senso e
senza fine,
senza rispetto per la madre
natura
che protegge e sfama la nostra follia?
In questo bosco gli uccelli
sono muti,
supremo domina soltanto il
rombo
di motoseghe e di motocross…
Da bambino ricordo le
nostre foreste
curate, silenziosamente
attraversate
con passo felpato, con
cuore colmo
d’affetto e meraviglia.
Perché questa
incuria e disprezzo, queste
barbarie
incoscienti dell’uomo
moderno?
Non so. Non lo capisco ma
lo
contrasto con ogni battito
del cuore.
La mia speranza persiste,
come
il vento furioso/rabbioso d’inverno.
Copyright Adeodato Piazza
Nicolai
Vigo di Cadore, 18 luglio
2016
GRAZIE A DIO ORA
RIPOSA LA MUSA
Se
mai perdo la fede in te
non
resta niente da fare per me[1]
Ora riposa la Dea Bianca[2]
sogno sveglio ma dimentico
il sogno; basta la notte fonda
di luna e di stelle: sono
lucciole le lampade sulla
Riva della Madonna,[3]
illuminano il cammino
verso chiesa case e cimitero.
Quasi mi basta e pure
avanza. Penso ai miei cari
lontani oltre l’Atlantico:
mi mancano tanto.
Copyright 2016 Adeodato Piazza Nicolai.
Vigo di Cadore, 4
settembre 2016, ore 4:00
NOW THANKS TO GOD
THE MUSE IS AT REST
Se mai perdo la fede in te
non resta null’altro
da fare per me[4]
Thank God now the “White
Goddess[5]”
is resting. Awake
I dream but forget the dream.
The deep night is more than
enough; night-flies are lights
lighting up the Riva of the
Madonna[6]that
lightens
the climb toward church
nearby houses and ceme-
tery. It’s more than enough;
I think of my dear ones on
the far side of the Atlantic
and I miss them so much.
Copyright 2016 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, September
4, 2016. 4:30
a.m.
[Translation of the Italian
original by the author]
[1] Sting: If I
ever lost my faith in you / There is nothing left for me to do, tolto
dall’album “Ten Summoner’s Tales” .
[2] La “Dea
Bianca”, della dottoressa Francesca Diano, è parente stretto della “White
Goddess”
di Robert Graves.
[3] “Riva della
Madonna” – Riva della Vergine Maria, a Vigo di Cadore, che porta
sia alla
chiesa parrocchiale sia alle case
vicine che al cimitero. (NdA)
[4] Sting’ s song: If
I ever lose my faith in you / there is nothing left for me to do, from the
album “Ten Summoner’s Tales”.
[5] “La Dea Bianca”, by the Professoress Francesca Diano, is a close relative of
“The White Goddess”
by Robert Graves.
[6] “Riva della Madonna (Italian) is the “Road of the
Virgin Mary”. It leads people to
the Church of Saint
Martin, the adjacent homes and the faraway cemetery. (NdA)
CARE SORELLE, FRATELLI CARI
CARE SORELLE, FRATELLI CARI
Platone
[Plafone?]: “Al mondo delle idee …
l’anima
desidera
tornare: temuta dall’uomo comune che
scambia
per vera realtà il mondo sensibile; è desi-
derata
dal saggio. Anche a proposito dell’immorta-
lità
dell’anima ritroviamo … l’unione d’impulso reli-
gioso
e di razionalismo. …”[1]
Aristotele “[Aristos]: “Nell’opera Sui poeti e negli studi
di storia letteraria [lui] tenta di
riscattare la poesia dalla
condanna
platonica, mostrando che il carattere mimetico
dell’arte ha un valore positivo, in
quanto fa del- l’arte uno
strumento di disciplina delle emozioni
umane, ed è una
prima
approssimazione alla verità. …”[2]
Caro
fratello Gigi, l’etica/estetica di Platone Aristotele
e
altri filosofi dell’Hellas antica rimangono vivi e attivi per sempre nell’Occidente
e, forse, anche nel’Orien-
te:
mai semplice viverla e praticarla giorno dopo gior-no;spesso e facilmente fallisco, tradito dal
pragma-tismo statunitense ingoiato per più di 40 anni. Non
so
se in Canada lo stesso vale per te ma ti assicuro la Retta Via passa per questi esempi quasi immortali.
Peccato
per l’eterna fragilità dell’homo sapiens et ludens. Noi pseudo/post
modernisti restiamo schiavi dell’infernale globalismo finanziario, dell’ego-
centrismo
che uccide sia fratellanza che altruismo.
Se
dio è morto da tempo, insieme a Frederich Nietzsche, il Dalai Lama è vivo ed
attivo anche se qualche credente non vuole ascoltare, imparare, carpire come i sentieri
stiano sempre più stretti della cruna
d’un ago.[3]
Noi siamo i cammelli virtuali e poco virtuosi. Almeno iniziamo a dubitare del
dubbio e mai assopirsi: noi poco esposti alla luce del multiuni-verso[4]
che bussa alla porta e ci spia durante il nostro
cammino verso l’oltranza …. [5]
Copyright
2016 di Adeodato Pazza Nicolai;
Vigo
di Cadore, 28 settembre, ore 20:37-22:47.
[1] “L’Enciclopedia
della Repubblica”, Volume 16, pagina 280.
[2] “L’Enciclopedia
della Repubblica”, Volume 2, pagina 148.
[3]Credo tutti
conoscano la nota parabola cristoforica. (NdA))
ANDREA DA
CORTA’ MENESTREL
te às capiu ben la storia
del
pungitopo: guidou dai
seguge
d’inverno l’è desto
fin
a l’inferno par saludà
Mefistofél e forse
anche
calchedun autro che lui,
iò credo, cognosea …
Sona cianta
e bala Kelta mago pì brao
de tante
autre n giro pal mondo medo
mato, massa
straco e propro tanto desfato.
Andrea l’é
nasésto te la Tuaza dei Da
Pozàl, che alora dea n’giro col feral,
par insegnàne a ciapà l
fuogo col cuor.
L vien do da Pozale aonde
score ‘ncdora
le àghe dela vera vita, pì
s-cietae sinziera
par contà le so s-cione.
Àle siè de la bonòra iò
‘ncora scolto le S-cionade da l’ Λ al Ω.
Sautòn te na barca che
sbrissa su la Piave
e ciantòn ‘nsieme la filastroca del neve;
passòn daspò ala fifa dei vecie
finché l rua
par fei da giusto ecuilibrio
tra bocie e vecie che
‘ncora se scònde te calche
ciantòn de ciasa soa
ma, pedo ‘ncora , te chele
guoite senza nissun …
N’sieme fason Al sautiei – I bombui de nessun e
n’tanto vardon la luna tel bus
inte l rù. Iò me
recordo del nostro Pioan
Don Giovanni Maria
Longiarù. L’è descoz sul neve (forse do a Pieve
cussì bel l to Bambin che sogna i dande de Nantelou
anche se l piande l sauta e core?). Se son
fer-
made a bee na palanca a l’”Ostaria
da Pichet”
ma anche a vardàse i rame pì
aute dopo le
taute giavade fora par fei
chel ntin de fuogo
te stua. Calche tosato
volaràe vede na rebe-
gola da fiaba, ntanto nisun
la cognose.
Nveze insieme sienton balà
e galopà i tuoi
Ciavai bianche (come l neve) – i passa visin a
ogni Bar Bianco tel Cadore de Medo. Daspò
sote na luna tonda i
sparisse davoi del Tudaio
e del S-ciavon; i va a lavàse co ‘ntin de
saon,
no sèi davero da aònde che
l rua e chi che ghe
sfrea l mantel, cussi lustro
e pulito.
Te chela nuòte piena de
stele se sente calche
Soritha balà te na bariza, Andrea che strucca
la fisarmonica e l fraca i
botoi del pifero ma-
gico fato da le so man. N’tin
pì tarde rua na
Onbria che fa fadìa a divìde la nuote dal dì.
L’avràe bisuoi de na manèra
col manego dreto
par taià fora n toco de
scuro da na radìs de la lùs
che l’saroio ne manda …
Spariu massa presto la bela
bonora vien l’ora
de dì a ninanana o almanco
te cucia. Andrea caro
te às ciantou-sonou-e-piferou
abastàntha,
bìcete sora la bancia inte
cusina, sciàudete
i pès e la panaa, curate
calche buganza che
te fa mal. Magna chel piato
de minestron e fasuoi
che la to mare te à pareciou tante ore prima e
daspò, finalmente contento,
de te ndormenze
virtuà,l anche lui che sogna
co n mucio de neve.
Copyright 2016 Adeodato
Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 13 ottobre
2016, ore 7:04 – 8:26.
ODE A COSTAUTA
I.
L’illustre poeta nato nel tardoOttocento
e maturato nei primi delNovecento aveva
già elogiato la beltà del nostro Catubrium.
Oggi vorrei soltanto laudare l’erto splendore
di Costauta comelicensis. Arrocata sull’alto
costone roccioso richiede al viandante uno
sforzo speciale d’amore per accarezzarne
la cima. Di sorpresa volevo salutare l’amico
Lucio Eicher Clere nel nido dov’è nato,
dispiegato le ali e ora fa crescere i suoi cuccioli
fra le radici degli antenati. Salito le scale di
fianco alla loro casa ho bussato al portone.
Non c’era risposta così ho scritto due righe, le
ho infilate nella cassetta postale, mi sono rivolto
alla luce del sole che mi ha abbracciato con gioia.
Illuminava ogni lato di tutte le case arrampicate
sui pendenti di roccia. Io, innamorato di questa
magia, restavo muto ad ascoltare il canto dei larici
e degli abeti. Perfino le mura della contrada stavano
attente all’inatteso miracolo della natura. Ballavano
nel saroio come
diamanti appena scoperti nel ventre
della terra o rubati dalle sabbie del Sahara. Così mi
sono girato verso valle per tuffarmi nel calore delle
foglie arrugginite, fra le braccia del sole che di nuovo
mi richiamava/indorava da ogni lato: dalle pareti
delle case
illuminate, della chiesa e dalla scuola
elementare
(salvata in extremis dai tagli maledetti
dello Stato che
voleva pensionarla troppo presto).
II.
Anche le
muraglie sui fianchi delle strade che annun-
ciano le vite
già vissute e da venire brillavano antici-
pando
l’enrosadira come unincanto di quest’ unica
isola felice. Alcune donne scendevano dalla piccola
piazzola
verso le scuole per andare a votare o “sì”
o “no” al
Referendum nazionale che voleva modici-
care la
nostra Costituzione Italiana. Più tardi, poco
dopo la
mezzanotte, ho sentito che aveva stravinto
la nostra vecchia e stimata Signora,
rimasta inviolata
da ogni volgare
tramaccio dei corrotti poteri
forti;
dai banchieri ladri, con minimi scrupoli e
senza alcuna
pietà. Il
popolo “muto” aveva parlato
chiarissimamente:
la Costituzione per adesso non si ri-tocca. Va bene che
gli altri paesi d’Europa e d’Oltremare rispettino
senza
inficiarsi le scelte votate dal popolo italiano Scusatemi
questo breve e rude depistaggio. Ritorno alla mia
auto.
Riprendo al
contrario la strada che mi porta a Santo Stefano
ma questa
volta ritorno a Vigo di Cadore scendendo per
Costalissoio. L’anello del mio giorno pian piano si
completa. Ringrazio il Signore degli Anelli per questa
splendida
e magnifica giornata. Parcheggio l’auto nel mio
garage
e salgo le
scale (del Ponticello dei miei Sospiri. Entro in casa,
bevo un gelido bicchiere d’acqua nostrana e ringrazio
di
nuovo Costauta
per questo dono inatteso ma tanto sognato….
Copyright 2016 di Adeodato Piazza Nicolai /Vigo di
Cadore,
Domenica 4 dicembre 2016; dalle 19,14 alle 23,54.
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