martedì 19 maggio 2015

Lettura da Il tocco abarico del dubbio di Angela Caccia

recensione di Nazario PARDINI pubblicata in

nazariopardini.blogspot.it/2015/05/n-pardini-lettura-di-il-tocco-abarico.html



Angela Caccia: 
Fara Editore. Rimini. 2015. Pg. 96

Una estesa vivacità morfologica che si aggrappa a lumi di luna per farsi poesia

Realtà, immaginazione, odisseici spazi, odeporici sperdimenti, incontri e distacchi; tutto ciò, insomma, che fa della vita un gioco doloroso, inquieto, gioioso, anche, ma pur sempre avvolto da un dubbioso velo di mistero. Dalla realtà alla verità, la direi questa mia esegesi sulla plaquette di Angela Caccia; un tragitto incommensurabilmente lungo, il cui traguardo è di difficile conseguimento considerando l’esilità delle forze umane nell’ambire a quella luce che squarcia la tenebra di un orizzonte senza limiti. Zeppo d’incognite:

(…)
Sai di strada
ora polline
ora spora di soffione
scavi tra le pietre
frughi ancora
tra le radici

un altrove il cammino
dubbia la meta
e sempre quel gusto netto:  

da sottili geometrie di sillabe
cade una tua carezza e ti sembra
di toccarle le parole (Geometrie).

Una verbalità di intrecci secchi e apodittici che si sfuma in una mèsse di parole pronte a fare del dubbio una verità di suoni e di radici in un sogno che neppure il giorno, con tutta la sua luce, riesce a rendere vero; a distoglierlo da una notte che incombe dato che la morte è privilegio per chi vive:

(…)
Laghi castani
appannati da un fondale
che la sabbia sconvolge

atolli
dove il mio amarti
ha perso le chiavi (Per i tuoi occhi),

Linguismo definito, risolutivo, dove il verbo, da solo, fa da verso tanta è la sua soluzione, la sua profondità, la sua essenza traslata, il suo potere iperbolico nella magra riflessione dell’esserci.
Ed è così che si fanno avanti i dubbi, e le incertezze del nostro vivere. Le insicurezze che tanto inquietano il percorso esistenziale della Caccia. Per questo il suo “Poema” si fa fortemente umano, carico di quei tanti perché che non trovano soluzione. E l’Autrice intende dare tutta se stessa al verso con genuina apertura, e con slanci di emotivo coinvolgimento; è ad esso che raccomanda il suo pathos, la sua plurima e polimorfica interiorità, il suo sguardo sul dolore:

Vicino e altrove
sospeso senza forma
cadi su di me col suono
della neve

dovrò sostare nel tuo vuoto
per sgamarti

poi ti sfebbrerò sulle ginocchia
saremo amici
e ti darò un nome (Sul dolore).

È ad esso che affida il compito di concretizzare la sua identità. E ne esce un vero ritratto psicologico di zeniana memoria. Dove l’essere e l’esistere, nel loro procedere di contrapposizioni, si fanno corpo vivo della vicenda; polemos tra gli opposti e simbiotica fusione dei contrari: giorno e notte, alfa e omega, tristezza e gioia, luce di albe e pensieri di morte:

(…)
Morire magari
con la luna dei monti
in un coro di stelle
nel silenzio di rose selvagge

a chi amo
tra un’eco e la voce
il mio amen
e le braccia allungate
dell’alba (Le braccia allungate).

Sì, è dalla loro fusione che nasce il mestiere di vivere,  quello spleen che spinge il cuore ad azzardarsi oltre la siepe che demarca il nostro vivere. Là dove è possibile cercare quella parte di noi che ci è sconosciuta; e che tante volte ritroviamo in certe confessioni affidate a versi che escono con pudore e piede felpato dai nostri impatti vicissitudinali, col ricorso, anche, alla memoria che spesso ci porta a vicende sepolte dal tempo, ma rimaste a decantare in un’anima zeppa di abbrivi:

Vita morte
indissolubile diade
e i nostri occhi impigliati nei suoi fili
(…)
A noi, strati di tempo,
memorie ancora da colmare
il difficile piacere del dubbio

che sia finta
la frontiera su quel crinale
se chi muore chiede conto
della propria morte
a chi resta (Nello sguardo di chi resta).

Sono scaglie di mare, solatii collinari, serali incantesimi, sguardi maliziosi, o parole non dette, che tornano a galla impetuosi con la voglia di vivere, di farsi presenti con un senso di melanconico disagio, di dolce turbamento per cose non fatte, per abbandoni trattenuti, o per volti e immagini che ci hanno lasciato quando meno ce lo aspettavamo:

(…)
Alle sei del mattino il cielo
che pende sull’ospedale
ha più rondini

è come una grande festa

una sedia vuota
piange la tua assenza

bastò un granello
a zavorrarti l’ala

dov’è la traiettoria del sole
il volo d’aquila
la vetta… (Psyché).

È il gioco di Kronos, con tutto il suo potere sottrattivo, a fare di noi dei poveri ambulanti spersi su cieli senza limiti. Quel tempo che significa precarietà, debolezza dei nostri mezzi; quel divenire implacabile che ci dà la coscienza della nostra fragilità. E viene spontaneo misurarci col tanto, col tutto, con in cuore la sconfitta, data la miopia del nostro essere di fronte al disumano tracimare dell’infinito. Tutto questo contiene la plaquette della Nostra; tutto ciò che la incanta e la demolisce, tutto ciò che la esalta e l’avvilisce; in quanto la sua pienezza ontologica è tormentata da quel milieu entre rien e tout di pascaliana memoria. Una complessità che tanto dice di ognuno di noi, del nostro continuo misurarci col potere del giorno e quello di Thanatos. Una rete verbale attenta che verte ad oggettivare e a rendere plurali gli input emotivi di Angela in questo suo travaglio personale; in questa sua ricerca d’intensità epigrammatica:


Tocca scendere
i gradini ogni notte
ogni notte
scrollarsi dal sé

cade piano nella scena
l’altra me così segreta
alla coscienza.
(…)
Si risponde tutti all’alba
con gli avanzi di un sogno (L’altra me).

Insoluzioni, desideri, pensieri informi, rumori sordi, spiccioli di notte, il fiato corto; l’iterante e odeporico percorso di thanatos ed eros: tante risposte e nessuna di fronte alla bellezza di un sole rubino in un cielo retto dagli alberi. È questa la dualità che fa della Nostra un volatile dalle superbe ali di aquila. Di un’apertura tale da poter spiegare voli verso cime difficilmente raggiungibili. Perché quello che alla fine primeggia in questo Il tocco abarico del dubbio è il sapore della vita con tutte le sue dicotomie; dell’amore che fuoriesce con prepotenza da stazioni di via crucis; è proprio l’affetto per questa irripetibile storia che è l’esistere a offrire alla Nostra motivo di riflessione e turbamento; un ontologico travaglio che trova terriccio fertile in parole-luce con i suoi slanci che vanno oltre il senso della sintassi:

Avremo di che vivere io e te
quando nulla più morderà il secondo
e il tempo sarà un lago incolore
alla mercé di albe e tramonti
(…)
ma fino ad allora
avremo di che vivere io e te
riflesso di specchio che non cogli
odori suoni
e quale oceano si agita in questo fodero (Io e te),

e che fanno del naturismo un gioco di sinestetici ritorni ad alimentare con ardua metaforicità la visività degli abbrivi emotivi: pigolii di piogge, umori mesti di foglie, gocce capovolte, fiumi di pagine, schizzi di sillabe, o scoiattoli di parole. Una estesa vivacità morfologica che si aggrappa a lumi di luna per farsi poesia.

Nazario Pardini



              
CURRICULUM E DATI

Caccia Angela (http://ilciottolo.blogspot.it/ )nata il 25.11.1958, risiedo a Cutro (KR)- 88842  in via Nenni; Studi: maturità classica e laurea in scienze giuridiche. Coordino dal 2006 l’Ass. Culturale Le Madie http://lemadie.blogspot.it/ 
Dopo un fermo di sette anni, ho ripreso la partecipazione a concorsi letterari.
Tra i premi conseguiti tempo fa, da cui sono esclusi menzioni e segnalazioni,  ne ricordo alcuni:

INEDITO
-1° posto–Concorso Lett. Internaz.“la Piazzetta” 2001 -Provincia Salerno/univ.Federico II
- Premio Ugo Betti – Centro studi internaz. U.Betti Roma 2003
- Premio Speciale della giuria – Premio Internaz. “Cinque Terre” 1999 (Genova)
-1° posto – Premio letterario internazionale “Siracusa” 1999 (Siracusa)
- Premio Speciale della Giuria – Concorso Internaz. Totò De Curtis – Roma
- 2° posto Feile Filiochta International Poetry Competition 2003 - l’Assembleè Regions d’Europe Dublino (Irlanda)
- 1° Posto assoluto Fiur lini 2003 – Den Haag (Olanda)
- Premio speciale della giuria – Premio “Roma in via degli Artisti” Montecitorio
- 2°  posto - Premio Guglielmo Scalise (Marcellinara)
- 1° posto - Premio Felice Mastroianni (Platania)
- 2° posto - Premio Tuscolorum (Olevano sul Tuscano)
-1° posto – Premio “Incontro con la poesia” Isola Capo R.
- Premio Saffo – Concorso Penisola Sorrentina (Sorrento)
- 2° Posto – Premio Spazio Donna 2000 – Striano
- 3° posto – Premio Penisola Sorrentina (Sorrento)
- 1° posto – Concorso letterario “Anna Morrone” 2002 – Spezzano Piccolo
- 2° Posto – Premio Campania – San Cipriano d’Aversa
- 2° posto Premio città di Veglie 2003
- 1° posto (langue set dialectes – Italien) Concours litt.intern.CEPAL 2004-Thionville (Francia)
- La poesia su Papa Giovanni Paolo II è stata scelta epubblicata da Famiglia Cristiana aprile 2005

EDITO (“Il canto del silenzio” edito nel luglio 2004 dall’Istit. di Cultura italiana-Napoli)
- 3° posto - Concorso intern.Poeti nella Società – Basilea (Svizzera)
- Medaglia Presidente giuria – Concorso internaz. Marengo d’oro Sestri Levante

INEDITO 2011
- 1° POSTO – Premio internazionale Colapesce 2011- Centro studi Canterini Peloritani Messina/Univ. Di Messina

INEDITO 2012
-     2° Posto – Premio nazionale IL GOLFO 2012 XVII ED.- Città di La Spezia
-     Premio speciale dell’Editore Prometheus Concorso internaz. Centro Giovani e Poesia Triuggio – proposta editoriale
-     3° Posto al Premio nazionale “Una piccola poesia in the classroom- citta di Taranto” VI edizione
-     Finalista Premio letterario Ibiskos 2012 – proposta editoriale
-     Finalista Premio Naz. “Scriviamo insieme” – Roma - Teatro Aurelio
-     1° Posto- Medaglia Presid. Repubblica – Concorso Insanamente – Rimini
-     1° Premio assoluto- Premio intern. Il Convivio –Accademia Il Convivio-Giardini Naxos
-      
-     Finalista Premio De Andrè – Comune Roma/SRL Monna Lisa

EDITO 2013
(“Nel fruscio feroce degli ulivi” edito nel marzo 2013 dalla Fara di Alessandro Ramberti, prefato da Davide Rondoni)

-     Primo posto assoluto al Conc. Lett. Città di Parole – Assoc. Culturale Città di Murex – Firenze
-     Primo posto assoluto al Premio Letterario Europeo – Città di Massa
-     Finalista al Concorso Il Convivio – Accademia Internaz. il Convivio Messina
-     2° posto al Concorso Giovanni Pascoli – Unitre di Barga
-     3° posto Premio Internaz.Don Luigi Di Liegro - Fondazione Di Liegro Roma

INEDITO 2013 – tutte liriche inserite poi nell’ultima pubblicazione

-     Premio Corrado Alvaro – Conc. Colori e parole 2012, Accademia G. Leopardi Reggio Calabria
-     Finalista al Concorso Scarabeus – Livorno
-     Primo posto al Premio Internazionale di Poesia “Memorial Gennaro Sparagna” 8^ Edizione - Roma

EDITO E INEDITO 2014
-     3° posto per l’edito Premio Internaz.Don Luigi Di Liegro - Fondazione Di Liegro Roma - Campidoglio
-     2° posto silloge inedita Premio Intern.G.De Scalzo – Città di Sestri Levante
-     3° posto poesia ined. Noi l’aurora – Premio Hombres itinerante Comune di Lettopalena
-     3° posto Premio di Poesia religiosa edita Città di Camposampiero

INEDITO 2015
-     4° posto silloge inedita nella sestina premiata, Premio Internaz.Albero Andronico 2015 – Roma, Campidoglio-
-     2° posto con la poesia Come una volta, menzionate le altre due poesie proposte nel Concorso Nuova scrittura attiva, V edizione, Tricarico


Liriche inserite in molte antologie: Cinque Terre 1998 (La Spezia); Il Golfo 1998 (La Spezia);Poesie d'Italia - Club Letterario Italiano (Latina 1998);“Scritture poetiche di fine millennio”(Striano 1999); “Voci dell’anima” (Rapolano Terme 1999); “Cinque Terre” (1999 La Spezia); Antologia Premio lett. Inter. “Siracusa”; Antologia Premio Feile Filiochta; Antologia Premio Casa Editrice Perrone, Antologia Poeti e poesia di Elio Pecora e altre antologie di cui non ricordo il titolo

RICONOSCIMENTI:
2007 PREMIO IL PUTTINO – AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI CUTRO
“Per aver contribuito alla crescita culturale e al prestigio della città di Cutro”.
2008 PREMIO VALLE DEL RAGANELLO, DONNA DELL’ANNO 2008 – ASSOCIAZIONE CULT. IL MUSAGETE di Francavilla Marittima (CS)
Ad Angela Caccia Presidente Ass. Le Madie “…per il saper cogliere nel percorso comunitario di un’associazione importante le peculiarità di ognuno e valorizzarle per quello che esse meritano”


2009 PREMIO HERA LACINIA – AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI CROTONE
“Per l’impegno, la professionalità, la grande umanità nel lavoro e nella vita quotidiana”.

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