venerdì 22 maggio 2015

Chiara De Luca su Orme intangibili

Ho letto più volte il tuo Orme intangibili e te ne scriverò meglio in dettaglio quando sarà sedimentato in me… intanto ci tengo a dirti che l'ho letto subito e l'ho trovato un testo di grande profondità e spessore, in molti punti direi sapienziale, alimentato da un respiro che viene da un altrove, che tu rendi presente. Il far confluire, armonizzandoli, elementi di diverse culture e religioni spoglia il dettato da ogni preconcetto e dogmatismo, rivelando la nudità dell'anima come spinta, energia che muove tutto nell'appassionato abbandono a Dio come un interlocutore infinitamente paziente che tutto accoglie.
Orme intangibili è un testo di fronte al quale mi sono sentita lì per lì spiazzata, trovandomi immersa in una realtà tanto luminosa e pervasa di simboli che alludono a una vertiginosa pienezza di senso. Poi ho iniziato a entrarci dentro, e penso che vi tornerò più volte, per seguire di volta in volta uno dei differenti sentieri che adombri, che indichi o suggerisci. Ho molto apprezzato Orme intangibili anche in quanto evidente esito di un certosino labor limae e una ricerca linguistica, ritmica e musicale ambiziosa, che – senza rinunciare alla comprensibilità e alla pregnanza semantica del dettato – in qualche modo “difende”, valorizza e nobilita il linguaggio della poesia in un momento in cui, secondo me, lo si sta eccessivamente spogliando, dietro il pretesto della comunicatività, di fatto, credo, per semplicità e spesso anche superficialità e mancanza (o rifiuto) di riferimenti.
Io credo che dalla tradizione ci si possa allontanare soltanto dopo essersi immersi in essa per spiccare dalle radici la propria lingua. E credo anche che la poesia sia ormai l'ultimo baluardo dell'espressione piena ed essenziale, uno dei pochi terreni in cui è ancora possibile coltivare la spiritualità, affidandole un messaggio alto, pretenzioso, anche, e dove porre domande cruciali e incontentabili e trovare anche qualche risposta. Tutto questo in Orme intangibili avviene, fin dal titolo: i versi sono orme che seguiamo, intangibili, evanescenti, eppure visibili, le seguiamo come in un verso senza direzione, eppure ci portano altrove...

Un abbraccio!
Chiara

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