venerdì 24 aprile 2015

L’ora della luce


In alcuni di questi testi compare il termine luce perché la luce è un elemento ricorrente nei miei testi. Indica la tensione verso una pienezza che non arriva mai al compimento, pur essendo l’essenza di un desiderio che porta dentro sé l’animo umano. Il desiderio di vita e di felicità.  La luce la ritrovo nelle varie sfumature come variazioni sul tema. 


Ritorno dove il silenzio è di casa

Ritorno dove il silenzio è di casa
e il cielo gioca con la terra e con l’acqua
e tutto lascia passare
senza contare il numero dei giorni.
Ritorno dove lo spazio è ampiamente libero
e si sentono qua e là canti d’uccelli isolati
nel silenzio sovrano della valle
mentre a poco a poco 
il cielo si riempie d’azzurro intenso
e tutto va a dormire e si attende
sempre qualcosa che sta per arrivare
e non si riesce a dare un nome
che valga per sempre senza mai cambiare.


E mi bagno in questa luce

E mi bagno in questa luce
limpida e scendo nel lavacro
e cammino senza direzione
se non nell'ascolto di una trasparenza
mi conduce priva di ombre
che attraverso con voce che implora
una calma serena di desiderio.


E io giro e rigiro

E io giro e rigiro
per le strade di questo mondo
ripercorro quelle già conosciute
e ancora non le conosco tutte
le strade che ad ogni ora della luce
ho visto e mi sono fermato
ad ascoltarle ascoltando il mio cuore
ed ho visto quello che non sono
e quello che sono stato in un attimo:
correre, chiedendo senza parole
con spirito libero a chi trovavo 
la stessa verità che in fondo portiamo
ma non ancora siamo arrivati 
a vedere il sepolcro vuoto e dire: si.


Tira vento sul rivellino

Tira vento sul rivellino
in faccia al sole che muore
mentre abbacina l'azzurro intenso 
del lago che non smette di pulsare
come il cuore di chi cerca 
l'eterno nel tempo e sa 
che non gli é dato per sempre
se non nel provvisorio istante.


Abbiamo il tempo di sorvolare

Abbiamo il tempo di sorvolare
ed incontrare ad ogni stagione
profumi e ricordi del vivere nostro
e il riserbo di non contaminare 
tappeti su cui poggiare i piedi 
usciti da lavacri nuovi e inchinarci 
come in una liturgia nell'intimo 
di fronte alla presenza nel silenzio 
che non vediamo e ci accompagna.


Mi fermo ad ascoltare  il sole

Mi fermo ad ascoltare  il sole
che lento senza rumore 
in un angolo vedo scendere
e i dialoghi invisibili degli uccelli sparsi
vicini e lontani tra gli alberi e le canne
a lanciare messaggi senz’altro d’amore
o forse di lamento come chi ci sta per lasciare
mentre mi chiedo ma cosa comprendo
di tutto quello che vedo ed ascolto
in un ordine di sinfonia che appena mi appaga
perché niente è dato per sempre
ma di rimando in rimando
una voce mi chiama ad andare oltre.


E mi lascio invitare dalla luce

E mi lascio invitare dalla luce
che con dolcezza m'incoraggia
ad entrare e mi dice di abbandonarmi
ed io alzo lo sguardo intorno
e i miei occhi brillano di gioia.
Senza parlare mi ascolta 
sento di essere accolto nello spazio
libero ed avvolgente dell'intimo
e senza fine il tempo si ferma
nel movimento senza domande.


L'ora della luce

L'ora della luce
non smette di battere 
anche nel tempi del buio 
in cui il cuore pago
non smette di desiderare
quel filo che filtra
nelle fessure rimaste
trascurate dall'abbondanza
di grazia che non vediamo.




Nota bio-bibliografica

Daniele Donegà nato a Canda (Rovigo) nel 1960. Si laurea in Filosofia all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna con una tesi in semiotica sulla poetica di Camillo Sbarbaro. Nel 1992 viene ordinato sacerdote e fa parte del presbiterio della diocesi di Adria-Rovigo. Nel 2010 discute la tesi di dottorato in teologia con il professore José Noriega dal titolo: L’intenzionalità erotica e l’azione del corpo in Maurice Merleau-Ponty presso la Facoltà del Laterano e nell’aprile del 2011 pubblica la tesi presso la casa editrice Cantagalli di Siena. Attualmente è arciprete di Melara (RO) e consulente etico al Consultorio familiare diocesano di Rovigo. 
Ha al suo attivo 6 pubblicazioni di poesia e diverse plaquette stampate presso tipografie locali che distribuisce ad amici ed estimatori. Nell’agosto del 2014 gli è stato assegnato il Primo Premio del Concorso di poesia “Cala Petralana”, a Palau in Sardegna, per la poesia inedita Il canto delle cicale. 



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