Per amor del mio sogno e della notte….
Un bel concerto ha ricordato
il rapporto tra Gabriele d’Annunzio e la musica, in occasione del
centocinquantesimo anniversario della nascita del grande poeta
Articolo di Carlo
Fontana
Intensissimo fu il rapporto che
intercorse tra Gabriele d'Annunzio e la musica. Il poeta raccontò - nel corso di un’intervista concessa ad Amedée
Pigeon (1893) - di aver nutrito sempre una grande passione per tutta la musica,
in special modo «quella per clavicembalo e sacra del XVII e XVIII secolo». Affermava,
in quell’occasione: «I primi turbamenti della mia adolescenza sono legati,
nella mia memoria, a un andantino
dell’abate Michelangelo Rossi. Lo suonavo, senza mai saziarmene, sui vecchi
pianoforti del collegio».
Ma d’Annunzio non amava solo la musica
antica: tra i suoi più cari amici, si ricorda il suo conterraneo Francesco
Paolo Tosti, che musicò alcuni dei più celebri testi per canzoni scritti dal
poeta: 'A vucchella, L’alba separa dalla luce l’ombra, Vorrei, Notte bianca, Per morire,
e numerosi altri. Assai fitto, comunque, il catalogo delle musiche dedicate ai
testi poetici e ai drammi teatrali del grande Pescarese: Alberto Franchetti
musicò La figlia di Iorio, per la
"prima" andata in scena al Teatro alla Scala di Milano (1906); Ildebrando
Pizzetti avrebbe scritto, invece, il
commento musicale a La nave (1906), a
Fedra e a La Pisanella (1913) e avrebbe composto, poi, anche le musiche per i
primi due atti di Francesca da Rimini
e la Suite orchestrale destinata al film Cabiria
(con didascalie dannunziane). Altri illustri musicisti furono sedotti dalla
bellezza dei testi poetici di d’Annunzio: Riccardo Zandonai e Antonio Scontrino
musicarono Francesca da Rimini, Pietro Mascagni La Parisina, Italo Montemezzi La
nave, Arthur Honegger la Phèdre,
Germaine Corbin il Sogno d’un mattino di
primavera. Capolavoro a sé il Martyre
de Saint Sebastien, elaborato in un prezioso francese antico da d’Annunzio,
per il quale Claude Debussy compose le musiche di scena, nel 1911. Pochi,
purtroppo,quest’anno, hanno ricordato - in occasione del centocinquantesimo
anniversario della nascita di d’Annunzio - i proficui e densissimi rapporti
giocati tra il poeta abruzzese e la musica. Per fortuna, c’è stata la Rassegna Sui sentieri degli dei,
all’interno del festival dell’Alta Costiera Amalfitana, che lo scorso 25 Agosto - nella chiesa di San Lazzaro (Agerola) - ha presentato un bellissimo omaggio a Tosti e a d’Annunzio, rievocandone gli
straordinari rapporti di amicizia e di sodalizio artistico, anche grazie alla
presenza dei due applauditissimi ed eccellenti protagonisti musicali della
serata: il tenore Ennio Capece e il
soprano Alessandra della Croce.
Di séguito, ecco il celebre testo poetico dannunziano,
musicato da Tosti, intitolato L’alba
separa dalla luce l’ombra:
L'alba separa dalla luce l'ombra,
E la mia voluttà dal mio desire.
O dolce stelle, è l'ora di morire.
Un più divino amor dal ciel vi sgombra.
Pupille ardenti, O voi senza ritorno
Stelle tristi, spegnetevi incorrotte!
Morir debbo. Veder non voglio il giorno,
Per amor del mio sogno e della notte.
Chiudimi,
O Notte, nel tuo sen materno,
Mentre la terra pallida s'irrora.
Ma che dal sangue mio nasca l'aurora
E dal sogno mio breve il sole eterno!
E dal sogno mio breve il sole eterno!
E la mia voluttà dal mio desire.
O dolce stelle, è l'ora di morire.
Un più divino amor dal ciel vi sgombra.
Pupille ardenti, O voi senza ritorno
Stelle tristi, spegnetevi incorrotte!
Morir debbo. Veder non voglio il giorno,
Per amor del mio sogno e della notte.
Chiudimi,
O Notte, nel tuo sen materno,
Mentre la terra pallida s'irrora.
Ma che dal sangue mio nasca l'aurora
E dal sogno mio breve il sole eterno!
E dal sogno mio breve il sole eterno!