mercoledì 11 settembre 2013

Per amor del mio sogno e della notte...






Per amor del mio sogno e della notte….


Un bel concerto ha ricordato il rapporto tra Gabriele d’Annunzio e la musica, in occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita del grande poeta


Articolo di Carlo Fontana

 
 Franchetti e d'Annunzio nel 1904




Intensissimo fu il rapporto che intercorse tra Gabriele d'Annunzio e la musica. Il poeta raccontò -  nel corso di un’intervista concessa ad Amedée Pigeon (1893) - di aver nutrito sempre una grande passione per tutta la musica, in special modo «quella per clavicembalo e sacra del XVII e XVIII secolo». Affermava, in quell’occasione: «I primi turbamenti della mia adolescenza sono legati, nella mia memoria, a un andantino dell’abate Michelangelo Rossi. Lo suonavo, senza mai saziarmene, sui vecchi pianoforti del collegio».

Ma d’Annunzio non amava solo la musica antica: tra i suoi più cari amici, si ricorda il suo conterraneo Francesco Paolo Tosti, che musicò alcuni dei più celebri testi per canzoni scritti dal poeta: 'A vucchella, L’alba separa dalla luce l’ombra, Vorrei, Notte bianca, Per morire, e numerosi altri. Assai fitto, comunque, il catalogo delle musiche dedicate ai testi poetici e ai drammi teatrali del grande Pescarese: Alberto Franchetti musicò La figlia di Iorio, per la "prima" andata in scena al Teatro alla Scala di Milano (1906); Ildebrando Pizzetti  avrebbe scritto, invece, il commento musicale a La nave (1906), a Fedra e a La Pisanella (1913) e avrebbe composto, poi, anche le musiche per i primi due atti di Francesca da Rimini e la Suite orchestrale destinata al film Cabiria (con didascalie dannunziane). Altri illustri musicisti furono sedotti dalla bellezza dei testi poetici di d’Annunzio: Riccardo Zandonai e Antonio Scontrino musicarono  Francesca da Rimini, Pietro Mascagni La Parisina, Italo Montemezzi La nave, Arthur Honegger la Phèdre, Germaine Corbin il Sogno d’un mattino di primavera. Capolavoro a sé il Martyre de Saint Sebastien, elaborato in un prezioso francese antico da d’Annunzio, per il quale Claude Debussy compose le musiche di scena, nel 1911. Pochi, purtroppo,quest’anno, hanno ricordato - in occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita di d’Annunzio - i proficui e densissimi rapporti giocati tra il poeta abruzzese e la musica. Per fortuna, c’è stata la Rassegna Sui sentieri degli dei, all’interno del festival dell’Alta Costiera Amalfitana, che lo scorso 25 Agosto - nella chiesa di San Lazzaro (Agerola) - ha presentato un bellissimo omaggio a Tosti e a d’Annunzio, rievocandone gli straordinari rapporti di amicizia e di sodalizio artistico, anche grazie alla presenza dei due applauditissimi ed eccellenti protagonisti musicali della serata: il tenore Ennio Capece e il soprano Alessandra della Croce.



Di séguito, ecco il celebre testo poetico dannunziano, musicato da Tosti, intitolato L’alba separa dalla luce l’ombra:







L'alba separa dalla luce l'ombra, 
E la mia voluttà dal mio desire.
O dolce stelle, è l'ora di morire.
Un più divino amor dal ciel vi sgombra.

Pupille ardenti, O voi senza ritorno
Stelle tristi, spegnetevi incorrotte!
Morir debbo. Veder non voglio il giorno,
Per amor del mio sogno e della notte.

Chiudimi,
O Notte, nel tuo sen materno,
Mentre la terra pallida s'irrora.
Ma che dal sangue mio nasca l'aurora
E dal sogno mio breve il sole eterno!
E dal sogno mio breve il sole eterno!