recensione di Marcello Tosi
Esecuzioni dirette da Alberto Mori, che ama improvvisare poesia su
un battito jazz, come nelle performance ispirata al suo Objects.
Performance vocalico-sillabica, all that’s jazz, ritmo percussivo,
batteristico-battente-bottles, sono suono, objects observer
obsessive… Poesia che si raggruma attorno al suono. Nel vibrare
percussivo della memoria oggettiva si sentiva librare, come tra le
pietre dell’antica Cremona, la percezione cognitiva che diviene
movimento polifonico all’occhio del lettore, brusio alchemico scandito
dall’oscillare di “dita xilophone” (“notabassa rimbalza sulle dita”).
Un
libro questo in cui l’autore cremasco ha voluto reinventare ancora il
suono delle parole come in un “backstage della frase”, note di note,
note su note…Un po’ di musica, come musica, in “un angolino tranquillo
in cui parlare”, alla maniera di John Cage, della poesia/suono come
strumento. Cage, trappola, spettrometro, “un minuto di silenzio del
corpo negli uditi taciuti”. Che diviene il luogo dell’inesprimibile, una
casa di suoni, di rumori e suoni organizzati, di vampa e rampa di scale
armoniche. Suono sonate sonetti rapsodie flussi sonori discese tonali,
“letterali sincopate nel blu”, remix “vernissage per New Swaroski Pop”.
Partitura glitter: raro lieve leggero minuto… rimBalzi, effetti
musicali… crescendo…
Un flusso come di puntiformi led luminosi,
una libera grata combinatoria di sensazioni/parole “still frame”, un
viaggio che si srotola in slide guitar, su un tappeto luminoso che evoca
passaggi, paesaggi cromatici, di vibrazioni, variazioni, di onde,
lacerti sonori, sequenze allungate, “sensori divampati dalle casse
acustiche”. Una tensione armonica che “sospinge improvvisa’, come
metronomo scandito dal pendolo di parole, per nuove sorprendenti
partiture musicali: “Consunzione in fa minore”, “ K57 Splendor Cif
ammoniacal Op. 34 per quartetto detergente universale…”
“Timbrica
che muove dai fuochi”, sul muro sonoro delle meraviglie, contrappunto
alterno, videoclip di una Dj Box rappata rullata zappata, “strofa
spondaica intervalli silenziosi brusio alchemico contrappunto tom tom
suoneria”. Prismatica caleodoscopia Techno.
Chi recita declama
performance sviluppa il testo.. si trova a mediare con il tempo
suggerito dalla poesia.. è gioco di interazione, di trasformazione,
sottolinea nella prefazione Franco Gallo.
Sono movimenti, morceaux,
spartito a combinatoria libera che nel farsi divengono evento percettivo
del suono, echi di un risuonare profondo, oltre la coscienza, della
stimolazione acustica.
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