di Vincenzo D'Alessio
Maria Luisa Ripa, nasce a Prata Principato Ultra, in Irpinia, il primo dicembre del 1966, percorre un regolare corso di studi che la porterà a laurearsi in Architettura presso l’Università “La Sapienza” di Roma giovanissima. Si sposa, vive e lavora a Roma. Il suo cuore però resta legato alle radici irpine: terra che frequenterà assiduamente e che conserva, oggi, a nove anni dalla sua scomparsa, avvenuta a Roma il primo settembre del 2003, le opere migliori. Piazze, fontane, case e il bellissimo tabernacolo nella Chiesa Madre della cittadina di Guardia Lombardia, sempre in Irpini. I suoi acquerelli, disegni a matita, forniscono l’amore per la vita che ha caratterizzato la breve, ma intensa, presenza in mezzo a noi della Nostra. Le poesie, raccolte in volume con il titolo Parole dal silenzio (Edizioni Delta3, 2003) rimangono il testamento spirituale della poeta nella grandezza dell’amore verso lo Spirito dell’Arte che ha spirato, come vento sulle cime delle verdi montagne irpine, fino agli ultimi istanti della sua esistenza. Riportiamo una delle composizioni contenuta nella raccolta citata:
… e ci si ammala
e nella malattia
comprendi di
non possedere il tuo corpo
non ti appartiene
come nulla ti appartiene
in questa vita
non hai il controllo sulle cose
Scopri l’unicità
dei giorni
dei giorni che passano
nel dolore
si allungano
e si stendono nel tempo.
Non serve chiedersi
il perché del dolore
degli accadimenti
non serve imprecare
“perché proprio a me”
Siamo parte dell’umanità dolente
Siamo parte del mondo che gira
Siamo parte del dolore cosmico
Siamo parte di Dio
… e Dio ci tende la mano
ci soffia la speranza nel cuore
finché il corpo si assopisce
e lo spirito emerge
oltre la vita…
Si rivela, a metafora, nel capoverso “… e Dio ci tende la mano” la stupenda immagine della Cappella Sistina, nel Giudizio Universale, dove Dio tende la mano all’Uomo donandogli la scintilla di vita, che sarà poi consegnata alla fine del transito terreno, ancora accesa: come nella nostra Maria Luisa Ripa.
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