Sandro Montalto
Il dedalo inappagato
nel quale si muovono, con ansito e con affanno, i testi poetici de Il segno del labirinto di Sandro
Montalto (un’auto-antologia uscita nel 2011 per La Vita Felice) è, prima ancora
che un luogo di affetti spezzati e irrequieti, una dimensione dell’inquietudine
linguistica, un’espressione di crisi e di sbigottimento della stessa parola. Il
labirinto che investe, rinchiude, sollecita e amplifica i gesti e gli sguardi del
poeta è, dunque, un intrico di verbi attoniti, un nodo nervoso di riflessioni
incredule, un meandro errabondo che si mostra continuamente sul ciglio di un
precario compimento. La poesia di Montalto non conosce la pace della
tranquillità o l’equilibrio della temperanza; e invece appare sempre agitata e
impaziente, energica e reattiva; e la forma del suo procedere è, fondamentalmente,
orientata dall’individuare il meraviglioso e lo stranito nelle pieghe di ciò
che all’apparenza potrebbe definirsi quotidiano; eppure tutto – il visibile e l’invisibile,
il canonico e l’eterodosso, l’arcano e l’evidente – si rivela come un
incessante movimento che ingloba e sovrappone la verità e la finzione, la risalita
e l’inabissamento, la speranza e il tormento. Il discorso poetico tende a narrare,
allora, cogliendoli nel loro prodigioso svolgersi e mutare, i misteri
impenetrabili, gli annunci ermetici, le incongruenze indecifrabili della
giostra dell’esistenza; e così si comprende che il nodo centrale della
riflessione poetica di Montalto si concentra sul valore del tempo e sui limiti della
sua dicibilità. È,
infatti, la mobilità della lingua poetica, il suo articolato e sbigottito
avanzare a diventare, qui, metafora stessa del pericolo potentemente inciso in
ogni istante vissuto; poiché se tutto è, e tutto dispare; se tutto è presente e
vivo, e tutto si sbriciola, cade, sfiorisce, come potrà mai, la parola, dire, o
evocare, o mostrare questo continuo essere-per-svanire del mondo, questo suo permanente
risplendere e fuggire? Ebbene, Sandro Montalto, col suo allarmato e vigile
stupore, ci fa credere che la poesia possa, per qualche istante, ricucire e fissare
le fluttuazioni e le correnti del tempo; perché appunto nell’azione del solo
nominare il passato, la scrittura poetica lo riconduce presto alla vivezza del
presente: e ciò significa ridonare speranza a quello stesso passato; e in
questo suo potente dire per ricreare, nominare per far riemergere, si riesce a
custodire, forse, nel barlume di un momento, la vibrazione ancora solo
immaginata dello stesso futuro.
Affidare, dunque, ai versi l'ipotesi di una presumibile dicibilità di
ciò che è stato, e di ciò che potrebbe essere, trasforma la parola in un
labirinto dell'eventuale e dell'inaudito; permettendo, infine, alla
poesia di trattenere e di contemplare, nel tempo immoto della sua
lettura, ciò che si vuole, paradossalmente, sottrarre al tempo. Saranno mille anni, se vuoi, ma noi
andremo ancora incontrandoci negli spazi
resistenti al ribasso, tra orbita e orbita,
ancora una volta capaci di vederci.
Le mie ombre confabulano con i tuoi colori,
abitiamo la terra e il cielo scambiandoci le parti.
Troppo ho temuto che finisse ciò che iniziava,
ecco che ora ti conosco a voce, vale
riscrivere mille lettere se un aggettivo
rimanda a un tuo sguardo, unghiata amica:
ancora ti scriverei, certo del tuo essere in me.
Sandro Montalto è Direttore Editoriale delle Edizioni Joker e direttore delle riviste «La clessidra» (rivista di cultura
letteraria) e «Cortocircuito» (semestrale di cultura ludica). È
redattore e collaboratore di molte altre riviste letterarie; scrive
inoltre in volumi collettanei e su alcuni giornali. Fa parte della
giuria di alcuni premi letterari, ed è giurato e direttore tecnico del
premio internazionale di aforistica “Torino in sintesi”. Ha
pubblicato tra raccolte di poesia, volumi di saggi su autori
contemporanei e del passato, sillogi aforistiche, opere teatrali. Ha
curato molti volumi, tra i quali Umberto Eco: l’uomo che sapeva troppo (ETS, Pisa 2009), Fallire ancora, fallire meglio. Percorsi nell’opera di Samuel Beckett (Joker, Novi Ligure 2009) e Temperamento Sanguineti (libro + DVD; Joker, Novi Ligure 2011; con Tania Lorandi). Ha inoltre ideato alcuni libri-oggetto tra i quali l’Aforismario da gioco (Edizioni Joker, Novi Ligure 2010). Attivo nel mondo della ‘Patafisica, è Reggente del “Collage de
‘Pataphysique”. E’ vicepresidente dell’Associazione Italiana per
l’Aforisma.
Come musicista, è attivo in qualità di direttore e compositore. Ha pubblicato anche diversi scritti di argomento musicale e cinematografico su riviste specializzate. Svolge la professione di bibliotecario.
Come musicista, è attivo in qualità di direttore e compositore. Ha pubblicato anche diversi scritti di argomento musicale e cinematografico su riviste specializzate. Svolge la professione di bibliotecario.
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