Vorrei improntare il prossimo reading di Poesia sulla cultura dell'empatia e della condivisione di conoscenza, Poesia come ricerca nel reagire alla crisi in forme non competitive, ma collaborative e solidaristiche che si compiono nella sfera immateriale di un bene non rivale come la produzione letteraria spontanea. La Poesia intesa come scambio generalizzato basato sulla non-reciprocità del dare e avere, che esula quindi dalla ricerca di un qualsiasi profitto. Questo modo di fare, oggi già presente nei gruppi di facebook, nei blog collettivi che si occupano di letteratura, oltre a permettere ad una logica di contribuzione volontaria di diventare possibile, accessibile e fruibile, grazie alla sua disponibilità, ha portato tale logica a diventare un requisito naturale che non riversa alcun costo aggiuntivo sul sistema, ma che in maniera spontanea lo sostituisce. Quando gli editori e gli autori blasonati si lamentano del fatto che tutti scrivano e nessuno legga, fanno solo finta di non accorgersi che tutti leggiamo, di continuo e molto di più attraverso il web. Che non leggiamo libri, leggiamo frasi, poesie, frammenti, pensieri. Oggi è sempre più chiaro che l'identità di ciascun essere umano si costruisce attraverso l'impegno e il contributo a progetti comuni. Il web rappresenta la perfetta infrastruttura tecnologica a tal fine, permettendo agli individui di impegnarsi e relazionarsi gli uni con gli altri. Ogni motivazione diventa produttiva, soprattutto quelle non pecuniarie. E da questo nasce un circolo virtuoso di creazione comune. Un nuovo tipo di proprietà intellettuale. L'empatia rappresenta quindi la necessaria sensibilità verso la coesione sociale, che rende decisiva la capacità delle comunità di creare, ricercare e reagire alla crisi in forme non competitive, ma collaborative e solidaristiche. Da un punto di vista fisiologico la scoperta della funzionalità dei neuroni specchio del neurologo Italiano prof. Giacomo Rizzolati dell'università di Parma, ha messo in luce come l'empatia ed altri aspetti di riconoscimento e condivisione delle emozioni e dei sentimenti siano basilari per l'apprendimento interattivo, e come vengano a dipendere dall'esercizio dei neuroni specchio che acuiscono la capacità di comprensione imitativa. Sembrerebbe che essi interessino diverse aree cerebrali, comprese quelle del linguaggio. Quindi i neuroni specchio permettono di spiegare fisiologicamente la nostra capacità di porci in relazione con gli altri. Infatti sembrerebbe che il "sistema specchio" entri in azione soltanto quando il soggetto osserva un comportamento che egli stesso ha posto in atto in precedenza. E questo vale anche per la comprensione del linguaggio che fa riferimento, a meccanismi di "risonanza" che coinvolgono il nostro corpo. Ecco perchè i poeti e la poesia, perchè si cercano esempi con cui empatire, a cui guardare, da cui impare a sentire.
Tornando all'idea del reading sarebbe possibile attuare questa funzione specchio semplicemente chiedendo che ogni poeta, prima di chiudere il suo intervento, legga la poesia di un altro poeta presente al reading e che si è preparato precedentemente. Questa proiezione della propria produzione letteraria affidata alla sensibilità di un altro poeta unita all'aspettativa dovuta ai tempi del reading, può creare una seconda circolazione di emozioni. Non solo quella rivolta dal soggetto poeta al pubblico. Ma questa seconda subita ed empatita dal poeta stesso che sente leggere i propri versi. Versi scelti, non imposti, dall'autore.
Varese, 16 gen 2012
Sebastiano Adernò
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