lunedì 21 novembre 2011

una nuova versione degli Epigrammi di Marziale





L’Omaggio a Marziale di Mario Fresa



Mario Fresa




Ventiquattro epigrammi offerti con la luminosità degna del grande poeta , interprete della quotidianità e della cultura del popolo romano. Nato in Spagna nel 40 dopo Cristo Marziale si sposta nella capitale nel 64, donando alla poesia universale quegli “epigrammi” che sono gioielli immortali. La sua personalità è presente in ogni pagina con l'aspetto comico-satirico, spesso reso dal fulmen in clausula, o in cauda venenum (stoccata finale), ovvero la tendenza a concentrare gli elementi comici e pungenti nella chiusa dei componimenti, terminanti con una battuta inaspettata. Tale tecnica è lo strumento privilegiato della sua poesia: il senso stesso e lo spirito di moltissimi componimenti sono da ricercare nel finale dell'epigramma, "che a volte riassume i termini di una situazione in una formulazione estremamente incisiva e pregnante, altre volte li porta ad una comica iperbole, altre volte li costringe a un esito assurdo o a un paradosso, altre volte li pone all'improvviso..” - Mario Fresa riesce con egregia perfezione a riproporre – tradotti elegantemente e culturalmente alti – alcuni passi della gigantesca opera latina, riaccendendo versi che si leggono e rileggono con immenso interesse, e partecipazione. La satira è ricca: “Flavia denuncia d’essere stata violentata, a turno, dai ladroni./ Quelli protestano : saremo pure delinquenti, ma non coglioni”. “Siete fatti l’uno per l’altra:/ un’oca, ignorante e scaltra,/ e un imbecille monocordo./ Ma non andate d’accordo?” – Avverte gioiosamente Fresa : “…la scelta della rima nasce dall’idea di una costruzione burlesco-sintetica della parola tradotta, nell’ipotesi di un travestimento di trasversale giocosità straniante…” e infatti la lettura riporta delicatamente al sorriso e lascia un’eco che diviene scommessa dell’attesa.





Mario Fresa, Omaggio a Marziale, con una tavola fuori testo di Carlo Villa, Edizioni L’Arca Felice, 2011.







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