lunedì 11 aprile 2011

Su Lattice di Andrea garbin

di Serse Cardellini 



Da poeta a poeta: nessun complimento, nessuna lingua che sublima la schiena del bruco, nessuna bava di lumaca che lecca e lubrifica il buco del culo. Insomma, niente che assomigli a un “che bravo che sei!” Unico quesito: chi poeta cosa?


Il cosa: una litania per gli assenti
tempesta, sogno risveglio
un fare, in fondo
un darsi da fare
profondo
o solo una donna
ho solo
un pendolo
un dubbio
una nube
un bicchiere
lungo la strada dei fiori di loto
un asso oppure un assolo:
l’equilibrio di un foglio
ricordo desidero
sottocoperta lanterne
la gabbia
che mondo!
che circola e muove
la porta che cigola
la chioma il presagio
mille parole
[…]
un letto
una buccia a spellarsi
un libero ritrascinarsi
di palude in palude
il rifugio
quel limbo libellula
vuoto
ma sì ma no
un libero arbitrio
scriviamo
al vento
soffiamo
imbustiamo la lettera
un trattamento coi guanti
quelli di lattice
un altro messaggio
spediamolo là
in mezzo all’oceano
un’altra bottiglia
che va…


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