sabato 2 ottobre 2010

Mario Fresa sulla poesia di Simone Molinaroli




Se la poesia è un irridente mostro gentile


Una mobilità irridente e un'autentica sofferenza - simulata, quest'ultima, con l'impiego di una maschera di stravolta indifferenza e di gioco - muovono e plasmano la scrittura di Simone Molinaroli, poeta felicemente anti-lirico, paradossale e imprendibile.
Nella raccolta Cani al Guinzaglio nel Ventre della Balena (Fara editore, 2008) la sua scrittura si rivela ansiosamente aspra e indomabile, spinta ovunque da una febbre e da un'irrequietezza difficili da comunicare, ma che rendono colui che ne è tutto attraversato un animale strano, che pare vinto dalla disperazione e che poi trova, d'improvviso, l'inattesa energia che gli permette di deviare la direzione della sua strada.
Nella poesia di Molinaroli, dunque, l'ordine è dato dall'indisciplina, e la regola è dettata da una gioiosa e anarchica disubbidienza, irreversibile e totale: il poeta è sempre un accordo stonato all'interno dell'armonia del mondo, e ogni suo approdo è una specie di cadenza d'inganno, una soluzione che non costruisce un bel niente, ma che imbroglia e che di nuovo rimescola, confusamente, le carte del gioco. Ed è l'estremo, continuo, vertiginoso ventaglio di possibilità di cui gode l'uomo libero a condurlo verso lo spavento e verso l'insofferenza nei riguardi di ogni eventuale quadratura accomodante; e la scrittura di Molinaroli si presenta proprio così: irriducibile a qualsiasi schema o prigionìa formale; ambigua e bifronte, perché contemporaneamente comica e tragica; ma sempre disperatamente vinta dall'amore per l'esistenza.
Una poesia che non conosce conciliazioni, né compromessi con la dura realtà che osserva e che descrive, tra l'altro, con un'onesta, sana crudeltà - nel tono e nel linguaggio - che può ben dirsi rara nell'attuale scrittura poetica italiana.



Un testo tratto dalla raccolta:



Le quattro righe
che porto in faccia
non dicono lo strazio di guardarvi
mentre tra una birra e l'altra
filtrano i postumi dell'infortunio
i tentacoli atrofici dell'inutile scommessa
e le mani di un mostro gentile.




Simone Molinaroli, Cani al Guinzaglio nel Ventre della Balena (Poesie 1994 - 2000), introduzione di Chiara de Luca, Fara editore, pp. 104, 2008, euro 12.

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