di Nicoletta Verzicco
Sputami a mare possiede la purezza dei sogni di un bimbo, la tenacia di un uomo che spera, la disillusione dell’essere umano che dalla vita si sente messo all’angolo. Lo sfondo delle emozioni è il quotidiano e la semplicità; in esse
mi sono ritrovata, ho preso la mano di Stefano fra le mie mentre i miei occhi scorrevano sulle parole ed egli, a volte, era ignaro che tanti, compresa me, sono come lui. Se nel principiare della lettura si è còlti da un mero
disincanto, nel procedere si percepisce, malcelata, un’attesa limpida e viva.
Sono l’apparenza e la sostanza, lo scetticismo e la speranza, il crogiolarsi nei ricordi e la voglia di vivere velata dalla paura dell’inconoscibile che si contrappongono. È la vita, quella vera, quella reale, quella che non si nasconde, quella vita della quale dimentichiamo l’essenza che Stefano racconta, lui esprime la difficoltà di non sapere cosa si vuole incorniciata dalla
certezza di essere consci di ciò che non si desidera più. Stefano osserva e spiega quello che è chiaro e aperto, quello che agli occhi dei più appare falsato da vane esteriorità. In questo suo delicato Sputami a mare vestito di moiré, le parole si muovono e mutano: “È difficile a volte / stare nel presente / i ricordi ed i sogni / costano meno”… “Usciamo! / Quando piove sono felice.”
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