mercoledì 12 maggio 2010

2 recensioni a Sto consumando l'ultima casa


Orio Zaccaria  su   La  Nuova Tribuna  Letteraria,  maggio  2010   

Né di mestizie nè tantomeno di lamentazioni si vestono queste liriche di Franca Fabbri. Eppure Sto consumando l'ultima casa è una silloge nella quale personaggio fondamentale è la morte. Che, notoriamente, è evento definitivo e senza scampo; qualcosa di ineluttabile che ci segue pervicacemente come un'ombra sin dalla nascita. Quindi – sembra dirsi l'autrice – tanto vale accettarla quanto una qualsiasi compagna di viaggio. Silenziosa, certo, ma comunque in grado di lasciarci qualche saggio inequivocabile avvertimento. Magari quando “passeggia lungo i corridoi / degli ospedali”.
La raccolta è divisa in due parti. Nelle quali l'autrice mostra altrettanti modi di porsi di fronte alla morte. L'avvenimento è sempre lo stesso, ma visto con ottiche diverse. E la scelta non è casuale, anzi. Perché la “signora in nero” non la si vede quasi mai con lo stesso abito. Nella prima parte essa è trattata infatti con una certa levità, quasi con riguardo, a volte anche con un tocco di arguzia: “Spesso il nome del morto / passa / di bocca in bocca più che durante / la vita”. Talora il piglio può assumere toni pungenti, senza però mai cadere nella presa di posizione violenta. È il caso dei Comunicati per Eluana nei quali alla Englaro, per una serie infinita di dispute etichettate come ideologiche, “è stato concesso di morire più volte”.
Nella parte seconda l'autrice ha un approccio molto più personale con la morte, approccio che si fa esplicito e tangibile come mai prima. I defunti, ora, hanno un nome e un volto. E perfino un luogo dove possono idealmente tornare a mostrarsi. È “la stanzina dei morti” ubicata, già da tempo ormai, nella vecchia casa, quella che Franca Fabbri sta inesorabilmente consumando. Un luogo solo suo. Dove può “riparlare” con le persone che ha amato e che tuttora ama, come se fossero ancora vive e presenti. Dove, dichiara, “Ogni giorno / recito le prove / della mia morte, / ma il gran finale / è sempre / della  vita”.
Morte e vita si rincorrono nel circuito esistenziale, avvicendandosi senza soluzione di continuità. E la francescana  “sorella morte corporale” può, in fondo, non esser temuta più di tanto. Come ha esemplarmente imparato a fare l'autrice di questo libro.


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Chiamami Città - Rimini - 5 maggio 2010 

Franca Fabbri presenta "Sto consumando l'ultima casa "
SULLA SOGLIA, ANCORA POESIA"

Il 15 maggio a San Marino

di Lorella Barlaam

Sto consumando l'ultima casa scrive Franca Fabbri, nella plaquette con questo titolo appena uscita da Fara Editore. E continua: “Dopo, una fresca pittura mi cancellerà”. Nel libro la poetessa-scrittrice riminese affida alla consueta tessitura di versi lievi e ironici un senso grave, che li rende profondi serbandone la trasperenza. È la morte che affronta. Che non è una sola. Sono mille le impercettibili morti nel nostro quotidiano, dalla fine degli amori ai traslochi agli addii. C'è la morte di cui facciamo esperienza, la morte degli altri, cerimonia rito strazio spettacolo solitudine interrogativo. Mentre la Morte, la propria, è l'autentico, inconoscibile e indicibile. Si può sospettarne l'essenza d'istantanea cesura, lo “svegliarsi / al cadere di una foglia”, ma resta affidata all'immaginazione: un'epifania. I versi della prima parte di Sto consumando l'ultima casa appartengono al lato più “esterno” della morte, quello rivolto a chi resta. Su questa soglia, Franca Fabbri sgrana il suo rosario di piccole e grandi morti, pubbliche e private. Poi la attraversa. La citazione di Giovanni Pascoli che introduce la parte seconda non a caso è La buona novella, possibilità di rinascita sempre presente, seme luminoso. E la morte forse è allora un Ritornare, come nei versi scritti in morte del fratello, estremo rito funebre, formula di liberazione che scioglie dal vincolo del passato e del futuro e consegna a quel presente che è l'eternità.
Il libro, in vendita nella libreria Luisè di Rimini, sarà presentato presso il Centro Sociale Dogana di San Marino, In Piazza Tini, sabato 15 maggio, alle ore 17.
Per l'occasione, Franca Fabbri inaugurerà la Mostra di Pittura di Mirna Guiducci, che resterà aperta dal 15 al 28 maggio (dalle ore 9,30 alle 12,30 - dalle 16,30 alle 18) sempre presso il Centro Sociale.

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