martedì 9 marzo 2010

Su Sequenza di dolore di Rosa Elisa Giangoia


prefazione di A. SpadaroRimini, FARA, 2010

recensione/lettera di Laura Romani (in lista www.bombacarta.com)

Non ricordo di aver letto mai una silloge sul tema della morte di una persona cara così intensa per l'amico di vita che scompare, anche per noi lentamente, perché, come dici “Bisogna prendere dalla vita/ le parole per dire la morte/ che non ha parole”.
La tua stupenda raccolta di poesie rimane dunque sospesa tra le parole prese dalla vita e lo stupore attonito di tutte quelle che non hanno parole per per dirla...

Eppure qualcosa, simile a un mistero, alita tra i vostri silenzi, quello di una maternità e di una nascita, nel pacato tenero dialogo tra due anime che si ritrovano intrecciate “in una tela già un pò consumata / per una felicità troppo breve”. È la Madonna Addolorata del Fiasella che riesce a trovare “sola nella sua desolazione” le parole da suggerire con uno Sguardo addolorato e implorante verso il cielo “la maniera umana di morire” (...) “dell'essere ri-consegnato”. E tu di rimando a dirle: “E io ho dovuto piantare / una freccia nel cuore”, quasi inconsapevole di star diventando tu stessa madre, che nel dolore accompagna l'amico verso una “porta / sperando fosse di luce”.

Tra la speranza di luce oltre la porta e quel “sole che invecchiava”, “maturavano”, intanto, “le melette asprigne / verso il freddo del loro rosso autunnale”. Contrasti di luce ed ossimori fanno da eco ad una Croce in chiasmo che ancora non discende negli Inferi per riscattare la vita dalla morte, ma rimane lì sospesa “con la luce a rovescio della tua”, come dici, per una vita che “fu ripristinata”, “mentre il mondo esterno per noi svaniva”. E poi tante domande filosofiche si affastellano stringendo verso il momento dell' “illimitata trasparenza...”, in una suite magistrale di memorie intime e sapienziali che ne accompagnano la cadenza.
Così le pagine intrecciano ormai un dialogo che va diluendosi andando incontro a questi versi di una luminosa, serena bellezza: “l'ultima a sorriderti in casa/ è stata la Madonna col Bambino/ dell'Assereto giovane”... Che meraviglia!
Grazie, cara Rosa Elisa, per questo prezioso dono di altissima poesia, da me ricevuto come un miracolo del cuore che ha trovato le parole per dire l'indicibile.

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