recensione di Mara Zanotti pubblicata su «Il Torrazzo» del 30 Gennaio 2010
Meno immediate le poesie di Alberto Mori nella sua ultima raccolta dal titolo Objects,
pubblicato da Fara Editore, dove il poeta indaga gli oggetti attraverso reinvenzioni sia
linguistiche che a-funzionali: «C’è un significato originale e un “signifcato” dato dal contesto – spiega Mori – il lavoro rimane descrittivo ma traccia un nuovo tipo di percorso linguistico che porta a nuovi concetti.»
L’oggetto in ogni breve lirica è evidenziato in neretto per assumere anche visivamente il ruolo di soggetto. Più criptici, si diceva: una poesia da decodificare, composta da elementi complessi ma ben armonizzati: «Il testo si costituisce con la voce, ha pause
silenziose e sintattiche che traduco poi in soluzioni grafiche e visive diverse.»
È presente inoltre il discorso ulteriore della dimensione metafisica:
ad esempio, nella copertina del volume (pp. 52, euro 10) appare il simbolo dell’infinito.
Il tempo che si rincorre, gli oggetti dunque, vivono innestati su una scena loro, nella
quale il poeta li inserisce, “duttilmente” , posizionandoli diversamente sia da un punto di vista strettamente linguistico che spaziale (Il raccendino emana fuoco dal basso / il pollice preme in alto / la sigaretta viene riprodotta / proiettata dall’interno dalla fiamma accesa).
Accantonati i luoghi anonimi dell’abbandono e le dinamiche del consumismo, Mori
approda a una funzionalità strumentale, “salvandola” dalla banalità attraverso le sue iperboli linguistiche e le sue geniali soluzioni di forma. In progress anche il lavoro visivo con la messa a punto del video che accompagnerà la lettura delle poesia in un contesto sempre più convincente di videopoetry.
Il libro, non privo di passagi ironici («l’ironia è l’elemento riequilibratore del doppio senso») è acquistabile on line www.faraeditore.it : Per chi ha collezionato le numerose raccolte di Mori un altro tassello imperdibile, per gli altri un modo per entrare nel mondo poetico contemporaneo dell’autore.
mercoledì 3 febbraio 2010
Su Objects di Alberto Mori
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