di Laura Bonalumi
Guido ha paura
del buio,
di svegliarsi un giorno
con gli occhi chiusi
e il respiro assente.
Guido ha una forza d’animo che vincerà la paura, Guido ha il sorriso che accenderà sempre il sole, Guido ha la voglia di vita che solleverà il suo petto.
Ho letto e riletto Senza Fiato ed ho incontrato il significato della parola vivere.
Quanto inutilmente sprechiamo un dono così prezioso, quanto stupidamente crediamo di essere invincibili.
Leggo ma poi mi fermo ad osservare il mio costato che si alza e si abbassa, con un ritmo lento preciso, potrei dire banale; mi riempio di fiato, che semplicemente arriva a gonfiare i miei polmoni, di fiato che raccoglie il profumo di questi giorni che hanno voglia di primavera.
Vivo del fiato che mi racconta il mondo che mi circonda, gli odori, i profumi, il sentore di umori che vestiranno le mie emozioni.
Automatico, meccanico, preciso. Semplice.
Eppure queste pagine aspettano una folata di vento che le faccia voltare, le sgualcisca, che le strapazzi, aspettano l’aria che il lettore porterà, sfogliando pagina dopo pagina le testimonianze e le speranze raccolte.
C’è motivo per soffermarsi sul verbo di ognuna, c’è bisogno di riflettere frase dopo frase, cogliere il dramma che vi è radicato e prenderlo un po’ sulle proprie spalle, calzarlo, vestirlo, lasciando che lo spazio vuoto, che l’aria, prendano il loro posto.
Dov’è l’umano sentimento che ci porta alla condivisione di gioia e dolore?
Dove sta la forza di noi esseri superiori, nel trovare consapevolezza del nostro essere invece deboli e fragili.
È qui. Sta tutto qui, tra le parole di Guido, di Daniela, di Luca….
Il coraggio di mostrare le proprie paure, i dubbi, le incertezze; la forza di prendere coscienza di un male che hai dentro, che vive con te, fianco a fianco, su una strada parallela, continua, ininterrotta: la tua vita, alimenta la sua.
Il progetto di questo libro, di questa raccolta di testimonianze, è un bene prezioso. È il risultato di un gesto d’amore che scavalca, sorpassa, il bisogno e la necessità personale; colmo di generosità, carico di speranza, ci obbliga, con invito gentile, a rispondere a questa richiesta d’aiuto.
Crudele, nella concretezza di una malattia che ha voglia solo di vincere, delicato, a tratti dolce, nello sguardo allargato di chi cerca l’infinito del cielo; li vedi, attraverso tavole illustrate da mani e animi molto sensibili, i sogni che popolano le notti e i giorni di chi spera.
Come non voler correre incontro ad un’opera così?
Io non ho saputo resistere, non ho potuto voltare pagina e sguardo assieme. Ho dovuto tenermi incollata, rigo per rigo, con il fiato sospeso – e non è un gioco di parole – con lo stomaco chiuso in una morsa che ha trovato sfogo in tante lacrime scappate.
Fa bene leggere Senza Fiato, fa bene al cuore, all’anima così spesso vuota e secca, inaridita dalle grosse abbuffate d’ossigeno che così egoisticamente vogliamo solo per noi.
Sfoglio e sfoglierò ancora a lungo Senza Fiato, per tornare a sentire il valore della vita che tanto spesso scordiamo; inviterò altri a farlo, con la ferma speranza che le ali di questo libro, mosse e divorate da infiniti lettori, portino aria e sollievo a suoi scrittori.
Grazie Guido.
Con immensa stima e affetto,
Laura
venerdì 13 marzo 2009
Rifletto leggendo Senza Fiato
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Questa recensione arriva del tutto inaspettata. Abbiamo "parlato" a lungo io e Laura, ma mai una volta che mi abbia parlato di questa sua iniziativa....
Che dire, Laura è una cara amica a cui mi sono legato in maniera particolare, è entrata nel "mio mondo" in punta di piedi tendendo una mano, ed io sono ben felice di averla accolta.
Un forte abbraccio quindi a questa dolcissima persona e ad Alessandro Ramberti per quanto continua a dare a questo SENZA FIATO.
Posta un commento