recensione di Guido Passini pubblicata in respirandopoesia
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Cenni biografici
Sonia Gardini è nata a Savignano sul Rubicone. Considera la poesia una forma a lei congeniale di andare incontro a sé stessa e agli altri. Si è laureata all’Università di Bologna ma ha svolto la sua attività di insegnante a Brescia dove vive tuttora, interessandosi alle varie manifestazioni artistiche in cui l’uomo si esprime. Ama viaggiare. Questa sua opera prima raccoglie poesie appartenenti a un lasso di tempo piuttosto lungo.
Recensione
Il libro di Sonia è una sintesi della vita, sempre che di sintesi si possa parlare dato che si tratta di un libro di poesia. Da sempre considero la poesia il tutto e il niente di ogni vita. Proprio su quel filo diretto che ogni autore si barcamena in un equilibrio che a volte risulta instabile, ma non è certo il caso di Sonia, che con il suo Dove allunata? presenta un libro spontaneo, alla incessante ricerca del verso, della sua musicalità e le sue vibrazioni.
Questo libro è una raccolta di poesie create in un periodo lungo del percorso dell’autrice, e nonostante possano presentare sili differenti, sono tutti versi perfettamente saldi tra loro. Sono tutti legati da un filo conduttore, l’andare oltre, infatti nonostante il dolore, gli smarrimenti, la violenza, l’autrice ritrova sempre il coraggio, la forza, la costanza di voltare pagina.
La poetica della Gardini non è illusoria, non getta fumo negli occhi, ma si pone con intelligenza e a modo suo persuasione, lasciandosi leggere e nella sua brevità dei versi è racchiuso più di un semplice pensiero. Questo perché la poesia di Dove allunata? non ha tempo, non oso pensare infatti che il mondo si sia fermato sulle sue parole, ma le parole hanno un messaggio talvolta cosi ampio da essere collocato in più situazioni, eventi nell’arco del tempo.
Questo libro è comunque un libro pieno di colori, di immagini, luci, non nascondo infatti che leggendo la sezione “Oriente” il collegamento con paesaggi “Le mille e una notte” sono stati espliciti. Piccole foto sono lì, posate sulle pagine di Dove allunata? Condensate ma non per questo non visibili o sentite.
Il libro presenta comunque in totale cinque sezioni, una è già stata citata, quindi proseguirei con la sezione “Impronte”, dove sono raccolte secondo il mio modesto parere , tutti quegli eventi che volenti o nolenti hanno lasciato un segno nel cammino di Sonia, in positivo o in negativo.
La sezione “Attimi” raccoglie le poesie forse più brevi di tutto il libro, a testimonianza della scelta del titolo, e si trovano appunto piccole perle di saggezza, piccole, grandi emozioni che lasciano interdetti per il rapporto semplicità-emozione, di notevole caratura.
L’ultima sezione del libro si intitola “I conversari”, contornata da versi che paiono quasi come monologhi, poesie articolate dove ho notato un cambio di stile rispetto alle altre sezioni, uno spiccato senso dell’equilibrio e della sonorità del verso.
Mi sono tenuto da parte la prima sezione del libro che dà poi il titolo al libro, quella più rappresentativa forse per l’autrice, quelle che hanno un significato più incisivo. Mi sono chiesto il perché… c’è qualcosa in questa sezione che si può considerare una silloge, a se stante, in piena regola che forse mi sfugge. Ho quindi letto più volte la poesie della sezione “Allunata” attribuendogli i significati più disparati, ma poi sono giunto ad una conclusione. Questa è la sezione dell’intimo di Sonia, dove sbarca nel suo mondo tra realtà ed illusione, compie un tragitto completo sulle emozioni, su momenti di vita che lasciano però un interrogativo a Sonia. Dove? Sembra quasi che dopo aver compiuto il suo viaggio ci chieda di mostrarle il cammino che ha percorso, quasi spaesata dalla fatica di guardarsi dentro e sfoggiare questi ottimi versi.
Un libro letto con molto interesse, con grande attenzione per carpirne le ottime strutture e le sensazioni di grande rilievo. Ma la risposta forse è solo nell’anima di Sonia.
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