mercoledì 21 maggio 2008

Un ricordo di Raffaello Baldini

articolo di Nicola Vacca pubblicato qui nicolavacca.splinder.com

La settimana scorsa sono stato invitato dall’editore riminese Alessandro Ramberti, a presentare alcuni libri di poesia pubblicati dal suo marchio (Fara editore). La serata si è svolta nella suggestiva cornice della Biblioteca comunale di Santarcangelo di Romagna, paese magico per la poesia italiana che ha dato alla nostra letteratura autori indimenticabili. Tra questi va sicuramente ricordato il grande Raffaello Baldini. Essere in quel luogo a parlare di poesia davanti a una sala piena mi ha fatto subito pensare all' opera in versi di Baldini, straordinario genio della parola che da Santarcangelo ha raccontato la nostra modernità con la lingua espressiva della più viva tradizione poetica.
Raffaello Baldini è scomparso cinque anni fa all’età di 80 anni. La sua poesia dialettale ha riscosso innumerevoli successi. Il mondo poetico di Baldini è legato alla quotidianità e alle vicende della gente, cui egli ha dato voce attraverso il dialetto.
Partendo da situazioni apparentemente semplici, nei suoi libri, il poeta di Santarcangelo di Romagna è riuscito a scavare nel profondo con la poesia riuscendo a dare un senso universale al molteplice presente nel linguaggio delle cose. È diventato uno dei maggiori poeti italiani profondamente radicato nella tradizione .
Il suo mondo poetico è permeato di memoria che, attraverso le storie minime popolate di personaggi comuni, grandi nella loro umiltà, disegna in profondità la dimensione umana, sempre in bilico tra grottesco e senso del dramma: «La maestra di Sant’Ermete / delle volte, il pomeriggio, / si chiude in camera e accende una Giubek. / Non fuma. / Sdraiata sul letto / la guarda consumarsi. / Le piace l’odore. / Delle volte le viene da piangere.»
La sua attenzione è stata sempre rivolta, con estremo ed efficace realismo lirico, al mondo antropologico dei personaggi della sua terra. Non dimenticando mai le tradizioni delle origini, Baldini con pregevole raffinatezza compositiva, nelle sue raccolte, ha raccontato con grandissima trasparenza umana il ciclo esistenziale di persone vere, autentiche espressioni di una lingua e di un mondo che si consuma nella ricerca di una purezza riflessiva: «Abbiamo ballato tutta la notte, sempre insieme, / la mattina alle sei ballavamo ancora, poi fuori l’ho baciata, ci siamo baciati, / e mi dà del lei, ma dammi del tu, / con quel nasino schiacciato, e dei denti bianchi / quanto rideva / che rideva per niente…»
Con una grande potenza della parola Baldini si è imposto come poeta originale costruendo con la sua lingua un dettato poetico che ha dato voce agli esclusi, agli irregolari e agli emarginati.
Uno straordinario poeta che è stato sempre dalla parte degli ultimi, portandoli sulla pagine per salvaguardarne la dignità.
Raffaello Baldini è stato è un poeta che è riuscito a incarnare il concetto di poesia pura.
Qualcuno ha scritto che nei suoi versi vengono evocati i fantasmi dell’uomo contemporaneo: chi domani vorrà capire qualcosa dei nostri anni convulsi, è anche ai versi di Raffaello Baldini che dovrà rivolgersi. Lo smarrimento dell’uomo moderno, che ha perso il senso delle proprie radici è la causa devastante del disordine esistenziale. La grande poesia di Baldini resterà a futura memoria come un esempio da seguire perché in questi tempi di immane vuoto interiore abbiamo bisogno di ricondurre i nostri pensieri all’unità dell’origine.
Non si può assolutamente prescindere dai versi di questo poeta dal volto profondamente umano, che la critica più intelligente ha definito come uno dei maestri del secondo Novecento.

1 commento:

Luca Ariano ha detto...

Ottimo intervento su un poeta che ammiro molto e considero uno dei più grandi del Novecento.
Concordo in toto con la parte finale dell'articolo di Nicola Vacca.
Per me meriterebbe un Meridiano.
Ho saputo che a settembre uscirà per Einaudi una sua opera teatrale inedita.
Non vedo l'ora...
Del teatro di Baldini non ho letto nulla.

Un caro saluto