giovedì 29 maggio 2008

Su Falsi confini di Ottavio Rossani

nota di lettura di AR

Questo libro, pubblicato da Xenia qualche tempo fa (Milano, 1989) dovrebbe essere consigliato, oltre a chi ama la poesia, nelle scuole superiori e all'università per dare un minimo di profondità storica alle giovani generazioni. Attraverso versi che pur attingendo a piene mani dalla cronaca sanno traformarla in ritmo, condensarla in immagini efficaci, proporla in uno stile elegante e riverberante di significati e suggestioni, Ottavio Rossani offre uno spaccato poetico (appunto) ma non elusivo della storia del nostro paese dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta: «i cortei sono finiti, / c'è l'insufficienza di prove» (p. 9); «Gli occhi svuotano il cronometro, / rivestono i colori primigeni. / In ascensore il corsaro Pasolini / abilmente silenzioso / ostinato calciatore dilettante / non lo vedono, ma è davvero morto?» (pp. 14-15); «Chi comanda non muore / e nasce già dorato di luna.» (p. 16); «Trestanzeconservizi Inacasa. / I topi della mansarda in legno / sconfitti da pubblico concorso.» (p. 21); «Col viso riverso, un filo rosso / alla nuca usciva da piccolo foro. / Nel rigagnolo il fotografo / impresse un particolare banale, / il mocassino marrone un po' storto.» (p. 41, si fa riferimento all'assassinio di Walter Tobagi).
Anche gli eventi intimi, personali sono condivisi: l'Autore sa coinvolgere senza mai indulugere in pietismi, con uno sguardo che penetra la realtà dei fatti nel loro nucleo che viene “esposto” senza bisogno di aggettivi: «Nell'orto della quiete nane / piante sfamano fantasmi. Aspettano lì fuori molte cose, / arrampicarsi alle nuvole, / scavare una falda acquifera, / esplorare» (p. 23); «Qui, stanzone di carta, sono nati / affetti futuri dalla polvere. / La città draga sempre trame / mefitiche. Il reporter s'imbratta, / sbroglia, dimentica.» (pp. 32-33); «frettoloso esplodeva il sesso / nel groviglio dei covoni, / dormivano al sereno fottendo / tra lingue di fuoco i falciatori,» (p. 39).

Notevole la capacità di fondere parole, di usare varie strategie retoriche, di utilizzare frasi nominali in modo catturante: «Max tasteggia un itinerario / l'aria è cartamarcia, / sui tavoli i giornali morti.» (p. 34); «Rinati col vino assolato cantavano / i mietitori ti vitti alla jumara / e poi quotidiana impotenza ricadeva / sulle donne, menate e infilzate.» (p. 36); «(infinestrato / orizzonte pioggiafumoso tra pioppi / righe di lembi nebbiosi)» (p. 46); «Notte chiara, radiopassante / sull'aria vocativa di Zanzotto.» 8p. 51); «dalla costa videro il capezzolo / Lampedusa spuntare al mare / quando il cielo spiritò fulmini / per divertire Giove.» (p. 55)

Vorremmo concludere questa sommaria carellata con un distico che ci pare sempre attuale, per quanto forse un po' pessimistico: «Non c'è veggente oggi che spieghi / l'incrocio delle cose» (p. 61).
Molto bella anche la postfazione (o Nota critica) firmata da Carlo Bo che inizia con queste parole: “La prima impressione che prova il lettore di fronte a Falsi confini di Ottavio Rossani è quella di aver assistito a una singolare operazione poetica di travaso generale della realtà. ” (p. 69)


Ottavio Rossani (Sellia Marina, 1944) è poeta, scrittore, pittore e giornalista (per il «Corriere della Sera» ha scritto di politica, economia, cultura, cronaca e cura il litblog poesia.corriere.it). Ha intervistato molti personaggi in Italia e all’estero, viaggiandoo nei diversi continenti, in particolare in America Latina. Ha pubblicato le sillogi di poesia: Le deformazioni (1976), Falsi confini (1989), Teatrino delle scomparse (1992), Hogueras (1998), L’ignota battaglia (2005). I saggi: L’industria dei sequestri (1978), Leonardo Sciascia (1990), Le parole dei pentiti (2000), Stato società e briganti nel Risorgimento italiano (2002). Il romanzo: Servitore vostro humilissimo et devotissimo (1995). Per il teatro ha scritto testi e ha curato alcune regie, come la “mise en espace” delle poesie di Federico Garcia Lorca per il centenario della nascita, con musica e ballo di flamenco: Se mueren de amor los ramos (Caffè Letterario, Milano, 1998). Ha esposto i suoi quadri in molte mostre personali e collettive in Italia e all’estero. È presente ne Il silenzio della poesia (Fara, 2008) con la plaquette Scorrerie.

2 commenti:

AnimaIndomita ha detto...

La poesia è anche la mia passione più grande. Te ne prego visito il mio blog e rivelami se ho in me il sacro fuoco della poesia. http://fuoconelcuore.blogspot.com

Cosimo Lopardo ha detto...

La Poesia nelle scuole è veramente un'opportunità che non riusciamo a cogliere soprattutto quando parliamo di Contemporaneo, un occhio sottile che racconta il poco tangibile della nostra storia.
Grande libro quello di O. Rossani, chissà se qualche preside illuminato lo adotterà!
Cosimo Lopardo