martedì 15 gennaio 2008

Su Fiori di vetro

nota di lettura di Carla De Angelis

Tutto è divenire, tutto scorre, ma la poesia di Antonietta Gnerre che di volta in volta si trasforma come l’aria ora in vento, ora in tempesta, ora in nebbia, ora in pioggia ma , mai in un lamento, dona al lettore una rappresentazione sofferta e difficile della vita: “in Irpinia le ginestre / scolorano i piedi / dei contadini… / (…) con le mani nelle ortiche / tra i silenzi dei portoni / che non si aprirono”, e ancora “Se immergo le mani / nella fiumara / trovo i sassi / forse mille sassi / che mi attendono…”
In questi versi ove traspare l’amore per la sua terra, la ricercatezza delle parole per esprimerlo, c’è la fede.
La poetica dell’autrice si esprime con parole semplici eppure ricercate e attente a comunicare sentimenti e sensazioni che ci fanno provare il timore ed il piacere di esserci.
La descrizione della realtà ci avvolge come un velo di affascinante tristezza, ma se non c’è che il dolore che abita il mondo, allora alla poesia di Antonietta Gnerre è dato il compito di sostituire Atlante.

v. anche qui e qui

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