I
Parigi sveglia un treno sferraglia
solingo un capotreno
capigliatura vestito fischietto e tutto
i pregiudizi dei passeggeri si librano nel cielo
biancospino riposa sul ciglio del vaso
e non ti veggo più non ti veggo
la mia signora cuprea lecca un gelato
se v’è una faglia un appiglio
perché il gelo si sgeli
una musica un pretesto un ritardo
ronzio di mosche e scarpe di vacca francese
braccia rosa coi bei seni di matrona
sorride lecca dolce lecca senzaposa
e tessiamo tessiamo lo sguardo
II
Ancora distese
le braccia sul corpo
un filo
di voce di senso di porto
di mare di acque di picchi
di sbocchi di
cose perdute lontanedistese
le cosce innevate di neve
assetate & assiepate
crediamo compiute ma
pingue il tempo s’espande
e frange l’onde di spuma di corpo di neve
distese il suo peso nel solco
e dentrodistese annevate incompiute assetate
di volti di braccia lasciate
cadere sul corpo>>
III
È strano qui nella stagione
delle foglie verde acrilico
che non vogliono cadere,
non potersi incontrare
al bilico d’un crocevia come
una volta in macchina furtivi
a parlare dell’immaterialità
del nostro vivere.
Porte chiudono all’imbarco
dell’aereoporto e bagagli
pesano di panni e decisioni
prese sul pelo del caso.
IV
forse il cadere deciduo
di fogli & foglie
spennati dalle piume
del calendario
plic plic
di goccia
arancia rossa
riflessione riflessa
questo ingannare il tempo
e morire la morte
d’un momento
E poi passa
V
Via dalla penisola
del gabbiano – sciacallo
l’onda torna sempre e si rincarna
la grammatica del tempo
spiove su rocce in granito.
Risorge la stella del mattino
apparsa ad uomini ed insetti
in egual misura ad ordinare
le carte senza pregiudizio
o rimpianto semplicemente
vivendo.
Via dalla penisola
del gabbiano – sciacallo
un suono di pesci muove il flusso
dell’onda bottiglia color del vino.
(Galles, penisola del Gowar, estate 2002)
Luca Paci (Novara, 1970) ha conseguito una laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Pavia e all’università di Swansea (Galles) con un PhD con una tesi sulla teoria della storia in Croce, attualmente in corso di pubblicazione. Nel 1994 ha vinto il premio internazionale di poesia di Giulianova Terme e pubblicato una raccolta di poesie in inglese (The Fine Line, Chanticleer Press, 2005). Ha tradotto e curato l’edizione inglese de La Ragazza Carla di Elio Pagliarani (Troubador, 2006) ed è fra gli autori dell’antologia Poesia del dissenso 2 (Joker, 2006). Ha collaborato ad un film sull’architettura urbana per la Biennale di Venezia e codiretto il videopoema London Trip-tych (Dubious Audio, 2007). Vive e lavora a Londra.
Parigi sveglia un treno sferraglia
solingo un capotreno
capigliatura vestito fischietto e tutto
i pregiudizi dei passeggeri si librano nel cielo
biancospino riposa sul ciglio del vaso
e non ti veggo più non ti veggo
la mia signora cuprea lecca un gelato
se v’è una faglia un appiglio
perché il gelo si sgeli
una musica un pretesto un ritardo
ronzio di mosche e scarpe di vacca francese
braccia rosa coi bei seni di matrona
sorride lecca dolce lecca senzaposa
e tessiamo tessiamo lo sguardo
II
Ancora distese
le braccia sul corpo
un filo
di voce di senso di porto
di mare di acque di picchi
di sbocchi di
cose perdute lontanedistese
le cosce innevate di neve
assetate & assiepate
crediamo compiute ma
pingue il tempo s’espande
e frange l’onde di spuma di corpo di neve
distese il suo peso nel solco
e dentrodistese annevate incompiute assetate
di volti di braccia lasciate
cadere sul corpo>>
III
È strano qui nella stagione
delle foglie verde acrilico
che non vogliono cadere,
non potersi incontrare
al bilico d’un crocevia come
una volta in macchina furtivi
a parlare dell’immaterialità
del nostro vivere.
Porte chiudono all’imbarco
dell’aereoporto e bagagli
pesano di panni e decisioni
prese sul pelo del caso.
IV
forse il cadere deciduo
di fogli & foglie
spennati dalle piume
del calendario
plic plic
di goccia
arancia rossa
riflessione riflessa
questo ingannare il tempo
e morire la morte
d’un momento
E poi passa
V
Via dalla penisola
del gabbiano – sciacallo
l’onda torna sempre e si rincarna
la grammatica del tempo
spiove su rocce in granito.
Risorge la stella del mattino
apparsa ad uomini ed insetti
in egual misura ad ordinare
le carte senza pregiudizio
o rimpianto semplicemente
vivendo.
Via dalla penisola
del gabbiano – sciacallo
un suono di pesci muove il flusso
dell’onda bottiglia color del vino.
(Galles, penisola del Gowar, estate 2002)
Luca Paci (Novara, 1970) ha conseguito una laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Pavia e all’università di Swansea (Galles) con un PhD con una tesi sulla teoria della storia in Croce, attualmente in corso di pubblicazione. Nel 1994 ha vinto il premio internazionale di poesia di Giulianova Terme e pubblicato una raccolta di poesie in inglese (The Fine Line, Chanticleer Press, 2005). Ha tradotto e curato l’edizione inglese de La Ragazza Carla di Elio Pagliarani (Troubador, 2006) ed è fra gli autori dell’antologia Poesia del dissenso 2 (Joker, 2006). Ha collaborato ad un film sull’architettura urbana per la Biennale di Venezia e codiretto il videopoema London Trip-tych (Dubious Audio, 2007). Vive e lavora a Londra.
5 commenti:
Grazie Alex dello spazio concessomi. Le tue brevi ma intense righe d'introduzione hanno centrato nel segno..
Il materiale che ho qui proposto e' sedimento, nel senso che fu cominciato nell'ormai lontano 1995. Il libro -peraltro mai pubblicato- si chiamava Guardafili. L'idea era quella di parlare senza soggetto
( la pornografia del soggetto) indendo e sfruttare il linguaggio trito della canzonetta e della tra-dizione lirica in chiave ironica. Ora sto raccogliendo questo disparato/disperato materiale per farne un libro magari da pubblicare per la fine dell'anno.
Grazie a te Luca. Sono contento di non avere sproliquiato troppo: in note così veloci e sintetiche come quelle che riesco a stilare in questo blog è facile prendere delle cantonate o essere eccessivamente sommari. Allora buona scrittura, Luca, con l'augurio che sia un percorso in cui la nostra a volte disperata frammentarietà possa trovare e lasciare traccia assieme a quelle degli altri viandanti che incroceremo e magari per un tratto ci accompogneranno (come forse sei questo è un tema che mi è caro). Vediamo se qualche navigante vorrà lasciarne qui. Intanto buona strada!
Alex
"Ma quelle presentate qui sono tutte del 2002 o di un arco temporale più ampio?
Per esempio, quelle che presentasti per il blog di Marotta, appartengono allo stesso Guardafili?
Ad occhio e croce si direbbe di sì, ma qui l'ironia è anche maggiore, se possibile...
un caro saluto a voi"
Il commento qui sopra è di Luigi Metropoli, il cui sito Vocativo è linkato nelle Rotte
Ti rispondo in ritardo Luigi - ho soltanto adesso letto il tuo commento mea culpa..
La parte centrale e' nuovissima mentre la prima e l'ultima sono ri-elaborazion. Guardafili e' un pro-getto in fieri e dunque ancora aperto. Pero' ci sono certamente due filoni: uno politico e l'altro piu'(auto)ironico. Grazie del passaggio!
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