venerdì 21 settembre 2007
Su Baluginio di stelle di Franca Iacuaniello Panza
recensione di Emilia Dente
L’afflato poetico di Franca Iacuaniello Panza, autrice napoletana, ben si innesta nella linea lirica intimista ed introspettiva delle poetesse meridionali e, nello specifico del mio interesse critico, pure delle autrici irpine. È il racconto lirico del poeta viandante, smarrito e scalzo sui sentieri dell’anima; la creatura che si tormenta nella riflessione e si perde nella contemplazione; l’essere che cerca e disvela l’io nelle pieghe della sua trama esistenziale e lo sceglie come prisma luminoso cui filtra la sua esperienza umana.
È proprio “il cammino dell’anima” che la poetessa Iacuaniello propone nella prima sezione del florilegio lirico, quando ella rivela la condizione magmatica del suo “inquieto sentire” e la consapevolezza dello scintillio nelle stanze dei suoi pensieri di quel “fermento / simile ad un fiume in piena /che inerte (la) sospinge” e senza il cui fervore ella si immagina “un manichino / senza un’anima”. L’inquieto sentire, dunque, la voce che sussurra e grida nelle grotte del cuore e che rischiara, con la sua ombrata luce le distese verdi dello spirito; il fermento interiore che muove il passo , ritmato sulle note lievi dei sentimenti e delle emozioni e che si scioglie in danza sugli scenari suggestivi dei luoghi e del tempo.
Nel cielo libero dei versi si innalza sicuro l’energico volo oltre i limiti corporei e reali del proprio io per spaziare nell’immensa volta celeste, nei riccioli e nelle volute di quell’enorme cupola di luce a cui tante volte, nell’iter poetico, l’autrice volge lo sguardo estasiato. Ed è proprio dalla cupola di luce che abbraccia l’uomo e la natura, è nel profondo respiro del Creato che questa poesia si sostanzia e si rafforza. È nella granitica saggezza delle rocce, delle cime innevate, delle spiagge e dei campi fioriti che il racconto poetico trae colore ed intensità. È l’intimo, sincero ascolto della pioggia, del vento, delle stelle che modula il canto e lo articola in una piacevole melodia di immagini e luci. È nel denso azzurro del mare che la poetessa intinge il pennello delle emozioni per dipingere il rifiorire eterno della vita.
Nella cornice meravigliosa del Creato Franca Iacuaniello incastona poi il suo essere, riconoscendo la pochezza della sorte umana palesando lucidamente nell’affresco lirico che dà il titolo all’intera raccolta “non sono che un fuscellino / un biondo stelo mosso / dall’ondeggiare dei venti / in un campo recinto”, ma ravvisandosi ella “trapunta della stessa, vibrante energia” della stella che balugina tremolante nell’immensità del cielo e riconoscendosi, insieme all’astro, “tutt’e due obbedienti / allo stesso disegno / dell’armonia del cosmo”.
L’autrice così attraversa, nella contemplazione e nella riflessione i sentieri paralleli dell’io e del cosmo, specchiando l’Infinito nel suo essere fino a sfiorare quell’Essenza Eterna a cui l’essere umano appartiene; l’Infinita Bellezza di Dio nelle insondabili anse del mistero la sua epifania, il Dio Uomo che soffre dell’umanità sofferente e che reclina il capo e si piega sulle vicende terrene accompagnando le sue creature pure nei corridoi solitari e scuri della sofferenza e della follia.
La forte carica contemplativa che sottende al percorso umano e poetico non allontana però la Iacuaniello dalla meditazione sulle ingiustizie sociali e sugli egoismi umani che ella fieramente denuncia nella lirica Nebbia interiore in cui, “sospinta nel gorgo spettrale/che impazza / annebbia / il vivido spirito” ella si confronta e condanna le miserie dell’umanità falsa e crudele che “brucia il sogno di ieri / sfrangia l’utopia del domani”.
La trama lirica ricamata dalla poetessa si conclude con l’emozionante componimento In memoria di Anna Maria, la sorella scomparsa al cui ricordo ella ha dedicato questo testo, nobilitandolo pure con l’intento solidaristico di destinare i proventi della vendita alla Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, conferendo così ulteriore pregio ad una silloge poetica che, per la fine bellezza e plasticità delle immagini e per la profondità del messaggio umano inciderà si propone a tracciare durevoli graffi nel percorso umano del lettore avvolgendolo nell’abbraccio del suo inquieto e magmatico sentire.
(Montefusco, 25 Agosto 2007)
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2 commenti:
grande libro di poesie scritto da my nonna...k sfortunatamente è venuta a mancare da poco...un piccolo semplice libro , k nn semplice da capire cn la testa, ma è + facile capirlo col cuore xk nonna parlava, scriveva con l'anima...parole proprie k poi unite hanno formato "baluginio di stelle"...l'ultima poesia scritta x zietta...nel piccolo libro c'è tutta la sua vita...le gioie, i dolori, la felicità k provava x ogni singolo momento k poi ha riportato su carta...nonna...ti vogliamo bene...kisss tuo biscottino...
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