giovedì 13 settembre 2007

Emergono piano i colori (Anna Francesca Basso)



La dizione classicamente lirico/idillica di questi versi ha snodi notevoli, forse quelli su cui l'autrice dovrebbe maggiormente concentrarsi: “La tua morte sollievo / non ha portato …”; “Sommessamente il fiume / fa scorrere i miei pensieri; / in mille piccole cateratte / l’acqua gorgoglia, salta, / si veste di bianco tra i sassi.”


PADRE

Nella mia vita
sei stato il grande assente,
il peso, la rinuncia,
l’infelicità e il dolore.
Ho provato pena,
compassione per il tuo,
il mio calvario.
Non ti ho pianto,
non mi sei mancato.
La tua morte sollievo
non ha portato a chi
la sua vita per troppo tempo
ti ha donato.
Il mio equilibrio
hai determinato, condizionato.
Per troppa stanchezza
il mio animo si è indurito
tentando di non sentire,
di non soffrire.
Mi sono allontanata da te,
tentando di salvarmi,
ma così ho perso
la mia, la tua identità.


IL RESPIRO DEL FIUME

In un cielo di vetro
abili mani invisibili
tessono sottili fili
di soffice lana bianca;
una nuvola corre veloce,
oscura per un attimo
il tiepido sole di aprile
e sfuma in velo di sposa.

Sommessamente il fiume
fa scorrere i miei pensieri;
in mille piccole cateratte
l’acqua gorgoglia, salta,
si veste di bianco tra i sassi.
Il vento porta da lontano
un profumo di erba nuova,
di rose selvatiche, di terra.

Nell’ombroso, sentiero
seguo il nastro d’argento;
tra la ghiaia, fili d’erba
e fiori accolgono festosi
il mio andare trasognato;
alte garriscono le rondini,
instancabili, intrecciano
nell’azzurro infiniti voli.

I raggi del sole brillano
tra le betulle e i salici,
s’insinuano, giocano.
Sulla sponda sassosa,
ascolto le onde parlare;
con voce leggera, irreale,
raccontano eterne storie
d’amore, di brama, di pace.


SERATA IN COLLINA

Cala la sera sopra i monti,
la luna col suo chiarore
illumina il sentiero che
si snoda tra le colline.

S’alza un vento fresco,
dalla valle giunge
fino alla cascina
un profumo di viole.

Un uccello canta
tra i fiori del pesco;
duetta con la cascata
che zampilla tra le rocce.

Sommessa la primavera
accorda il suo liuto,
risveglia nel mio cuore
una gioia profonda.

Seduta in giardino, canto;
piccolo, dolce ringraziamento
rivolto al Dio delle stelle,
nell’armonia della notte.


TAVOLOZZA D’AMORE

I sogni della giovinezza
nelle sere di fine estate
tornano sussurrando
tra le ombre del tramonto;

sulla tela della memoria
emergono piano i colori,
nella luce calda si fondono,
appassiti e sfocati, i ricordi;

dal vecchio scrigno escono
nuove storie senza tempo
dal profumo esile di fiori
conservati tra parole d’amore;

l’anima calma l’eterna arsura
alla fonte della nostalgia,
dipinge improbabili aurore
su cieli pervinca e cobalto;

nel cuore appena dischiuso
splendono stille di pianto,
come ginestre dorate
nella calda pioggia d’agosto;

dal buio più profondo
sale una voglia di baci,
di mani che cercano mani,
di braccia appassionate;

ancora una volta, per poco,
le argentee trine si lacerano,
il dolore smette di consumare
al suo fuoco il desiderio d’amare.




Anna Francesca Basso è insegnante e ha molti interessi come la letteratura, il teatro, la musica classica, l’arte e l’archeologia, l’antiquariato e il cinema. Ama creare con le sue mani e apprendere cose nuove. La sua vita è piuttosto piena.
Sente il bisogno di scrivere e da due anni rende visibile il suo lavoro partecipando a concorsi letterari nazionali e internazionali e le sue poesie e racconti sono stati apprezzati e hanno vinto premi.

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