martedì 3 luglio 2007
Gianmaria Giannetti (Stefano Guglielmin)
Ho incontrato Gianmaria Giannetti ne La coda della galassia, l'antologia curata da A. Ramberti per Fara, che contiene altre chicche di cui parlerò ancora. Per intanto: Giannetti, in questi versi, mette nel cono di luce Vera Blu, vecchia barbona della stazione di Bologna, sorella degli immobili vagabondi beckettiani. Di sé, lei dice: amo ripetere, amo dimenticare e fa pensieri sulla divinità assai intriganti: dio è sorto dall'uva dei campi......dio ha la velocità di un pavimento.
"poi alle 24.01: - lei la lei come cascata nella pancia, lei la braccia l'aria, lei della poltiglia si muscola, lei maschia e cadavere, lei gregge e foresta, lei giganteggia nana, lei matta, lei sputtana e sputacchia il sole nero al più nero, lei si gode di lei."
"Le tue mani consorte verso il punto luminoso covano un fiordo. Mani consorte di lei sporche, detrito di lei, di lei atomo, di lei atollo. Lei è la lei, e si monda di cenere e si stende alle nuvole e ha i polsi di spazio, e nelle vene i suoi fiumi.
....................................... Lei dona uova al divino. Vera mettiti i guantini bianchi, le scarpette rosse, vai alla stazione e grida, grida Vera un po' il vero un po' il falso."
...
e io Vera Blu avanzo alla collanza ancorpiù della mia morte della mia non morte, odio la vicinanza odio la lontananza, vivo forse?
il resto dell'articolo qui
Il blog di Stefano Guglielmin è linkato nelle Rotte a lato.
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