lunedì 29 gennaio 2007

La sorpresa è sepolta (di Giuseppe Callegari)


Delusione

Lo sciamare quotidiano
vira, improvvisamente,
verso un luogo sconosciuto.

La sorpresa è sepolta
da un orizzonte
inaspettato,
limitato,
non palpabile.

Non c’è segnale
voce
sguardo
che indichi il cammino.

(Dicembre 06)



Ricordi

Oggi
è un groppo fluttuante
che impedisce il dipanarsi della matassa.

Domani
Un’incerta prole
concepita in alberghi a ore
figliata con disperata inconsapevolezza.

Solo i ricordi
alimentano,
con grida
e silenzi,
una impossibile (apparentemente)
speranza.

(Dicembre 06)



Un viso, un corpo, una stanza


Un viso deturpato dalla malattia
rifiuta pillole di pietà
avvolte in carta stagnola
che crepita come un fuoco che si spegne.

Un corpo privato di contenuto
si puntella su di una impossibile speranza
svestita dell’inizio, aguzzo e affusolato,
che nasconde la fine, intensa e penetrante.

Una stanza colma di armonie dissonanti
partorisce fiori rossi
che bucano il buio dell’inverno.

Illuminano e svelano l’arcano.

(gennaio 07)


Bar Birreria Pub

La sera è la solita.
Il festival delle banalità avanza,
attraversa le orecchie con il fragore del silenzio.

Necessità di rovesciare altrove la certezza della precarietà.

“un rosso” “una birra” “un caffè”

Necessità di rovesciare altrove la certezza della precarietà.

“un caffè” “ un rosso” “una birra”

Si ritorna al festival delle banalità.

Tutti passano in quel coacervo di inutili certezze
Arenate in paludi che accolgono il pensiero
di chi ha perso il senso del cammino.

Un dito alzato.
Indica uno spazio
Libero
Grande
Da esplorare

Sguardi persi su una protesi animata
che si spegne in un pugno rassegnato.

(gennaio 07)


La paura mangia l’anima

Calpesto l’amore del sempre e del mai
subdola trappola oliata ed alimentata
da chi riempie il nulla posseduto
con l’insolente umiltà
di sentimenti onnipotenti.

Non c’è carnefice designato
da consenzienti e assenti vittime sacrificali.

L’amore come arazzo steso
che cancella l’intimo e il privato
e deflagra fuori.
Assale il cosmico significato del razzismo,
non acerbo frutto di colori dissenzienti,
ma etichetta incandescente che marchia l’altro.


Quando l’amore (la paura) mangia l’anima,
esplodono meccanismi di sopraffazione.
Implodano logiche di sottomissione
il ventre ferito
è testimone di una natura
irrimediabilmente sconfitta.

Sfioro con gli occhi le macerie
un tocco lieve,
magico
alza il sipario di battiti confusi,
ma sincronici e armoniosi
nascondono, illuminano
il nido svelato
fra i cespugli
fioriti e acuminati,
della paura che mangia l’anima.

(febbraio 07)


Pace

Parole dilatate

Vomitate da feroci belve

Incatenate nell’impossibile campo
della bestemmia dell’oggettività.

(febbraio 07)


Borghesia

Francobolli obliterati di libertà.

Colpevole ipocrisia
di una ostentata indifferenza che non sceglie.

Sfregi mascherati di eguaglianza.

Asettici geroglifici
di una natura analfabeta e prostituita

Sigilli arroganti di fraternità

Filtri ostruiti
di un dio che non condivide.

(febbraio 07)



Anche Giuseppe Callegari con poche parole scelte, quasi abrase dall'anima, ci offre uno sguardo sul mondo forse un po' pirronista eppure non privo di slancio e di forza costruttrice: ci attende pure sempre "uno spazio / Libero / Grande / Da esplorare". Fra le sue pubblicazioni ricordiamo L'amore si sporca le mani e Messa a fuoco manuale.

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