Complimenti a Flavio Vacchetta
lunedì 7 aprile 2025
domenica 6 aprile 2025
I fiori ricambiano il bene. Kalispera (Bertoni) di Emanuela Rizzo
In I
fiori ricambiano il bene, Emanuela Rizzo, come nella precedente raccolta Cuore di Fico d’India (sempre pubblicata
in questa collana), rimane fedele alla sua poetica attenta alla natura, al
creato e alle persone che la circondano. In questo libro i fiori sono i
protagonisti, citati coi loro nomi, con perizia botanica diventando non solo un
puro piacere estetico, ma un’ancora di salvezza per l’uomo e, come si evince
dal titolo, se curati, possono donare salute e benessere e diventare un
antidoto alle brutture causate dall’essere umano che troppo spesso calpesta i
fiori e devasta il paesaggio. L’anima ecologista si manifesta in tanti versi
qui presenti: “Mentre l'uomo / prosciuga
/ pozzi, / tu colmi / i miei occhi / nel deserto dei giorni.” Anche in questo
libro non mancano poesie dedicate agli affetti famigliari e alle persone care e
diventano un modo per manifestare i propri sentimenti eterni come i fiori che
la natura ci dona.
Luca
Ariano
venerdì 4 aprile 2025
“Spero e non spero” a Rimini 8 aprile 2025
L’ISSR “Alberto Marvelli” in collaborazione con l’Associazione Agostino Venanzio Reali invitano la S.V.
al Seminario di approfondimento
“Spero e non spero”
I versi di Agostino Venanzio Reali
fra contraddizione e paradosso
Martedì 8 Aprile 2025 ore 20:45
presso l'Aula Magna dell'ISSR “A. Marvelli”
(Rimini, via Covignano n. 265)
Relatore
Prof. MASSIMO NARO
(Docente di Teologia Sistematica alla Facoltà Teologica della Sicilia - Palermo, membro della Pontificia Accademia di Teologia, Direttore del Centro Studi sulla Cooperazione "A. Cammarata" per la storia del movimento cattolico in Sicilia)
Coordina
Prof. NATALINO VALENTINI
(Docente ISSR “A. Marvelli”)
Per informazioni: ISSR “A. Marvelli”
Rimini, Via Covignano, 265 - tel. 0541.751367
giovedì 3 aprile 2025
IRMA KURTI TRADUCE IN ALBANESE IL LIBRO DI SOFIA SKLEIDA (GRECIA)
L’opera si intitola “Probing the firmament” (Alla scoperta del firmamento) ed è stata pubblicata con il logo di Youcanprint Edizioni.
“Probing the firmament” è una raccolta di poesie
trilingue (Greco, Inglese, Albanese). La copertina è una
pittura di GUIDO CICERO, Esser donna anno 2019.
Nelle note scritte dalla poetessa Sofia Skleida si legge:
“Questa raccolta di poesie mette in
luce la complessità dell'animo umano e le sfide che affrontiamo nella nostra
vita. Ogni poesia è un'esplorazione delle nostre emozioni e una ricerca della
verità che si cela sotto la superficie della vita quotidiana.
Ispirata dalle mie esperienze personali e dalle storie di coloro
che mi circondano, questo lavoro mira a scavare negli aspetti più profondi
dell'esperienza umana e nelle contraddizioni emotive che ci accompagnano.
Attraverso i versi, cerco di collegare i miei ricordi personali con i desideri
collettivi della nostra società, creando un arazzo di sentimenti e pensieri che
risuonano con l'anima.”
SOFIA SKLEIDA è nata ad Atene, in Grecia. Ha studiato Filologia
presso l'Università di Atene e ha conseguito Master in Pedagogia, Dottorato in
Educazione Comparata e una post- doc laurea presso l'Università di Atene.
Inoltre è stata specializzata in lingua Braille. Ha pubblicato vari articoli in
formato elettronico, riviste e testi scientifici e internazionali con referenze
in atti di convegni e capitoli di libri.
Ha lavorato all'estero (Italia-Roma), all'Ambasciata greca come
traduttrice, oltre che nella comunità greca di Roma e in altri istituti, dove
ha insegnato, per molti anni, il greco come lingua straniera per adulti. Negli
ultimi anni ha lavorato in diverse scuole private come insegnante di lingua
italiana e alla Scuola Italiana di Atene, come professoressa di lingua greca.
Attualmente lavora come insegnante nell'istruzione secondaria pubblica. Ha
pubblicato 22 libri e le sue opere sono state tradotte in diverse lingue, tra cui inglese, italiano,
spagnolo, rumeno, albanese e bengalese.
IRMA KURTI è una poetessa, scrittrice, paroliera, giornalista e traduttrice albanese naturalizzata italiana. Scrive da quando era bambina. Ha vinto numerosi premi e riconoscimenti in Albania, Italia, Svizzera, USA, Filippine, Libano e Cina. Nel 2020 ha ricevuto il titolo di Accademico e Presidente Onorario di WikiPoesia, l’Enciclopedia poetica. Nel 2022 viene insignita del titolo di Madre Fondatrice e Dama dell’Ordine di Dante Alighieri della Repubblica dei Poeti. Nel 2023 le è stato conferito il “Premio alla Carriera” dall’Universum Academy Switzerland in Svizzera. Inoltre, ha vinto il prestigioso Naji Naaman’s literary prize in Libano.È traduttrice presso la Fondazione Itaca in Spagna.Irma Kurti vanta la pubblicazione di oltre 100 opere, tra libri di poesia, narrativa e traduzioni.I suoi libri sono stati pubblicati in 19 paesi del mondo.
Pubblicato sulla rivista “Approccio Italo Albanese” del giornalista ed editore Artur Nura
mercoledì 2 aprile 2025
I PASSI, DI VESNA ANDREJEVIC. A CURA DI IRMA KURTI
Passo per passo...
a un passo dal mondo dalla madre
al passo con l'arcobaleno a ogni passo
con il sogno dei passi leggeri
verso la vita che si apre.
A grandi passi...
fino alle stelle delle ombre celesti
a passo spedito per la sabbia dentro di noi
a passo di rondine sempre avanti
con i desideri dolci e onesti.
Di pari passi...
con il sogno ardente verso gli ideali
un passo fermo davanti al male proprio
altrui
con il passo da astronauta vagabondo
per spiegare del tuo cuore le ali.
Tratta dal libro bilingue “La miracolina-Mrekullibërësja”, Youcanprint 2023 di VESNA ANDREJEVIC. Il libro è stato tradotto in lingua albanese da IRMA KURTI.
HAPAT
Hap pas hapi...
një hap larg botës së nënës
në hap me ylberin në çdo hap
me ëndrrën e hapave të lehta
drejt jetës që shpërfaqet.
Me hapa të mëdhenj...
deri tek yjet me hije qiellore
me hap të shpejtë në rrugën ranore
me hap dallëndysheje përpara gjithmonë
me dëshira të ëmbla dhe të sinqerta.
Me hapa të barabartë...
drejt idealeve me ëndrrën e zjarrtë
me hap të
sigurt përballë së keqes,
me hapin e një astronauti endacak
për të hapur krahët e zemrës sate.
(IN LINGUA ALBANESE)
#ARIDATECE ER POZZONI! ANTI-RECENSIONE TERMONUCLEARE DI IVAN POZZONI AD UNA RECENSIONE DI MASSIMO RIDOLFI
L'artista tardomodernista ha il dovere estetico di emendare e cassare ogni forma di critica letteraria.
Chi osa dire che sia esecrabile recensire una recensione? L'artista ha il diritto insindacabile di recensire il critico letterario, con la forma di una interpretazione autentica dell'artista (in grado di smentire ogni interpretazione soggettiva del critico letterario).
La recensione di Massimo Ridolfi, stesa con massima onestà intellettuale, è uscita sul magazine Navuss:
POESIA: LA SFIDA DI IVAN POZZONI DENTRO LA MISSIONE OPERANTE DEL CRITICO MILITANTE .
Il mio obiettivo è di segnalare ai lettori inesattezze e trascuratezze culturali, scusabili, della recensione. L'interpretazione soggettiva del critico è insindacabile (fino ad una eventuale interpretazione autentica dell'artista, cioè dell'organo stesso che ha emesso il testo interpretato dal critico); il neustico della recensione, fatto di teoria e valutazione, è oggetto di dialogo etico/sociale; il frastico, fatto di credenze, è oggetto di verificazione o falsificazione, secondo le strategie cognitive della new epistemology.
Io desidero opporre all'interpretazione soggettiva di Massimo Ridolfi, l'interpretazione autentica di Ivan Pozzoni, attraverso una anti-recensione termonucleare.
L'incipit della recensione mi trova d'accordo, tanto da fare riflettere sull'urgenza di un'alleanza Ridolfi/Pozzoni prospettata da Giorgio Linguaglossa, aldilà delle differenze caratteriali e umane. Ridolfi scrive: «La forza di questi pochi versi incipitari nutre il mio lavoro e convincimento che la poesia italiana gode di ottima salute, lontana, grazie a Dio, dalla pessima editoria di Mondadori, Einaudi, Garzanti, Feltrinelli/Crocetti e compagni, che riescono, un vero e proprio talento mostruoso, a pubblicare solo la peggiore poesia italiana dell'epoca Nostra. Cari G.C.E.I. (Grandi e Cazzoni Editori Italiani), per non parlare della canea delle ridicole pagine culturali che vi accompagnano con recensioni di libri invero mai letti, i vostri redattori e curatori sono del tutto privi di onestà intellettuale – che abbiano del talento lo trovo invece impossibile». La mia rappresentazione dello Stato Pontificio, con il Papa Re Cucchi, i cardinali e i numerosissimi curialini da redazione occupa-spazio, corrisponde alla visione ridolfiana dei G.C.E.I.
Ridolfi arriva addirittura ad intuire un concetto ostico, nemmeno sfiorato dai critici letterari dell'ontologia estetica moderna: Ivan Pozzoni, sulle orme della Scapigliatura milanese e di Lucini, sostituisce ad una gabbia metrica ottocentesca ladolfiana (endecasillabi rolliani e tetrametri trocaici), un versoliberismo fondato sulla ritmicità (sound) della rima e sull'humorismo dossiano rivisitato dall'ironie di De Man.
Ivan Pozzoni, the man of steel, the white tiger of Himalaya, il fratello maggiore di un filosofo aramaico minore dei tempi di Tiberio.
martedì 1 aprile 2025
Fianco a fianco per scoprirsi
recensione di Giancarlo Baroni
In cerca
«Scrivere è un atto etico
implica verità
(narrare storie è aprire
nuovi mondi tracciare
nelle anime speranza).»
Da questi pregnanti e illuminanti versi partirei per discutere della recente raccolta di Alessandro Ramberti intitolata Ci sono momenti (Fara Editore, 2025, p.127), composta da oltre 100 poesie. Il compito che affida alla letteratura e alla poesia è alto e nobile ma privo di ogni enfasi ed eccesso. Le pagine del libro non vengono gravate da un fardello retorico e granitico di certezze, i versi amalgamano in dosi appropriate conoscenza e bellezza, fede e dubbi, affermazioni e allusioni.
La prima sezione si intitola In cerca e questa condizione esistenziale di perenne viandante, che riguarda sia la dimensione razionale che sentimentale, viene ribadita frequentemente nelle pagine del libro. A pagina 10 per esempio si dice: «C’è un improbabile / di cui si è sempre in cerca»; a p. 60 viene ribadito: «Continuerò a cercarti / proprio perché mi tenti»; a p.62 lo sguardo anche introspettivo sembra temporaneamente appannarsi: «Hai cercato molte cose per trovarti / fino al punto da sfocare l’obiettivo».
Ogni ricerca presume un movimento sia fisico che mentale («accompagnando per chilometri le gambe / in cerca di percorsi alternativi»), ha bisogno di solitudine e silenzio ma anche di condivisioni e scambi, di reciproco solidale aiuto: «È forse eccessiva la bellezza / del cammino? Siamo distratti / da inciampi e fragilità / lascia che mi appoggi al tuo braccio», e ancora «cammina un po’ con lui e i vostri passi / affiancati diventeranno un senso». Il testo seguente, particolarmente significativo, si intitola Relazioni:
«Riconoscersi significa scoprirsi
comporre i passi in un cammino
che lascerà magari tracce
segnali per viandanti
sconosciuti».
Interrogarsi sul significato della cose non deve bloccare e ostacolare il cammino, non può indurci alla immobilità e all’inerzia, il momento riflessivo va considerato propedeutico all’azione, al moto: «anch’io mi chiedo il senso delle cose / ne valuto l’influsso, / comparo effetti e cause… / ma poi ti trovi in stallo e lasci fare».
Tempo e spazio, istanti e paesaggi, costituiscono le coordinate principali della vita e di ogni lavoro artistico e letterario. Anzi formano un agglomerato inestricabile per cui esistono certi momenti in certi luoghi dove per esempio avviene un incontro «insperato che ti sorprende e cambia». Sì, per fortuna «Ci sono momenti / che spostano date». Per coglierli, sembra dire Ramberti, bisogna disporsi verso la vita «a braccia aperte», con una miscela di coraggio e di mitezza, con slancio («È intenso quindi l’attimo / totale lo slancio»), calore («rivestimi di forza / riscaldami i pensieri»), con emozioni capaci di irrorare la memoria, sentimenti, sorrisi, energia, vitalità, entusiasmo («le scorie / ci hanno ormai indurito anche il respiro»; «Non mi soddisfa un ordine caotico /né una fede che plachi l’entusiasmo»).
«La certezza che il nostro / DNA ha in sé la sua scadenza» non deve provocare sgomento, angoscia e una paura che «è acconto di dolore». La parola divina, che è parola d’amore, illumina e «si annullano le ombre».