martedì 18 aprile 2023

La testa sotto il cuscino

di Sandro Serreri



Quando si fa sera, un vuoto dentro me

grande come la notte, che mi fa paura.

Non posso togliermelo dalla testa.

Mi fa tremare, mi gela il sangue

e mi fa piangere.

I miei piedi diventano freddi

e il battito non suona.

Mi rintano ancor più dentro 

e vado a finire nel sottoscala 

dove stare tutto solo con me stesso

mi calma, mi fa respirare.

Per non impazzire, torno bambino

e rivedo i miei colori di sempre

le matite sparse per terra

e i miei bellissimi disegni.

Il vuoto, sempre lui, mi spinge e io

per salvarmi, mi rifugio in un mondo

che non c’è, ieri come oggi.

Il bambino ritrova sempre 

la chiave della porta del sottoscala

nel cuore della notte.

Per questo, non l’ho mai

né ingoiata né gettata via.

Ma il vuoto mi è rimasto appiccicato

e strapparlo è impossibile. 

A lui, non mi sono ancora abituato 

e, penso, mai mi abituerò. 

Lo sento e lo soffro, insopportabile

bruciante, come una ustione

una irritazione cutanea.


Quando si fa sera, ho molta paura 

di farmi del male, dentro

di mozzarmi la mano per mai più scrivere

di stordirmi per sempre

di addormentare tutti i miei silenzi.

Ma, poi, penso: chi sopporterà questa mia fine?

Chi si farà carico di tutta la mia eredità?

Bevo, allora, un po’ di assenzio di Arthur

e, con il cuore nella gola, chiudo gli occhi

e metto la testa sotto il cuscino. 

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