sabato 19 giugno 2010

da Il libro degli haiku e dei Tanka (di Andrea Garbin)

Haiku n.1

Nido di picchio
sulla vecchia corteccia
tre fori neri.

Haiku n.2

Le cinque rose
cresciute sul selciato
sfidano il vento.

Haiku n.3

Nel fontanile
il sole spacca l’aria.
Volo d’upupa.

Haiku n.4

Debole cade
dall’anello distante
la spora bianca.

Haiku n.5

Bianche cicale:
una greca leccornia
dei nostri avi.

Haiku n.6

Un contadino
succhia un filo di paglia.
Puntura d’ape.

Haiku n.7

Sulle tue mani
serpentine di timo,
sole d’autunno.

Haiku n.8

Tempo di caccia,
si accende un battibecco
nel quagliodromo.


Tanka n.1

O libellula
sei delicata luce
su questa foglia

nell’inverno che verrà
il buio ci traduce.

Tanka n.2

Nel mio torace
un leone si scaglia
ma di profilo

sottopelle si smaglia
il fiato in un filo.

Tanka n.3

Vermiglie rose
lascive le tue labbra
ambiguo volto

intorno ad occhi di
porcellana dipinta.

Tanka n.4

Cadono api
negli occhi di ginestra
sguardi congiunti

contigue nuvole
piovono miele.


Gli 8 haiku pubblicati nel rispetto delle regole tradizionali sono risultati vincitori del Biennale di Como - sezione haiku. I 4 Tanka (da 31 morae) sviluppano il tradizionale effetto contrastante, in questo caso vissuto nel lavoro a quattro mani, secondo una vecchia tradizione giapponese, che Andrea garbin ha sviluppato insieme a Manuela Dago.


Andrea Garbin vive e lavora in provincia di Mantova. Ha pubblicato le raccolte di poesie Il senso della musa (Aletti, 2007) e Lattice (Fara, 2009) e racconti sulle antologie Per natale non esco (TranseuropaLibri, 2008) e Il rumore degli occhi (Edizioni Creativa, 2009). Nel 2010 ha curato la seconda edizione del romanzo La fonte del fabbro (Lampi di Stampa) di Fabrizio Arrighi, e la prima edizione di Anche ora che la luna (Multimedia Edizioni - Casa della poesia) di Beppe Costa. Dirige gli incontri letterari presso il Caffè Galeter di Montichiari, in provincia di Brescia, dove collabora con poeti ed artisti locali. Tra le tante esibizioni del Galeter si ricordano anche Elisa Biagini, Alexandra Petrova, Mark Lipman e Antonieta Villamil. Collabora inoltre con Beppe Costa e con Casa della poesia di Baronissi, in particolar modo con Jack Hirschman e Paul Polansky. Nel 2010 l’incontro con Fernando Arrabal per cui traduce, in dialetto mantovano, il poema La mia idolatrata fellatrice. È membro della compagnia teatrale bresciana I Saggi e i Folli. Insieme a loro ha collaborato con il Living Theatre of NY e collabora con l'Odin Teatret di Holstebroo sul territorio bresciano.

Manuela Dago, nata a San Felice del Friuli, vive e lavora a Milano. Scrive poesie e partecipa a reading e poetry-slam. Con l'associazione VersiUmani organizza le serate "LSD (libero spazio di) COMUNICAZIONE POETICA".

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