venerdì 19 ottobre 2007

Su Specchio Poetico (Fichera e Padua)


recensione di Vincenzo D'Alessio G.C.F. Guarini (v. anche precedente articolo)

“La strada della cenere” di Paolo Fichera è una raccolta le cui composizioni si susseguono come in un racconto dell'Io, del sé, del mondo. Una strada che non esiste nella vera realtà del divenire
ma, come scrive Adriano Padua nella recensione finale alla raccolta (pag. 127): «La strada della cenere non c'è, non esiste, è data solo dal suo contenuto, dal corto-circuito che è la poesia, inanimata, ed ogni passo che segna la sua terra lascia una liquida traccia ed è un passo oltre, nell'inchiostro morto, nel sangue della vita.»
Lo stesso Fichera lo declama: «preghiera di sangue nel pensiero» (pag. 106).
Adriano Padua, nella sua raccolta “Romanzo”, invia un messaggio chiaro e significativo: «resistere…
nel trascrivere / questa storia negata» (pag. 133). Corpo e anima deflagrano in mille parole che si rincorrono nelle composizioni, dei versi, distinti con numeri cardinali. Un tempo che si scioglie e si ricompone, cerca una sintesi antipoetica all'essere/non essere. Un dilemma quanto mai antico e irrisolto che il Nostro attenta con: «le lingue ribelli / intrattabili»(pag. 170).

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